Petrolio in pausa dopo la paura del lockdown in Cina. Attesa per l’Opec+

Petrolio in pausa dopo la paura del lockdown in Cina. Attesa per l’Opec+

La decisione delle autorità cinesi di imporre un nuovo blocco a Shanghai avevano trascinato in basso le quotazioni del petrolio, mentre giovedì si riunirà l’Organizzazione dei paesi produttori con all’ordine del giorno un incremento di produzione superiore alla quota già decisa.

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Petrolio in attesa

Quotazioni del petrolio senza una direzione chiara in questa mattinata, dopo il calo di oltre il 5% arrivato nei due giorni precedenti.

I prezzi dei future WTI restano intorno ai 105 dollari, ai livelli di metà marzo e senza particolari scossoni, mentre il Brent viene scambiato a 109 dollari.

Il lockdown in Cina

Le vendite sull’oro nero erano arrivate dopo la decisione di Pechino di imporre un nuovo lockdown nella città di Shanghai per cercare di arginare l’ondata di infezioni da Covid 19, considerata la peggiore dall’inizio del 2020.

Il blocco dell’economia in una delle principali città del più grande importatore di petrolio al mondo durerà nove giorni e sarà divisa in due fasi: la prima riguarderà gli abitanti della parte orientale, mentre dal primo aprile sarà il turno della metà occidentale.

La decisione del governo cinese sparge nuove preoccupazioni sulla domanda di petrolio, innescando “un’ondata di vendite”, vista la “delusione degli investitori” perché “pensavano che le chiusure a Shanghai, una città con 26 milioni di persone, sarebbero state evitate”, sottolineano gli analisti di Fujitomi Securities.

“La rigida politica cinese di Covid zero porterà a ripetuti blocchi nei principali centri d’affari, il che difficilmente lascerà indenne la domanda di petrolio della Cina”, spiega Carsten Fritsch, analista di Commerzbank.

Secondo Rystad Energy, infatti, il lockdown potrebbe tagliare la domanda di petrolio fino a 200 mila barili al giorno per la durata delle restrizioni, mentre da ANZ Research indicano che Shanghai incide per il 4% circa sui consumi di petrolio nel paese.

Inoltre, da Bloomberg calcolano in 62 milioni le persone in Cina già sotto lockdown o che si apprestano alla quarantena in base alle misure che stanno per entrare in vigore.

Il fattore Opec

Tra due giorni (31 marzo), intanto, si riunirà nuovamente l’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (Opec) a cui si aggiungeranno come di consueto i suoi alleati (Opec+).

L’organizzazione “presterà particolare attenzione alla situazione del Covid in Cina”, afferma Victoria Scholar, analista di Interactive Investor.

Fino a questo momento, i membri dell’Opec+ si erano rifiutati di aumentare significativamente la loro produzione di petrolio per alleggerire il mercato, mantenendo l’incremento già deciso, pari a 400 mila barili al giorno ogni mese.

“Un ulteriore contenimento potrebbe essere usato per giustificare la strategia del cartello di aumentare lentamente e costantemente l'offerta al mercato, nonostante le richieste di accelerazione”, ha aggiunto Scholar.

Voci di una conferma dei piani Opec a seguito del meeting arrivano anche da fonti della Reuters, nonostante le pressioni che arrivano da più parti visti l’aumento dei prezzi dovuto alla guerra in Ucraina e le richieste degli Stati Uniti e di altri paesi consumatori di greggio di aumentare l’offerta.

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