Petrolio di nuovo in rialzo alla vigilia del meeting OPEC+


La riunione di domani era inizialmente prevista per il 26 novembre per poi essere rinviata a causa di contrasti sui tagli alla produzione dei Paesi aderenti, ma alcuni analisti ritengono che si possa arrivare all’accordo.


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Rialzo del petrolio

Vigilia di meeting OPEC+ in rialzo per i prezzi del petrolio dopo i recenti cali arrivati a seguito del rinvio della riunione inizialmente prevista nei giorni scorsi.

Questa mattina i future sul greggio WTI salgono oltre i 77 dollari, mentre i contratti sul Brent superano nuovamente quota 82 dollari al barile, tornando così ai livelli del 24 novembre.

“Le prospettive per il mercato petrolifero nel 2024 dipenderanno in gran parte dalla politica dell’OPEC+”, spiegano Warren Patterson ed Ewa Manthey di ING in una nota.

Nel frattempo, “un ulteriore sostegno ai prezzi probabilmente arriverà dalle interruzioni dei carichi di petrolio nel Mar Nero, con il ministero dell'Energia del Kazakistan che indica che la produzione nei suoi maggiori giacimenti petroliferi è stata tagliata del 56%”, prevedono gli analisti di IG.

Incertezza OPEC+

Domani si terrà la riunione dei produttori di petrolio aderenti all’alleanza dell’OPEC+, posticipata rispetto alla precedente data del 26 novembre, che aveva fatto scendere i prezzi repentinamente.

Diverse fonti ieri ipotizzavano un nuovo rinvio alla luce della difficoltà dei Paesi aderenti a trovare un accordo sui tagli per il 2024, anche se con il passare delle ore questa possibilità sembrava ridursi.

Angola e Nigeria si stanno opponendo alla proposta di ridurre le loro quote, che prevedeva a giugno un taglio nel 2024 rispettivamente di 175 kbd e di 362 kbd.

Il minore output rientra in un piano che prevede la riduzione delle linee di base di sette Stati membri africani per un totale di 622 kbd, con lo scopo per l’OPEC+ di allineare le quote degli Stati membri alla loro effettiva capacità di produzione, in modo che le politiche di produzione abbiano un maggiore impatto sull'offerta fisica di petrolio.

A tal fine, i 622 kbd di tagli di base dei produttori africani verrebbero riassegnati ad altri membri dell'OPEC+ con capacità di produrre più petrolio dalla loro quota, fra cui paesi come Kuwait, Arabia Saudita ed Emirati Arabi.

I contrasti

“Il tema degli aggiustamenti delle quote è un argomento delicato tra i membri dell'Opec+ e ha portato a precedenti disaccordi all'interno del gruppo”, ricordano da Equita Sim.

Nel 2021, nell’OPEC ci sono stati contrasti per due settimane sulla revisione delle quote degli Emirati Arabi, che è stata poi rivista al rialzo. A prescindere dalla controversia, l'attuale accordo prevede che l'Opec+ mantenga i tagli da 2 mbd fino alla fine del 2024, nell'ottica di garantire un livello di certezza delle politiche produttive.

Le previsioni degli analisti

Il compromesso all’OPEC+ potrebbe arrivare in quanto il calo dei prezzi della benzina negli Stati Uniti conforterebbe la leader ‘de facto’ del gruppo, l’Arabia Saudita, “da una posizione più morbida degli USA a qualsiasi mossa per restringere i mercati petroliferi e sostenere i prezzi”, secondo ANZ Research.

In definitiva, “il potere dell’OPEC+ deriva dalla sua capacità di agire come un unico blocco, aumentando o diminuendo la produzione all’unisono per gestire i prezzi, quindi ci aspetteremmo che il gruppo raggiunga un accordo per estendere (se non addirittura espandere) i suoi recenti tagli alla produzione per sostenere prezzi entro questa settimana o quella successiva”, prevede Matt Weller, analista di mercato delle materie prime. “Detto questo, i rischi legati al mancato raggiungimento di un accordo sono in aumento, presentando un potenziale sottovalutato per una volatilità ancora maggiore nel mercato petrolifero”, ha aggiunto Weller.

“Lo scenario di base del mercato vede ora l'estensione nel primo trimestre 2024 dei tagli volontari dell'Arabia Saudita (1 mbd) e della Russia (0,3 mbd) che scadranno a fine dicembre” e la probabilità di tagli più consistenti da parte dell'Arabia Saudita o dell'OPEC+ è molto bassa”, scrivono da Equita Sim, i cui analisti ritengono che la loro stima del Brent per il 2024 “pari a 80 dollari al barile sia coerente con un'estensione dei tagli nel primo semestre 2024”.

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