Pausa da falco per la Fed? Le previsioni degli analisti

Attesa per stasera la decisione dell’istituto centrale statunitense sui tassi di interesse e gli esperti già dibattono sulle future scelte di politica monetaria, tra inflazione ancora oltre il target e la crescita economica ancora resiliente.
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Attesa per la Fed
Sale sul palcoscenico odierno la Federal Reserve nella giornata di oggi, con la decisione sui tassi di interesse prevista per le ore 19 italiane, seguita dopo mezz’ora dalla consueta conferenza stampa del Presidente Jerome Powell.
Le previsioni sono tutte per il mantenimento degli attuali tassi di interesse, attualmente tra il 5,25% e il 5,5%, livello raggiunto lo scorso luglio e ai massimi degli ultimi 22 anni.
Se la pausa appare scontata, il dibattito si incentra anche sulle decisioni dell’istituto centrale per la prossima riunione di dicembre, con le porte aperte a nuovi rialzi.
Con l’inflazione ancora ben oltre l’obiettivo del 2% e il tasso di crescita economica vicino al massimo degli ultimi due anni, i banchieri vogliono avere le mani libere.
Le previsioni sui tassi
La possibilità di una pausa è prevista da Franck Dixmier, Global CIO Fixed Income di Allianz Global Investors, alla luce dei “recenti dati macroeconomici” che la supportano.
Lo stop ai rialzi, però, sarà “una sorta di pausa da falco”, spiega Thomas Simons, economista senior presso Jefferies LLC.
Secondo Dixmier, la Fed dovrebbe aver completato il ciclo dei rialzi dei tassi, anche se non si può escludere la possibilità di un ulteriore rialzo a fine anno, prevista dai mercati al 30%, anche se dovrebbe avere un impatto “limitato” sui mercati.
“L’economia sta andando bene e l’inflazione non ha ancora raggiunto il target. Più o meno devono continuare a dire che potremmo aver bisogno di aumentare i tassi ancora una volta”, sottolinea l’esperto.
Verso i tagli?
Shana Orczyk Sissel, fondatrice e CEO di Banrion Capital Management, ritiene la Fed potrebbe procedere ad un altro aumento dei tassi il prima possibile.
“La Fed ha un enigma in questo momento. Si stanno fermando perché vogliono vedere se ciò che hanno fatto finora avrà un impatto sull’economia e la rallenterà. Il problema è che non ci sono prove che sia così e se aspettano troppo a lungo per fare un altro aumento dei tassi, ciò causerà il caos completo nei mercati”, spiega.
Se “i mercati ritengono che la corsa ai rialzo dei tassi sia finita, il problema è che i dati economici a cui la Fed presta attenzione alla crescita del PIL, ai mercati del lavoro, alla crescita dei salari, all’indice dei prezzi al consumo, questo tipo di cose in realtà non dimostrano che l’istituto centrale sia riuscito a rallentare la crescita economica”.
A questo punto, gli investitori guardano più avanti “preparandosi per un lungo periodo di stabilizzazione dei tassi di interesse, con il primo taglio previsto a metà del 2024”, prevede Dixmier.
Parola a Powell
Dopo la decisione sui tassi, la parola toccherà a Powell, il quale potrebbe essere messo sotto pressione dai giornalisti sulle previsioni del comitato di settembre, quando aveva previsto un altro aumento entro la fine dell’anno.
A quel punto, il Presidente potrebbe ribadire che i futuri aumenti dipendono dai dati in arrivo e che la politica monetaria funziona con un certo ritardo, quindi il pieno effetto dei tassi di interesse più elevati non si è ancora fatto sentire nell’economia.
Powell “lascerà un aumento di un quarto di punto sul tavolo, ma sarà poco convinto”, prevede Vincent Reinhart, capo economista di Dreyfus e Mellon che in precedenza ha trascorso più di due decenni lavorando alla Fed.
“Probabilmente verrà chiesto al presidente di spiegare perché la recente ripresa della crescita e l’inflazione superiore al target non hanno provocato un aumento dei tassi” e “la sua conferenza stampa potrebbe riecheggiare temi tratti da un discorso del 19 ottobre all'Economic Club di New York, dove ha affermato che ulteriori aumenti dipenderanno dai dati, dalle prospettive e dall'equilibrio dei rischi”, aggiunge l’analisti.
"Powell deve seguire la linea che ha fatto due settimane fa", ha detto Ellen Meade, ex consigliere senior del consiglio della Fed e professoressa di ricerca alla Duke University.
“La loro prima missione è riportare l’inflazione al 2% e non si arretrano da questo obiettivo. Potrebbe essere necessario salire più in alto, ma potrebbe essere fatto, con una propensione alla possibilità di salire in modo che i partecipanti al mercato non interpretino male”, conclude Meade.
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