Petrolio in calo dopo l’aumento della produzione Opec+

I produttori hanno deciso il primo aumento dal 2022 dell’output di greggio, attirando così vendite anche sull’azionario legato al petrolio.

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Prezzo del petrolio oggi

I prezzi del petrolio ancora in calo questa mattina dopo la decisione dell’Organizzazione dei produttori di petrolio e dei suoi alleati di aumentare la produzione di greggio.

Il Brent e il greggio WTI cedono l’1%, scambiati rispettivamente a 70,58 e 67,54 dollari al barile, e il bilancio di questo 2025 resta ancora in negativo: -5% per entrambi i benchmark.

Le quotazioni del Brent hanno oscillato tra i 70 e gli 82 al barile nelle ultime settimane a causa delle previste modifiche alle sanzioni statunitensi sui grandi produttori di petrolio Iran, Russia e Venezuela, nonché dei dazi statunitensi sulla Cina che potrebbero potenzialmente ridurre la domanda.

Sull’azionario, i titoli legati al petrolio segnano il passo: a Piazza Affari Maire cede il 6%, Saipem il 4%, Eni e Tenaris il 3%.

Aumenta la produzione Opec+

Ieri l’Opec+ ha deciso di aumentare la produzione di petrolio di 138.000 barili al giorno nel mese di aprile, mirando a ristabilire un livello di output di 2,2 milioni di barili al giorno entro il 2026.

Si tratta del primo aumento dal 2022 e arriva in risposta alle rinnovate pressioni del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, fatte sull’organizzazione e sull’Arabia Saudita per ridurre il prezzo del petrolio. L’organizzazione dei produttori e suoi alleati avevano tagliato la produzione di 5,85 milioni di barili al giorno dal 2022, circa il 5,7% dell’offerta globale.

L’Opec ha sottolineato che l’aumento graduale potrebbe essere sospeso o invertito a seconda delle condizioni di mercato, flessibilità che mira a sostenere la stabilità del mercato petrolifero.

Arrivare a questa decisione è stato “complicato”, rivelano fonti interne all’Opec+, a causa del mix di fattori rialzisti e ribassisti per i prezzi, a cui si sono aggiunti i dazi decisi da Trump che potrebbero complicare ulteriormente le prospettive future del mercato.

Vantaggi per Aramco

La decisione è stata accolta con favore dal gigante petrolifero statale dell'Arabia Saudita, Saudi Aramco, e il suo amministratore delegato Amin Nasser ha spiegato che la società trarrà vantaggio dalla decisione.

“Il mercato è ciclico e il lato positivo è rappresentato da Saudi Aramco, che dispone di una capacità di riserva di 3 milioni di barili che può essere attivata nel giro di poche settimane per rispondere alle esigenze del mercato", affermava Nasser durante una telefonata poco dopo la pubblicazione dei risultati per il 2024.

La società saudita ha comunicato un utile netto per l’anno fiscale pari a 398,42 miliardi di riyal, superiori alla stima IBES di 105,89 miliardi di dollari. Le vendite annuali sono arrivate a 1.637,3 miliardi di riyal, anche in questo caso andando oltre la stima IBES di 475,35 miliardi di dollari.

Durante l'anno fiscale, l'azienda ha registrato una diminuzione dei prezzi e dei volumi venduti di petrolio greggio.

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