Petrolio in recupero ma “la tempesta non è ancora finita” secondo gli analisti

I prezzi del petrolio sono tornati a salire dopo i crolli dei giorni scorsi, ma superato l'incidente tecnico restano i problemi legati alla bassa domanda di greggio
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Un recupero temporaneo per il petrolio?
Giornata di recupero per il prezzo del petrolio dopo l'estrema volatilità dei giorni scorsi. Il contratto future di giugno, infatti, torna sopra i 15 dollari, mentre il Brent viene nuovamente scambiato oltre i 21 dollari.
Il recupero, però, potrebbe essere temporaneo. “La tempesta non è finita per il petrolio, ma almeno per un brevissimo periodo la volatilità sembra essere leggermente in calo dopo il crollo epocale visto negli ultimi giorni", prevede Carlo Alberto De Casa, capo analista di ActivTrades.
"Un potenziale ulteriore taglio della produzione da parte dell'Opec rappresenterebbe una soluzione temporanea e non definitiva”, aggiunge l'esperto, aggiungendo che “molti produttori soffrirebbero con ulteriori tagli, anche se questa sembra essere l'unica alternativa a prezzi ultra-bassi. La possibilità di vedere prezzi di nuovo negativi non è remota, man mano che ci avviciniamo alla prossima scadenza, se i magazzini per lo stoccaggio rimangono pieni e non si trovasse altro spazio per depositare il petrolio".
Un “incidente tecnico” che potrebbe ripetersi a giugno
La virata in negativo dei prezzi del petrolio è “un 'incidente tecnico' del WTI” che probabilmente “si ripeterà anche sulle scadenze di giugno, ma non attribuirei a questo evento troppa importanza”, spiegava nel corso di un'intervista al Corriere della Sera Paolo Scaroni, vicepresidente di Rothschild ed ex amministratore delegato di Eni.
Restano infatti, le difficoltà economiche e “con la pandemia e i lockdown, i consumi sono scesi a 7 milioni di barili al giorno. L'Arabia Saudita avrebbe voluto tagliare ancora, ma i russi si sono opposti, perché i produttori americani sarebbero andati avanti come sempre, e per loro nulla sarebbe cambiato. Così anche i sauditi non hanno tagliato. Il risultato è l'intasamento di oggi", aggiunge Scaroni.
Fino a quando "le economie saranno ferme la domanda resterà debole e il prezzo del Brent sotto 20 dollari al barile”, ma “quando i lockdown saranno rimossi la domanda tornerà progressivamente a 100 milioni di barili, i prezzi non torneranno a 60 dollari perché la Russia non vuole più tagliare le sue produzioni mentre gli Usa producono a manetta, incuranti di quanto accade nel mondo", prevede spiega l'ex ad Eni,
"Ecco” conclude il manager, “mi attendo una qualche contromisura da parte americana, anche se la loro stessa legislazione non lo consente. Però è altrettanto vero che per troppo tempo hanno pensato solo ad accrescere le quote di mercato lasciando agli altri l'onere di ridurre le produzioni. Ora si devono un po' guardare allo specchio".
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