Oro, future a nuovi record con i dazi sui lingotti

Secondo indiscrezioni di stampa, i lingotti da un chilo dovrebbero essere soggetti ai dazi di Trump, facendo così aumentare la differenza di prezzo della materia prima tra future e prezzo spot.
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Nuovo record per l’oro
Nuovi massimi storici per i prezzi dell’oro dopo l’indiscrezione relativo alla possibilità che la materia prima possa essere sottoposta a dazi.
Il future sul metallo giallo è arrivato (+1,50%) fino a 3.534,10 dollari l’oncia questa mattina, per poi rallentare ma mantenendosi intorno quota 3.500 dollari.
Fermo, invece, il prezzo spot, scambiato a 3.396 dollari, ma sulla buona strada per registrare il secondo guadagno settimanale consecutivo, approfittando delle speranze di un taglio dei tassi di interesse negli Stati Uniti.
L'entità della divergenza tra future e prezzo spot è insolita e rispecchia un'analoga esplosione all'inizio di quest'anno, quando i timori di potenziali dazi statunitensi hanno creato ampie dislocazioni dei prezzi.
I dazi di Trump
Indiscrezioni del Financial Times rivelano che gli Stati Uniti avrebbero imposto dazi sulle importazioni di lingotti d'oro da un chilo, mossa che minaccia di sconvolgere il mercato globale e di infliggere un nuovo colpo alla Svizzera, il più grande polo di raffinazione al mondo.
Nel dettaglio, l'agenzia Customs Border Protection ha affermato che i lingotti d'oro da un chilo e da 100 once dovrebbero essere classificati sotto un codice doganale soggetto a dazi, secondo un documento visionato dal periodico.
I lingotti da un chilo sono la forma più comune scambiata sul Comex, il più grande mercato mondiale dei future sull'oro, e costituiscono la maggior parte delle esportazioni di lingotti della Svizzera verso gli Stati Uniti. Le relazioni tra Washington e Berna si sono deteriorate dopo che la scorsa settimana Donald Trump ha annunciato un dazi del 39% sulle importazioni dal Paese.
La decisione risulta in netto contrasto con le attese del settore, che sperava in codice doganale diverso, esente dai dazi, e ha inferto "un altro colpo" al commercio di oro svizzero con gli Stati Uniti, ha affermato al Financial Times Christoph Wild, presidente dell'Associazione svizzera dei produttori e commercianti di metalli preziosi.
Trump nomina membro Fed
Un’altra notizia a sostegno dei prezzi dell’oro è la nomina di Stephen Miran da parte di Trump in sostituzione di Adriana Kugler nel consiglio della Federal Reserve, anche se valida solo fino a gennaio.
Miran è stato un duro critico della banca centrale, facendo eco alle richieste del presidente USA di una politica monetaria più accomodante.
I tassi più bassi in genere avvantaggiano l'oro, che non paga interessi, mentre il Bloomberg Dollar Spot Index ha azzerato i suoi guadagni giornalieri dopo la notizia.
La ricerca di un sostituto permanente continuerà, spiegava Trump.
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