Pirelli, ‘italianità’ a rischio e governo pronto alla Golden Power

Pirelli, ‘italianità’ a rischio e governo pronto alla Golden Power

Il gruppo cinese socio con il 37% del gruppo italiano potrebbe cambiare la sua strategia fin qui seguita di mantenimento della gestione italiana, provocando così la decisione dell’esecutivo.

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Golden Power per Pirelli

Una tutela del Made in Italy che potrebbe passare attraverso l’utilizzo della Golden Power per Pirelli, finalizzare a contrastare le richieste del socio cinese della storica società italiana.

Ancora ieri, i quotidiani avvisavano di un ‘rischio’ per la gestione italiana del gruppo, quindi il governo sarebbe pronto a lanciare la normativa che consente di bloccare o fissare particolari condizioni a specifiche operazioni finanziarie considerate di interesse nazionale.

“L’utilizzo della Golden Power non vuole avere connotazioni protezionistiche ma porre una serie di prescrizioni cui chi vuole operare in imprese italiane deve attenersi”, interveniva così lo stesso Ministro del Made in Italy, Adolfo Urso, nel corso di un’intervista rilasciata a MF, ribadendo che questa rappresenta “una linea che siamo intenzionati a perseguire ogni volta che si presenterà la necessità” come nel caso di Pirelli, al pari di quanto accaduto in casi precedenti come l’Isab di Priolo.

Prospettive che indeboliscono il titolo Pirelli a Piazza Affari, questa mattina in calo dello 0,70% a 4,57 euro dopo il +4% messo a segno nelle due sole sedute di giugno.

I rischi

Dal quotidiano Il Messaggero scrivevano nel fine settimana di un “grave rischio” per Pirelli, controllata dal 2015 da soggetti italiani insieme ai cinesi di Sinochem, gruppo statale che possiede il 37% attraverso Marco Polo International Italy S.R.L. e che potrebbe decidere un isolamento nei mercati occidentali della società a causa del brusco cambio di rotta finalizzato a “piegare le strategie” fin qui seguite, ovvero il mantenimento dell’italianità, principio alla base del patto originario di gestione.

Per il quotidiano romano, oltre a ingerenze a livello operativo, il socio cinese starebbe pianificando l’azzeramento del diritto di Camfin, la finanziaria di Tronchetti Provera e firmataria degli accordi insieme a Sinochem, di indicare i nuovi amministratori delegati, stoppando di fatto la tutela dell’italianità e la continuità del management.

Rischio che, secondo La Stampa, avrebbe fatto attivare il dipartimento di Palazzo Chigi che valuta la Golden Power in una serie di colloqui con i protagonisti della vicenda.

Elemento che si aggiunge ad una maggiore forza dei soci cinesi nel nuovo patto firmato lo scorso 22 maggio, di fatto sospeso fino alla conclusione del procedimento di Golden Power, attesa entro il 23 giugno con una decisione dell’esecutivo.

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La view degli analisti

Gli analisti di Equita Sim sottolineano come “dai documenti raccolti emerga la richiesta di ingerenza sulle strategie e l’operatività del gruppo (Sinochem avrebbe chiesto un aumento del livello di controllo politico e sulla composizione dei quadri dirigenziali oltre all’integrazione dei sistemi informatici delle controllate di Pirelli in Cina con i sistemi di Sinochem per consentire la condivisione simultanea delle informazioni) che si aggiunge alla maggiore forza dei soci cinesi nel nuovo patto (Camfin avrà un consigliere in meno)”.

Per questo, “in funzione dell’esito, che secondo fonti di stampa potrebbe arrivare fino alla limitazione del diritto di voto dei cinesi, non escludiamo che possa essere avviato un reshuffle (rimpasto) dell’azionariato”, prevedono da Equita che la scorsa settimana aveva confermato il rating ‘buy’ sul titolo Pirelli, con prezzo obiettivo ancora a 5,8 euro.

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Aziende citate nell'Articolo

Codice: PIRC
Isin: IT0005278236
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