Pioggia di dati macro a Wall Street in attesa del PCE di ottobre
Nel pomeriggio arriverà il dato più osservato dalla Federal Reserve per decidere sulle sue politiche monetarie e, nell’attesa, la Borsa di New York è vista aprire intorno la parità.
Pioggia di dati
Rallenta l’economia negli Stati Uniti anche se di poco e mantenendosi solida, con l’inflazione nel trimestre che ha mostrato segni di indebolimento, anche se non di molto, in attese del fondamentale dato di ottobre previsto nel pomeriggio.
Passando al dettaglio dei dati, il Prodotto Interno Lordo annualizzato degli USA trimestre su trimestre è calato al +2,8%, in linea con le attese ma in calo rispetto al +3% del dato precedente.
Il consumo personale del terzo trimestre è aumentato del +3,5%, meno del periodo precedente e delle stime pari al +3,7%, mentre ad ottobre gli ordini di beni durevoli sono cresciuti del +0,2% (consensus a +0,5%), sopra il dato precedente revisionato del -0,4%.
Le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione della settimana terminata il 22 novembre sono state 213 mila, in linea sia con le attese (215 mila) che con il dato precedente (215 mila).
L’indice dei prezzi principali (PCE) del trimestre ha mostrato un aumento del 2,10%, dato inferiore se paragonato al +2,80% precedente e alle attese degli esperti (+2,20%).
Oggi era stato diffuso anche l’indice Mba che misura le nuove richieste di ipoteche negli Stati Uniti e nella settimana terminata il 22 di novembre ha registrato un aumento del 6,3%, in crescita rispetto al +1,7% della settimana precedente.
Altri dati importanti sono previsti per le ore 16 quando verrà diffuso quello sul PCE di ottobre, spesso considerato il più osservato da parte della Fed per decidere le proprie politiche monetarie, visto in calo annualmente del 2,3% rispetto al 2,1% precedente.
Questi numeri sono considerati importanti in vista della riunione di dicembre della Federal Reserve e ora lo strumento FedWatch di CME Group indica che i trader scommettono con una probabilità del 66,5% che la banca centrale riduca il costo del denaro di 25 punti base a dicembre, in linea con le previsioni precedenti ai dati.
La reazione di Wall Street
La diffusione dei dati odierni non dava particolari scossoni agli indici di Wall Street e il future sul Nasdaq proseguiva in leggero calo (-0,20%). In controtendenza i contratti sul Dow Jones (+0,15%), mentre quelli sullo S&P500 restavano intorno la parità.
Il dollaro si indeboliva nei confronti dell’euro e il cross EUR/USD saliva (+0,60%) a 1,0549, mentre l’oro aumentava i suoi guadagni della mattina portandosi a 2.676 (future) e 2.652 (prezzo spot) dollari l’oncia.
Il Bitcoin restava positivo (+1%), scambiato a 93.850 dollari, ancora lontano dal livello dei 100 mila dollari sfiorato nei giorni scorsi.
Domani, Wall Street resterà chiusa per la festa del Ringraziamento e venerdì la giornata dei mercati sarà in versione ridotta.
Le minute della Fed
I verbali della riunione dell'ultimo incontro della Federal Reserve diffusi ieri hanno messo in luce una notevole incertezza tra i membri del FOMC riguardo alle future decisioni di politica monetaria sia per il prossimo meeting di dicembre che sul raggiungimento del tasso neutrale.
Nel meeting di novembre, il comitato ha deciso di tagliare i tassi di 25 punti base, portando il range al 4,50%-4,75% e questa mossa era stata motivata dal rallentamento dell'inflazione e dal deterioramento delle condizioni del mercato del lavoro. Tuttavia, le prospettive economiche rimangono incerte, con rischi sia sul fronte inflazionistico che su quello occupazionale, pertanto i banchieri sembrano preferire un approccio graduale e dipendente dai dati.
Alcuni membri sono favorevoli a tagli accelerati dei tassi in caso di rapido peggioramento del mercato del lavoro o della crescita economica, mentre altri considerano una possibile pausa se l'inflazione dovesse rimanere elevata. Il FOMC ha notato che il tasso di disoccupazione è risalito, pur rimanendo basso, e che l'inflazione ha fatto progressi verso l'obiettivo del 2%, ma resta ancora elevata.
Notizie societarie e pre market USA
Dell (-13%): prevede ricavi per il quarto trimestre tra i 24 e i 25 miliardi di dollari, inferiori alla stima media degli analisti di 25,57 miliardi (dati LSEG).
HP (-9%): prevede un utile per azione rettificato del primo trimestre compreso tra 70 e 76 centesimi, al di sotto delle stime degli analisti di 85 centesimi (dati LSEG).
Workday (-10%): prevede per il quarto trimestre ricavi da abbonamento inferiori alle aspettative di Wall Street, ridotti a causa di una minore spesa dei clienti per il suo software di gestione.
Outlook Therapeutics (-82%): i dati preliminari di uno studio in fase avanzata mostrano che il suo farmaco sperimentale, ONS-5010, non ha raggiunto l'obiettivo di non inferiorità alla settimana 8.
Urban Outfitters (+13%): riportato ricavi netti per il terzo trimestre di 1,36 miliardi di dollari, in crescita del 6,3% rispetto a un anno fa, battendo le stime di 1,34 miliardi (dati LSEG).
Kronos Bio (+4%): licenzierà circa l'83% dei suoi dipendenti entro la fine dell'anno e l'amministratore delegato Norbert Bischofberger si è dimesso dopo quasi sei anni di attività.
Raccomandazioni analisti
Amazon
MoffettNathanson Research: ‘buy’ e prezzo obiettivo aumentato da 235 a 248 dollari.
Zoom Video Communications
Goldman Sachs: ‘neutral’ e target price alzato da 72 a 86 dollari.
Barclays: ‘neutral’ e prezzo obiettivo incrementato da 70 a 85 dollari.
Best Buy
Citigroup: ‘buy’ e target price ridotto da 109 a 101 dollari.
Delta Airlines
Citigroup: ‘buy’ e il prezzo obiettivo aumentato da 65 a 76 dollari.
La Finestra sui Mercati
Tutte le mattine la newsletter con le idee di investimento!