Petrolio ancora senza freni: l’inflazione da energia è qui per restare a lungo

Il petrolio sembra non voler frenare la sua corsa, nonostante la conferma dell’aumento della produzione decisa dall’Opec+.

Il contratto future è arrivato in queste ore a sfiorare gli 80 dollari, toccando un massimo di 79,78 dollari, livello top dal 2014, mentre il Brent si avvicinava agli 83 dollari al barile nella consegna di dicembre, anche questo ai massimi da ottobre 2018.

Il crunch energetico si conferma anche con le quotazioni del gas naturale in Europa, con il contratto spot sul mercato olandese TTF, tra i più grandi e liquidi del continente, sopra i 130 euro per megawatt/ora (MWH), livello mai toccato in precedenza.

La corsa del petrolio prosegue mentre ieri l’American Petroleum Institute (Api) ha indicato una crescita delle scorte negli Stati Uniti pari a 951 mila barili nel corso della settimana che si è conclusa il primo di ottobre.

Oggi sono attesi i dati dell’Energy Information Administration (Eia), diffusi in serata. Il consensus di S&P Global Platts indica un rialzo delle riserve di petrolio pari a 200 mila barili.

Lunedì il meeting dell’Organizzazione dei paesi produttori di petrolio (Opec) si era concluso con una conferma dei livelli di aumento di produzione di greggio già decisi lo scorso luglio pari a 400 mila barili al giorno.

La scelta effettuata dall’Opec e dall’invitato permanente, la Russia, aveva deluso il mercato visto l’alto livello dei prezzi, a cui si aggiungevano voci di un possibile cambio nella strategia dei produttori verso un maggiore output, poi risultate ignorate dal cartello. Delusione che aveva portato nuovamente ad una fiammata dei prezzi del petrolio, ancora in corso.

L’aumento dei prezzi dell’energia continua a preoccupare e il Commissario europeo per l’Economia, Paolo Gentiloni, aveva annunciato che la proposta operativa di Bruxelles per affrontare la situazione arriverà a ottobre.

“L’importante è assicurare coordinamento tra i diversi Paesi, rispondere ai problemi posti soprattutto per le famiglie più vulnerabili e le Pmi, e farlo con misure mirate e temporanee e non che possano contraddire la strada verso la transizione climatica”.

Proprio la transizione climatica, secondo il Ministro francese dell’Economia, Bruno Le Maire, porterà ad un periodo di aumento dei prezzi dell’energia nel lungo termine.

“Per alcuni anni, e non per mesi, dovremo affrontare un aumento del livello dei prezzi perché c’è bisogno di più energia elettrica, c’è un legame tra i prezzi di elettricità e gas, e c’è anche la necessità investire di più nelle rinnovabili e magari negli impianti nucleari”, ha spiegato, auspicando una revisione del mercato energetico Ue.

In questo contesto di emergenza, Sagna, Polonia e Grecia hanno proposto di istituire una piattaforma unica Ue per i contratti del gas naturale oltre a vendite straordinarie di quote di emissioni per creare un fondo di copertura europeo contro il caro bollette e mano libera agli interventi degli Stati.

Da Madrid hanno proposto una riforma del mercato Ue dell’elettricità e misure per impedire le speculazioni, oltre ai contratti unificati.

La Commissione dovrebbe pubblicare la sua comunicazione sugli strumenti con cui fare fronte all’impennata dei prezzi dell’energia il 13 ottobre prossimo in modo da dare il tempo ai leader europei di studiare le carte e discutere del tema al prossimo vertice del 21 e 22 ottobre.