Oro sempre superstar: quota 4 mila dollari ad un passo

Nuovo record per il prezzo spot del bene rifugio per eccellenza, rafforzato dalla crisi politica in Francia, dall’aumento dei rendimenti giapponesi, dallo shutdown negli Stati Uniti e dalla svalutazione del biglietto verde.
Indice dei contenuti
Le quotazioni di oggi dell’oro
La corsa all’oro continua con gli investitori che continuano a trovare nel bene rifugio per eccellenza un riparo dalle intemperie dei mercati.
Questa mattina il prezzo spot ha toccato i 3.977,45 dollari l’oncia, nuovo record storico, mentre il future con consegna a dicembre arrivava a superare i 4 mila dollari.
L'oro è aumentato del 50% quest'anno, in un periodo record sostenuto dalle aspettative di tagli dei tassi da parte della Fed, dagli acquisti sostenuti delle banche centrali, dalla domanda resiliente di beni rifugio e dalla debolezza generalizzata del dollaro.
Alcune delle cause
“Gli sviluppi politici in Francia, l'aumento dei rendimenti giapponesi a causa delle preoccupazioni inflazionistiche e l'attuale blocco delle attività governative negli Stati Uniti stanno contribuendo al rally dell'oro”, spiega Edward Meir, analista di Marex. Anche i dati che mostrano un aumento degli acquisti di oro da parte della Banca Popolare Cinese hanno sostenuto i prezzi del metallo prezioso.
Il nuovo Primo Ministro francese Sébastien Lecornu e il suo governo si sono dimessi ieri poche ore dopo l'insediamento, aggravando la crisi politica del Paese. Nel frattempo, lo shutdown governativo statunitense è entrato nel suo sesto giorno, con la Casa Bianca che minaccia licenziamenti di massa per i dipendenti federali.
"Il fatto che siamo così vicini ai 4.000 dollari l'oncia suggerisce anche che alcuni fondi potrebbero cercare di spingere il prezzo verso l'alto per raggiungere tale soglia", secondo Meir.
I tassi di interesse
Oltre che nei periodi di incertezza economica, solitamente l'oro si rafforza in un contesto di bassi tassi di interesse.
Gli investitori stanno ora scontando un taglio di 25 punti base alla riunione della Fed di questo mese, con un ulteriore taglio di 25 punti base previsto a dicembre.
"Vediamo ragioni sia fondamentali che basate sul momentum per un ulteriore rialzo dell'oro, e ora prevediamo che i lingotti raggiungeranno i 4.200 dollari l'oncia entro la fine dell'anno", scrivono in una nota da UBS.
L’indebitamento degli stati
Le crescenti preoccupazioni fiscali in alcune delle principali economie mondiali stanno alimentando quella che viene definita la ‘debasement trade’, mentre gli investitori si riversano sui beni percepiti come più sicuri come oro e argento, allontanandosi dalle principali valute.
Al centro di questi movimenti c’è l’aumento del debito in Stati Uniti, Giappone ed Europa, che i rispettivi governi faticano a gestire e questo sta aumentando l’attrattiva per asset alternativi come i metalli preziosi e le criptovalute, che continuano a raggiungere nuovi record.
“Le situazioni politiche in questi Paesi ti danno un motivo per acquistare l’oro e Bitcoin come copertura contro la svalutazione monetaria”, spiega Chris Weston, responsabile della ricerca di Pepperstone Group. “È diventata una grande corsa all’oro: nulla alimenta il sentimento di mercato come un trend rialzista: bisogna farne parte”.
La svalutazione del dollaro
A sospingere il super oro sono anche le vicende del forex. Lo yen si è indebolito rispetto al dollaro ieri in quanto la vittoria di Takaichi ha aumentato le aspettative di uno stimolo fiscale e ridotto le scommesse su un imminente rialzo dei tassi da parte della Banca del Giappone.
L’euro è sceso dello 0,6% rispetto al dollaro: le dimissioni di Sebastien Lecornu rappresentano l’ultimo episodio di una lunga crisi politica in Francia, dove i vari primi ministri faticano a far approvare il bilancio in un parlamento profondamente diviso.
L’indice Bloomberg sul dollaro è rimbalzato dello 0,4%, recuperando parte delle perdite della scorsa settimana, ma resta in calo di circa l’8% dall’inizio dell’anno.
“Il consueto schema della svalutazione del dollaro rispetto agli asset di riserva alternativi, alimentato dalle disfunzioni politiche di Washington, si manifesta di nuovo”, hanno scritto in una nota del 3 ottobre gli analisti di JP Morgan Chase, tra cui Meera Chandan. “Anche se non in modo così eclatante come l’oro, altri metalli preziosi hanno registrato forti rialzi diffusi”, simili a quelli osservati dopo la crisi finanziaria globale e durante gli anni delle politiche di allentamento quantitativo, aggiungono gli esperti.
La Finestra sui Mercati
Tutte le mattine la newsletter con le idee di investimento!
