Pericolo scampato: la Fed inietta 300 miliardi di liquidità

26/09/2019 06:15
Pericolo scampato: la Fed inietta 300 miliardi di liquidità

Il panico rientra. La banca centrale americana rimette l’olio al sistema dei prestiti tra le banche e la macchina riprende a girare. Nessuna bolla ma tanto panico

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Il giallo

Forse dalle quotazioni non è emerso ma nelle ultime due sedute gli operatori hanno sudato freddo. Tra gli investitori istituzionali si è insinuato un dubbio, uno di quelli capaci di gettare il panico e far crollare le quotazioni. Una nuova bolla in arrivo… ma quale?

Il fatto

Le banche, quelle Usa, non si prestavano più soldi fra di loro. Il tasso «repo», vale a dire il costo del denaro «overnight», un giorno sull’altro, a cui le banche si scambiano il denaro tra loro è volato a picchi del 7%, con punte intraday anche del 10%. Un rialzo anomalo che ha registrato la sua punta massima lunedì scorso

A peggiorare la situazione l’immobilità della  Federal Reserve. A fronte di una domanda di liquidità delle banche elevata, la banca centrale non interveniva, forniva prestiti a un livello inferiore di quanto richiesto. Come a dire che il regolatore ultimo non voleva risolvere una situazione difficile creata da altri. Chi ha sbagliato doveva pagare... era già successo

Un ricordo amaro

L’ultima volta che accaduta una situazione simile era stato pochi giorni prima del crollo di Lehman Brothers. Le banche non si prestavano soldi, non si fidavano più fra loro, avevano paura dello scoppio di una bolla.

Anche la Fed non voleva interveniva e poi la lunga notte… il board della Fed accoglie il board di Lehman Brother e di Merril Lynch, ascolta le richieste disperate di aiuti e sceglie: salva Merill Lynch, lascia fallire Lehman. Il giorno dopo: il crollo.

Nella settimana successiva la Fed corre ai ripari salva Citigroup, Goldman Sachs e Jp Morgan.

Ieri pomeriggio ora italiana il membro della fed Brainard, ha smentito che i problemi sui “repo” abbiano similitudini con 2008 ma non dice il perché? Panico...

La soluzione

Verso sera arriva la soluzione: la banca centrale Usa interviene con maxifinanziamenti di breve termine per circa 300 miliardi di dollari.

Nessun giallo spiegano alcuni esperti: la liquidità si è prosciugata per motivi tecnici. Nei giorni a cavallo del 20 settembre il sistema bancario degli Stati Uniti si è trovato al centro di un crocevia di pagamenti ordinari che tuttavia, sommandosi, hanno creato una situazione eccezionale.

Nell’arco di 48 ore si sono concentrati gli adempimenti fiscali delle banche e delle aziende mentre in contemporanea il Tesoro Usa emetteva titoli del debito pubblico per oltre 150 miliardi di dollari. Una situazione che ha «prosciugato» le riserve di liquidità del sistema bancario nel suo complesso costringendo gli istituti di credito a cercare di porre rimedio alle necessità di regolamento delle posizioni prendendo a prestito il denaro a qualsiasi tasso.

La situazione rientra ma i dubbi non sono del tutto fugati. Come si fa ad arrivare così corti di liquidità se era tutto già noto… i guardiani mondiali della liquidità non si erano accorti delle scadenze? E’ un po’ come se a fine mese la massaia non si ricorda che deve pagare il mutuo o l’affitto e che è meglio tenere liquidità necessaria da parte.

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