Petrolio in cerca di riscatto ma si avvia verso settimo calo settimanale di seguito


Alle incertezze dell’OPEC+ si aggiunge una debole domanda in Cina e in India, unite ad una produzione di greggio da record per gli Stati Uniti.


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Petrolio tenta il recupero

Quotazioni del petrolio in aumento questa mattina, in cerca di riscatto dopo i cali degli ultimi mesi.

Oggi i future sul greggio WTI tornano sopra quota 70 dollari e il Brent scambia a 75 dollari al barile, anche se questi guadagni non dovrebbero impedire il settimo calo settimanale consecutivo.

Il greggio infatti, proviene da una lunga discesa partita il 27 settembre quando prezzava 93 dollari, per poi scendere ieri sotto i 70 dollari. Stesso andamento per il Brent, passato dai 96 ai 73 dollari.

Entrambi i benchmark erano scesi ieri ai minimi dalla fine di giugno, segno che molti operatori ritengono che il mercato sia in eccesso di offerta. Il Brent e il Wti sono anche in contango, una struttura di mercato in cui i prezzi del primo mese vengono scambiati a sconto rispetto ai prezzi precedenti.

Motivi tecnici

La crescita odierna viene interpretata dagli analisti di ANZ Research come dovuta ad “acquisti tecnici”, dopo che i prezzi erano scesi ad un “territorio di ipervenduto”.

“Il recente annuncio dell'OPEC di tagli più profondi alla produzione dovrebbe anche sostenere gli equilibri fisici, ma gli operatori di mercato dovranno probabilmente essere del tutto convinti prima che qualsiasi di queste riduzioni venga scontata”, aggiungono gli analisti.

“Alcuni venditori allo scoperto hanno chiuso le loro posizioni, poiché il mercato del petrolio è stato considerato ipervenduto. Nel frattempo, il crollo dei prezzi del petrolio ha costretto l'OPEC+ a migliorare la solidarietà per calmare il mercato”, hanno detto gli analisti di Haitong Futures in una nota.

Caos all’OPEC+

Il riferimento fatto da questi esperti è legato alla richiesta dell’Arabia Saudita e della Russia, i due maggiori esportatori di petrolio al mondo, fatta verso tutti i membri dell’OPEC+ di aderire all’accordo sui tagli alla produzione per il “bene dell’economia globale”, visti i dubbi di questi giorni sull’effettiva riduzione dell’output da parte degli altri componenti dell’alleanza.

L’invito arriva dopo pochi giorni da un meeting ‘complicato’ per l’alleanza dei produttori, conclusasi con l’accordo su un taglio combinato della produzione di 2,2 milioni di barili al giorno (bpd) per il primo trimestre del prossimo anno, intesa considerata deludente da molti

“Nonostante gli impegni dei membri dell'OPEC+, vediamo che la produzione totale dei Paesi OPEC+ diminuirà di soli 350.000 bpd da dicembre 2023 a gennaio 2024 (da 38,23 milioni di bpd a 37,92 milioni di bpd)”, calcola Viktor Katona, analista di Kpler.

Altre cause

La debolezza del petrolio risente anche di altri elementi esterni all’OPEC+, provenienti da diverse parti del mondo.

I dati cinesi hanno mostrato che le importazioni di petrolio a novembre sono diminuite del 9% rispetto all'anno precedente, poiché gli elevati livelli di scorte, i deboli indicatori economici e il rallentamento degli ordini da parte dei raffinatori indipendenti hanno indebolito la domanda.

In India, il consumo di carburante a novembre è sceso dopo aver toccato un picco di quattro mesi a novembre, colpito da minori viaggi nel terzo consumatore di petrolio al mondo, a causa dell'esaurirsi della spinta festiva.

Negli Stati Uniti, la produzione è rimasta vicina ai massimi storici di oltre 13 milioni di bpd, secondo i dati della U.S. Energy Information Administration di mercoledì.

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