Piovono vendite sui mercati europei, si cerca rifugio su oro e argento

Il riacutizzarsi della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina manda in rosso i mercati, mentre gli investitori si spostano verso oro e argento in cerca di porti sicuri.
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Mercati in rosso
Mattinata in rosso sui mercati europei, spaventati dal riacutizzarsi della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina nonostante le rassicurazioni di ieri arrivate da Donald Trump.
Il Ftse Mib cede lo 0,80% dopo oltre un’ora di scambi, seguito sullo stesso trend dal Dax (-0,70%) e dal Cac 40 (-0,60%), mentre il Ftse 100 resta intorno la parità (-0,10%) e l’Ibex 35 guadagna lo 0,15%. In netto calo anche i future sui principali indici statunitensi: Nasdaq a -1%, S&P500 a -0,80% e Dow Jones in flessione di mezzo punto percentuale.
A Milano, soffrono particolarmente Stellantis (-3,60%), Amplifon (-2,60%), Banco Bpm (-2,30%), Buzzi (-2%), Leonardo (-2%), Banca Monte dei Paschi di Siena (-1,80%), Moncler (-1,80%), Mediobanca (-1,70%), Bper Banca (-1,30%) e Intesa Sanpaolo (-1,20%), tra le tante.
La guerra commerciale USA-Cina
In queste ore, la Cina ha iniziato ad applicare i nuovi dazi portuali speciali alle navi di proprietà statunitense, dopo aver annunciato 10 dettagli attuativi finalizzati alla tutela degli interessi dell’industria navale cinese dopo misure analoghe decise dagli Stati Uniti, anche queste operative da oggi. La misura colpisce anche le navi gestite da entità statunitensi o quelle controllate da soggetti con controllo USA superiore al 25%.
In particolare, le tasse portuali per le navi statunitensi che attraccano nei porti cinesi saranno inizialmente di 400 yuan (circa 56 dollari) per tonnellata netta che aumenteranno gradualmente fino a 1.120 yuan a partire dal 17 aprile del 2028.
Secondo il Csis, nella cantieristica gli USA detengono una quota mondiale pari allo 0,1% rispetto a oltre il 50% in capo alla Cina.
La mossa USA “viola gravemente i principi del commercio internazionale e l’Accordo sui trasporti marittimi Cina-USA e compromette gravemente il commercio marittimo bilaterale”, spiegava il Ministero dei Trasporti cinese.
Gli ultimi sviluppi in tema di commercio arrivano dopo i limiti all’export di terre rare decisi da Pechino che aveva provocato la reazione statunitense e oggi sono arrivate dichiarazioni infuocate da parte della Cina che, per bocca id un anonimo portavoce del ministero del Commercio, assicura di essere pronta a “combattere fino alla fine” in una guerra commerciale con gli USA. “Sulla questione delle guerre tariffarie e commerciali, la posizione della Cina rimane coerente: se volete combattere, combatteremo fino alla fine; se volete negoziare, la nostra porta rimane aperta”, affermava il portavoce.
Investitori verso i beni rifugio
Il peggioramento del sentiment ha spinto gli investitori verso i metalli preziosi, visti come porto sicuri per chi cerca protezione per i loro investimenti alla luce del clima di tensione.
Il primo beneficiario è ovviamente l’oro, ancora a nuovi record dopo aver superato la soglia dei 4 mila dollari: questa mattina ha toccato un nuovo massimo storico a 4,179 dollari l’oncia per il prezzo spot (4.190 dollari per il future).
Anche l’argento sembra non volersi fermare dopo aver toccato il record di 53,54 dollari l’oncia (spot) e 52,49 dollari (future).
Oltre ai timori per la guerra commerciale, le quotazioni dell’oro sono sostenute dalle attese per un taglio dei tassi di interesse negli USA da parte della Federal Reserve. Ieri, Anna Paulson, direttrice della Fed di Filadelfia, ha affermato che i crescenti rischi per il mercato del lavoro hanno rafforzato la necessità di ulteriori tagli dei tassi. Gli operatori prevedono una probabilità del 99% e del 94% di un taglio di 25 punti base, rispettivamente a ottobre e dicembre.
Bank of America e Société Générale prevedono ora che l'oro raggiungerà i 5.000 dollari, entro il 2026, mentre Standard Chartered ha alzato le sue previsioni di prezzo per il prossimo anno a 4.488 dollari.
l’attenzione ora sarà rivolta al discorso del presidente della Fed, Jerome Powell, in agenda oggi alle ore 18:20 italiane, per carpire ulteriori segnali sul percorso di politica monetaria della banca centrale americana.
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