Petrolio ai minimi di ottobre mentre aumentano i timori per la domanda

28/01/2020 10:30
Petrolio ai minimi di ottobre mentre aumentano i timori per la domanda

Il diffondersi del coronavirus in Cina affossano i prezzi del greggio, mentre nuovi casi di infezione emergono fuori dal paese asiatico

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Continua il calo del greggio

Non si fermano i cali dei prezzi del petrolio mentre si aggrava la situazione in Cina con l’aumentare del numero dei decessi nel paese. Il greggio WTI scende a 52,80 dollari al barile, dopo aver toccato nel corso della notte il minimo dallo scorso ottobre a 52,19 dollari. Sulla stessa scia anche il Brent, scambiato intorno ai 58 dollari al barile.

Peggiora il conto delle vittime del coronavirus in Cina, ormai arrivato a 106, mentre i contagi accertati superano i 2.700 casi. Nuovi casi anche fuori dalla Cina, in particolare in Australia, Canada, Giappone, Malesia, Nepal, Singapore, Corea del Sud, Taiwan Tailandia, Vietnam e Stati Uniti, mentre in Europa è stato segnalato un infettato in Francia. Allarme anche in Italia dove un caso sospetto a Pistoia è in attesa di conferma.

Per far fronte all’emergenza, le autorità cinesi hanno isolato 56 milioni di persone, bloccato i viaggi organizzati all’estero e istituito controlli a tappeto su tutti i mezzi di trasporto.

Inoltre, da Pechino hanno deciso di rinviare i festeggiamenti per il Capodanno cinese col fine di “ridurre gli assembramenti e fermare la diffusione dell’epidemia”.

Timori per la domanda di petrolio

"Le preoccupazioni macroeconomiche sulla domanda di energia derivanti dal calo del movimento di persone e del commercio hanno appesantito un mercato petrolifero altrimenti stretto a causa dei continui problemi di approvvigionamento in Libia e dei tagli alla produzione dell'OPEC+", hanno affermato gli analisti Warren Patterson e Wenyu Yao di ING in una nota.

Questi esperti sottolineano come i gestori dei fondi erano rialzisti sul Brent fino alla settimana scorsa e le posizioni nette long erano aumentate a 428.999 il 21 gennaio scorso, livello più alto dall’ottobre 2018. “Sembra che diverse di queste posizioni long siano state liquidate nelle ultime sessioni, proprio a causa delle aspettative di un calo della domanda di petrolio almeno nel breve”, aggiungono da ING.

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