Possibile premio del 17% annuo con il certificate su Moderna

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Non solo Covid, Moderna guarda avanti, la tecnologia mRna che ha salvato il mondo è applicabile a tantissime altre medicine, anche quelle oncologiche. Mix tra un cash collect e un Athena, il certificate di Vontobel con Isin DE000VM8RPN6 su una delle principali società del comparto, Moderna, stacca premi trimestrali con Effetto memoria del 4,25% (17% annuo) se l'unico sottostante non sarà sceso alle date di valutazione sotto al livello iniziale. A scadenza protezione del capitale fino a cali del 40% del sottostante dal livello iniziale.


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Comparto vaccini messo alla prova

La tecnologia Rna messaggero potrebbe essere la chiave per molti altri vaccini, anche quelli per combattere i tumori. Moderna è già alla fase tre per la sperimentazione di un vaccino per il cancro al polmone, il tumore più diffuso al mondo e contro il melanoma. Ottime notizie anche dal vaccino contro il virus respiratorio sinciziale mentre i conti del gruppo superano le stime.

Il calo delle vendite di vaccini contro il Covid 19 ha messo alla prova il comparto ma le big del settore si sono riposizionate velocemente grazie anche a palate di liquidità accumulate in questi anni, con strategie che puntano alla diversificazione, all’acquisizione di ricerca e sviluppo per le linee esterne e alla focalizzazione negli ambiti antitumorali e malattie cardiovascolari, che hanno stime di crescita importanti per il prossimo futuro e forniscono una prospettiva di ricavi stabili e con alti margini.

Nel 2023 i dieci maggiori gruppi per capitalizzazione a livello internazionale hanno registrato ricavi complessivi in flessione da 562,176 miliardi di dollari del 2022 ai 532,928 miliardi del 2023 (-6,2% circa) e utili in calo da 117 miliardi a 103 miliardi di dollari (-12%), secondo la banca dati di Capital IQ.

In questo contesto emerge Moderna, società farmaceutica con sede in Massachusetts che due settimane fa ha messo a segno una trimestrale superiore alle previsioni degli analisti e ha confermato le stime di vendite per l’intero 2024. Per i prossimi mesi, Moderna ha indicato una chiara strategia legata allo sviluppo di nuovi prodotti che gli permetteranno di ‘guarire’ i conti dal post pandemia da Covid 19 e il mercato ha apprezzato.

Con le novità attese dalla prossima approvazione di nuovi farmaci, Moderna può rappresentare un’ottima opportunità di investimento e in questo contesto il certificate di Vontobel può fornire un alto rendimento a cui si affianca una barriera protettiva elevata per difendersi da eventuali cali improvvisi.

Soluzione di investimento

Il certificate con ISIN DE000VM8RPN6 targato Vontobel, della durata di due anni, stacca premi trimestrali del 4,25% (17% annuo) se l’unico sottostante Moderna non sarà sceso, alle date di valutazione, sotto il livello iniziale. Per recuperare eventuali premi trimestrali non staccati, il certificate gode dell’Effetto memoria.

A partire dal 27 gennaio 2025, a 12 mesi dall’emissione, si apre la possibilità del rimborso anticipato a 1.000 euro. Da quella data e a ogni data di valutazione trimestrale successiva, le barriere dei premi e del rimborso anticipato coincideranno: con Moderna pari o sopra il livello iniziale il certificate verrà rimborsato a 1.000 euro a cui si sommeranno tutte le cedole del 4,25% trimestrali (17% annuo) non distribuite in precedenza. A scadenza protezione del capitale fino a cali del 40% del sottostante dal livello iniziale.

La tabella di seguito mostra i livelli di riferimento del certificato:

Oggi il certificate scambia sotto il valore nominale, a 985 euro, con Moderna, unico sottostante, che quota sotto il livello iniziale (-4,4%), e una distanza dalla barriera che rimane molto profonda.

Rimborso anticipato

Il 27 gennaio 2025 si apre la possibilità del rimborso anticipato, per poi ripresentarsi a ogni data di valutazione successiva: nel caso in cui Moderna dovesse quotare pari o sopra il livello iniziale, il certificate verrebbe rimborsato a 1.000 euro, staccando i premi non distribuiti in precedenza.

A differenza dei classici certificate, il rimborso anticipato stavolta non scatta dopo tre o sei mesi, bensì dopo un anno per dare la possibilità all’investitore di incassare le ricche cedoleanche in caso di rialzo del sottostante.

A gennaio 2025, in caso di rimborso anticipato, l’investitore incasserebbe 4 cedole da 45,5 euro ognuna (182 euro), a cui andranno aggiunti 15 euro di differenza tra il prezzo nominale (1.000 euro) e la quotazione attuale (985 euro), per un totale di 197 euro, il 20% in poco meno di 11 mesi, che annualizzato significa un rendimento del 21,8% al lordo delle imposte.

La scommessa non è priva di rischi visto che Moderna quota sotto la parità, ma la poca differenza dal livello iniziale la rende possibile.

Inoltre, l’investitore potrà incassare anche il capital gain a seguito della vendita del certificato, sempre possibile a mercato aperto, effettuata nel caso in cui tornasse sopra il prezzo a cui lo aveva acquistato.

Gli scenari alla scadenza

Scenario positivo. Se alla data di valutazione finale, il 26 gennaio 2026, il certificate non dovesse essere ancora stato ritirato occorrerà guardare al valore del sottostante.

Con il sottostante ad un valore maggiore o uguale al valore iniziale:

  • il certificate verrà rimborsato a 1.000 euro;
  • verranno incassati tutti i premi trimestrali non incassati precedentemente.

L’investitore incasserebbe in circa due anni tutti i premi 45,5 euro *8, ovvero 364 euro più 15 euro di capital gain 379 euro su 990 euro investiti ovvero il 38,28% che annualizzato significa il 19,14%.

Scenario neutro. Se alla data di valutazione finale, il 26 gennaio 2026, il certificate non dovesse essere ancora stato ritirato occorrerà guardare al valore del sottostante.

Con il sottostante tra il 60% del valore iniziale e il 100% del valore iniziale:

  • il certificate verrà rimborsato a 1.000 euro ma non verranno staccati premi. L'investitore avrà protetto il suo investimento dal calo del sottostante.

L’investitore incasserebbe solo il capital gain di 15 euro in due anni

Scenario negativo. Per quanto riguarda il capitale, il rischio maggiore si ha se, in data 26 gennaio 2026, si verificheranno le seguenti condizioni:

  • il certificate non sarà ancora stato ritirato;
  • il sottostante avrà perso un importo superiore al 40% rispetto al valore iniziale.

In questo caso per l’investitore sarebbe come aver puntato sul titolo peggiore senza lo stacco dei dividendi.

Se ad esempio Moderna dovesse perdere il 55% rispetto al livello iniziale, il certificate verrebbe ritirato a 450 euro, se dovesse perdere il 70%, il certificate verrebbe ritirato a 300 euro e così via.

Athena ed effetto memoria

A differenza dei classici certificate, in questo caso abbiamo un solo sottostante, un rendimento molto elevato, ma anche una barriera dei premi alta. Il premio non viene distribuito in caso di calo del sottostante ma solo se Moderna supererà il livello iniziale alle date di valutazione.

Prima del 27 gennaio 2025, se Moderna si dovesse trovare sopra il livello iniziale alle date di valutazione, allora il certificate staccherà il premio. Da gennaio 2025 le barriere della cedola e del rimborso anticipato coincideranno quindi il certificate, se non verrà ritirato manterrà ‘in pancia’ le cedole, che verranno pagate se scatterà il rimborso anticipato.

La scommessa di fondo è: Moderna sarà in grado di riportarsi sopra il livello iniziale e quindi far scattare il rilascio dei premi?

Questa tipologia di certificate, molto apprezzata in Paesi dove gli strutturati hanno una presenza maggiore, come Germania e Svizzera, sono più efficienti nel momento in cui mantengono al loro interno le cedole e fanno ‘lavorare’ questo capitale senza distribuirlo. I premi che rimangono all’interno gonfiano pian piano il prezzo del certificate se Moderna si avvicina al livello iniziale, aiutando l’investitore a vendere il certificate con un prezzo vicino o sopra la pari.

Al contrario, più Moderna quoterà lontano dal livello iniziale meno il prezzo del certificate incorporerà la possibilità di staccare le cedole e dunque calerà velocemente.

Tutto questo condito da una buona esposizione alla volatilità e dividendi. Un aumento della volatilità incrementerebbe i dubbi sulla possibilità di rimanere vicino al livello iniziale e dunque stacco dei premi con un calo del prezzo del certificate (e viceversa). Non parliamo di taglio di dividendo perché gli analisti su Moderna, tipica società concentrata sulla crescita, non prevedono alcuno stacco di cedola.

Il lato negativo è la possibilità di rimanere un po’ ‘incastrati’ se Moderna dovesse perdere molto terreno, perché allora il certificate punterà al rimborso a 1.000 ma senza cedole. Situazione che dato l’elevato premio sarebbe facilmente ricomposta a ogni rimbalzo del titolo in prossimità del livello iniziale.

Trimestre sorprendente per Moderna

La società di biotecnologie specializzata in terapie e vaccini a RNA messaggero (mRNA) due settimane fa ha messo a segno un utile di 217 milioni di dollari nell’ultimo trimestre dell’anno, corrispondente a 55 centesimi per azione, oltre le previsioni degli analisti interpellati da LSEG, i quali si attendevano una perdita di 97 centesimi.

Il direttore finanziario, James Mock, ha spiegato in un'intervista che l'azienda ha battuto le proprie previsioni grazie a entrate differite inaspettate di 600 milioni di dollari e a risparmi sui costi di circa 300 milioni derivanti dallo sforzo dell'azienda di adeguare la propria produzione nel corso del 2023.

I ricavi del periodo derivanti dal vaccino per il Covid-19, il suo unico prodotto commercializzato, sono scesi del 43% a 2,8 miliardi di dollari, ma in linea con le aspettative degli analisti.

Un anno di transizione

Il risultato sull’intero 2023 vede un calo dei ricavi totali, scesi a 6,8 miliardi dai 19,3 miliardi dell’anno precedente, dovuta soprattutto alle minori vendite del vaccino Covid 19, ma leggermente superiori alle stime di Wall Street di 6,7 miliardi.

La perdita netta è stata di 4,7 miliardi di dollari, rispetto a un utile netto di 8,4 miliardi nel 2022. Nonostante i minori vaccini, le vendite per l’anno fiscale sono arrivate a 6,7 miliardi di dollari, in linea con le previsioni comunicate al mercato di almeno 6 miliardi.

Il 2023 è stato definito come “un anno di transizione” per Moderna, nel corso del quale la società si è “adattata al mercato endemico”, uscendo così da quello pandemico, secondo le parole dell’amministratore delegato, Stéphane Bancel, anche se il team commerciale “ha aumentato la quota di mercato relativa al Covid 19 negli Stati Uniti”. Passato l’anno di transizione, la società conferma la sua guidance di previsioni di vendite nel 2024 pari a 4 miliardi di dollari.

Verso nuovi farmaci

Con la fine dell’emergenza, Moderna sta già lavorando alla strategia post-pandemia, puntando sulla realizzazione di nuovi vaccini, avendo fatto “progressi significativi nella pipeline nel campo delle malattie infettive, dell'oncologia e delle malattie rare”, spiegava Bancel, proprio per compensare il calo dei ricavi del vaccino per il Covid 19.

La società attende “con impazienza” le previste approvazioni per vaccino (mRNA-1345) contro il virus respiratorio sinciziale (RSV) che dovrebbero arrivare “a partire dalla prima metà dell'anno” (entro il 12 maggio), secondo le previsioni del management, in tempo per consentire ai Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie di prendere in considerazione le raccomandazioni d'uso in occasione di una riunione sui vaccini che si terrà a fine giugno.

I dati pubblicati questo mese hanno mostrato un’efficacia al 63% nel prevenire i sintomi respiratori legati all'RSV dopo 8,6 mesi, rispetto all'84% a 3,3 mesi.

Il vaccino sarà lanciato anche fuori dagli Stati Uniti, in Germania e Australia nel corso del 2024 e gli esperti stimano la generazione di 280 milioni di dollari durante quest’anno.

Positivi su Moderna i 23 analisti intervistati da S&P Global Market Intelligence dopo i conti, viste le 9 raccomandazioni di acquisto (buy’), 4 ‘accumulate’, 8 ‘hold’, 1 ‘underperform’ e 1 ‘sell’, con un target price medio di 134 dollari.

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