Petrolio ai minimi dei due mesi tra coronavirus e dati sulle scorte

23/01/2020 09:30
Petrolio ai minimi dei due mesi tra coronavirus e dati sulle scorte

Le scorte di greggio hanno visto un aumento nonostante le tensioni in Libia mentre Goldman Sachs evidenzia il rischio calo della domanda a causa del virus cinese

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Calano i prezzi del petrolio

Prosegue il trend negativo per i prezzi del petrolio dopo i dati sulle scorte diffuse ieri. Il greggio viene scambiato intorno ai 56 dollari al barile, tornando così ai minimi da inizio dicembre, mentre resta sulla stessa scia il Brent.

Nella notte di ieri l’American Petroleum Institute (API) ha diffuso di dati sulle scorte di greggio negli Stati Uniti relativi alla settimana terminata il 17 gennaio. Secondo l’API, le scorte sono aumentate di 1,6 milioni di barili e la notizia ha spinto in basso i prezzi del greggio.

Si attendono ora i dati dell’Energy Information Administration (EIA), previsti per le 17 di oggi, in ritardo rispetto al solito a causa della festa di Martin Luther King festeggiata negli USA nel corso di questa settimana.

La sovrabbondanza di greggio, inoltre, potrebbe proseguire in futuro, così come previsto dall’Agenzia internazionale dell’energia (Aie). Gli esperti dell’agenzia vedono “un’abbondanza di forniture di energia in termini di petrolio e gas”, spiegava il direttore Fatih Birol dal forum economico di Davos. “È questa la ragione per cui gli incidenti che abbiamo visto di recente, dal generale iraniano ucciso ai disordini in Libia, non hanno spinto in rialzo le quotazioni internazionali del greggio”, aggiungeva Birol.

I timori per la domanda di greggio

Il virus che si sta diffondendo in Cina viene considerato motivo di preoccupazioni per la domanda di petrolio da parte di Goldman Sachs. Secondo gli esperti dell’istituto americano, infatti, il perdurare della crisi in Cina potrebbe portare al taglio dei consumi di greggio, calcolato intorno ai 260 mila barili al giorno nel 2020.

Nel dettaglio, spiegano dall’istituto, ad essere colpiti potrebbero essere i viaggi in areo e gli spostamenti in generale, con pesanti ricadute sull’economia asiatica.

Gli esperti di Goldman Sachs calcolano che la discesa dei prezzi del petrolio potrebbe arrivare a 2,90 dollari, anche se “l’iniziale incertezza sulla potenziale portata dell’epidemia potrebbe provocare vendite più intense di quanto giustificato dai fondamentali”.

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