Oro, ancora record. Prossima fermata 2.500 dollari?

L’aumento delle possibilità di un taglio dei tassi a settembre sta aumentando l’attrattiva del bene rifugio per eccellenza ma alcuni analisti ritengono che la corsa possa continuare nei prossimi mesi.

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Nuovo record per l’oro

Parlare di corsa all’oro può sembrare banale ma la crescita dei prezzi della materia prima gialla, bene rifugio per eccellenza, sembra non volersi fermare.

Questa mattina le sue quotazioni hanno superato quota 2.480 dollari l’oncia, sostenute dalle aspettative sempre più solide di un taglio dei tassi a settembre che potrebbe anche non essere l’unico per quest’anno. Da inizio anno la corsa dell’oro ha portato alle sue quotazioni un aumento del 20% del suo valore che arriva al 26% negli ultimi 12 mesi.

Attesa per la Fed

Lo strumento FedWatch di CME Group indica una probabilità superiore al 91% per un taglio dei tassi (0,25 punti base) che potrebbe essere deciso dalla Federal Reserve già a settembre e una lieve probabilità di un allentamento monetario superiore (50 pb), aumentando così l’attrattiva dell’oro.

A sostenere queste previsioni ci sono stati i deboli dati sulle vendite al dettaglio diffusi ieri e le dichiarazioni del Presidente dell’istituto centrale, Jerome Powell, arrivate nel corso di un evento, nel quale si era detto fiducioso che l’inflazione si stia ulteriormente allentando. Parole che si aggiungono alla considerazione fatta in passato dal ‘boss’ della Fed secondo la quale non sia necessario che l’inflazione raggiunga il suo obiettivo del 2% per avviare i tagli. Anche la componente del board della Fed, Adriana Kugler, ieri aveva espresso un cauto ottimismo sul ritorno dell’inflazione al 2%.

A conferma dell’attrattiva della materia prima sono arrivate le dichiarazioni di SPDR Gold Trust, il maggior fondo scambiato in oro al mondo, segnalando che le sue partecipazioni sono aumentate dello 0,66% a 842,02 tonnellate ieri, rispetto alle 836,53 tonnellate di lunedì.

Obiettivo 2.500?

Gli analisti di Goldman Sachs si sono detti convinti che ci siano già “solide motivazioni” per una riduzione dei tassi addirittura già a luglio, mentre alcuni operatori parlano addirittura di tre tagli per quest’anno.

“L'oro ha raggiunto un nuovo massimo storico mentre gli investitori si posizionano per l'arrivo di un ambiente di tassi d'interesse più bassi”, spiega Tim Waterer, analista di mercato capo di KCM Trade, indicando i “2.500 dollari quale prossimo obiettivo immediato, anche se lo slancio attuale può continuare fino a superare questa quota entro la fine dell’anno”. In particolare, aggiunge, questo potrebbe avvenire “se inizieremo a vedere dati dell'IPC statunitense più favorevoli, rendendo così la Fed meno prudente sui tassi rispetto a quanto già previsto”.

L’oro ha mostrato “quest’anno una capacità importante nel trovare supporto in qualsiasi condizione”, sottolinea Vivek Dhar, stratega delle materie prime di Commonwealth Bank of Australia, il quale prevede che l’incertezza dei prossimi mesi potrebbe “aumenterare le possibilità di un superamento di 2.500 dollari entro la fine dell’anno”.

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