Pirelli si accende dopo indiscrezioni sul prezzo di uscita di Sinochem

Pirelli si accende dopo indiscrezioni sul prezzo di uscita di Sinochem

Secondo alcuni quotidiani la società cinese sarebbe pronta a vendere il 37% detenuto nella società di Tronchetti Provera dopo aver ricevuto ‘ordini’ dal governo di Pechino di rivedere i loro investimenti all’estero.

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Rally Pirelli

Titolo Pirelli di slancio nel corso di questa mattinata di Piazza Affari, ‘accesa’ dall’ipotesi di prezzo di vendita per la quota dei cinesi Sinochem Holdings.

Le azioni della società produttrice di pneumatici guadagnano oltre il 4% dopo un’ora di contrattazioni, raggiungendo così quota 5 euro, ai massimi da un anno.

Positiva anche la performance del titolo nel corso del 2023, arrivato a guadagnare oltre il 20% rispetto alle quotazioni di inizio anno.

Le ipotesi di vendita

Ad infiammare le azioni Pirelli sono le indiscrezioni sul prezzo di vendita di 6,5 euro per azione della quota del 37% detenuta da Sinochem Holdings in Pirelli, dopo che già ieri Bloomberg anticipava la notizia di un interesse alla cessione da parte del conglomerato statale cinese, impegnata a razionalizzare il suo portafoglio globale di attività.

Le indiscrezioni di una volontà di Sinochem di abbandonare l’azionariato Pirelli aveva attirato forte volatilità sul titolo Pirelli nella seduta di ieri, addirittura fermato dalle contrattazioni quando cedeva oltre il 4%, anche se poi ha chiuso in positivo.

Sulla vendita sarebbe già all’opera Marco Tronchetti Provera, scrive Il Messaggero, e tra i potenziali interessati citati ci sono KKR e altri due fondi USA.

La strategia di Sinochem

Il gruppo con sede a Pechino è impegnato nelle prime fasi di revisione della sua partecipazione nella società della Bicocca e potrebbe anche vendere una quota parziale o disinvestire nel tempo sul mercato, secondo le fonti di Bloomberg.

Le scelte di Sinochem si inseriscono in un contesto in cui le imprese statali cinesi hanno ricevuto istruzioni dal governo di rivedere i loro asset e abbandonare quelli al di fuori dei core business.

In particolare, le aziende potrebbero dismettere anni di acquisizioni all’estero di grandi dimensioni come Pirelli, acquistata per circa 8 miliardi dollari nel 2015, anche se i costi di finanziamento relativamente elevati per gli acquirenti negli ultimi mesi, così come il carico di debito di Pirelli, sarebbero ostacoli a qualsiasi potenziale accordo.

La view di Equita Sim

Gli analisti di Equita Sim hanno “sempre ritenuto più probabile il piazzamento del 9% detenuto da Silk Fund (che fa capo allo Stato cinese, la cui quota era stata scorporata da Sinochem tempo fa), ma non escludiamo che queste indiscrezioni siano realistiche sapendo che Sinochem dopo la fusione con ChemChina è diventato un conglomerato piuttosto diversificato (con attività che spaziano da agrochimica, alimentazione animali, prodotto petrolchimici e altro ancora)”.

Nel caso di cessione del 37%, dalla sim ritengono “che chiunque compri debba comunque trovare un accordo con Tronchetti (che tramite Camfin detiene il 14,1% di Pirelli), dato che la governance attuale prevede anche che la sede sociale e i centri di R&D non possano essere spostati fuori dall’Italia senza l’approvazione del 90% del capitale”.

“I movimenti che abbiamo commentato più volte negli ultimi 2 anni riteniamo siano interpretabili come mosse finalizzate alla creazione di un nocciolo duro a maggioranza italiana proprio nell’evenienza di un disimpegno di Sinochem (sommando le azioni apportate dalla famiglia Niu in Camfin, oltre a quelle che detiene direttamente, le call option sottoscritte da Camfin si arriva al 22%, ovvero 27% includendo il 5% acquistato da Brembo). In caso di placement non escludiamo che Camfin possa rilevarne una quota”, concludono da Equita.

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Aziende citate nell'Articolo

Codice: PIRC
Isin: IT0005278236
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