Possibile premio fino al 18,20% annuo con il certificate su Banco BPM

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Risultati sopra le attese, scommesse di M&A e tassi ancora alti, tre buone notizie per Banco BPM. Il certificate Athena di Vontobel con Isin DE000VM8RPL0 sulla banca di Piazza Meda, stacca premi trimestrali del 4,55% (18,20% annuo) se l'unico sottostante Banco BPM, non sarà sceso alle date di valutazione sotto al livello iniziale.

Cedole con effetto memoria per recuperare eventuali premi trimestrali non staccati. Possibilità di rimborso dopo 12 mesi, e per ogni trimestre successivo, le barriere dei premi e del rimborso anticipato coincideranno: con Banco BPM pari o sopra il livello iniziale, alle date di valutazione, il certificate verrà rimborsato a 1.000 euro più tutte le cedole del 4,55% trimestrali (18,20% annuo) non distribuite in precedenza.

A scadenza protezione del capitale fino a cali del 40% del sottostante dal livello iniziale. Il certificate quota sotto la pari a 979 euro con il sottostante sopra al livello iniziale.


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Banco BPM lancia la sfida

“Attualmente, c’è già un terzo polo. Siamo la terza banca italiana, oltre che come dimensione anche nella considerazione degli imprenditori italiani”. Così il Ceo di Banco BPM, Giuseppe Castagna, rispondeva a chi gli chiedeva se il suo riferimento al consolidamento, esplicitato nei giorni scorsi in occasione della presentazione dei conti 2023, fosse da intendersi in chiave ‘stand alone’ o in ottica di future operazioni. In ogni modo, Castagna lanciava la sfida ai grandi competitor nazionali Intesa Sanpaolo e Unicredit, puntando sull’aumento del radicamento del gruppo nel tessuto della media impresa, senza rinunciare a incursioni nel segmento dei grandi gruppi, con cui il Banco ha da tempo iniziato a lavorare. Sullo sfondo rimangono però i rumors, più volte smentiti dagli interessati, di un matrimonio con una Mps, che dopo il restyling sui conti, appare molto più attraente.

Ad aiutare i conti del comparto bancario è anche un contesto macro favorevole. Il 2024 doveva essere l’anno dei tassi in calo rispetto al 2023, ma potrebbe arrivare la smentita. L’anno scorso la BCE ha portato i tassi sui depositi dal 2,5% dell’8 febbraio al 4% del 20 settembre, il tasso di riferimento si è portato dal 2,5% di febbraio al 4,5% di settembre. Per il 2024, è probabile che la media dei tassi rimanga più elevata o uguale rispetto a quella del 2023.

I dati sembrano indicare che un possibile taglio dei tassi di interesse della Banca centrale europea non sarebbe poi così immediato. Stamattina è stato diffuso il dato sull’inflazione in Europa che conferma le previsioni: +2,8% praticamente stabile dal precedente 2,9%. Uno scarto così basso che conferma come l’ultimo passo verso il raggiungimento del target del 2% stabilito dalla BCE, che spalancherebbe le porte ai tagli, sembra essere più complicato del previsto, ritardando l’allenamento monetario di Francoforte. Se gli utili operativi delle banche hanno beneficiato di tassi alti, dunque questo contesto potrebbe durare a lungo, favorendo ancora gli istituti finanziari europei, comprese le banche italiane.

Una soluzione di investimento interessante in un contesto ancora forte per gli istituti italiani, Banco BPM compresa, potrebbe essere quella di un certificate che fornisce cedole interessanti ma protegge anche in caso di correzioni o cali importanti. In questo contesto Vontobel ha realizzato un certificate ad alto rendimento potenziale a cui si affianca una barriera protettiva elevata per difendersi dagli imprevisti.

Soluzione di investimento

Il certificate di Vontobel con Isin DE000VM8RPL0 con unico sottostante una delle principali banche italiane stacca premi trimestrali del 4,55% (18,20% annuo) se alle date di valutazione Banco BPM non sarà sceso sotto il livello iniziale. Per recuperare eventuali premi trimestrali non staccati il certificate gode dell’Effetto memoria e dopo 12 mesi (27 gennaio 2025) scatta la possibilità di rimborso al prezzo nominale. A partire da quella data e per ogni trimestre successivo, le barriere dei premi e del richiamo anticipato coincideranno, pertanto se Banco BPM quoterà un livello pari o sopra il livello iniziale, alle date di valutazione il certificate verrà rimborsato a 1.000 euro, a cui andranno aggiunte le cedole del 4,55% trimestrali (18,20% annuo) non distribuite in precedenza. A scadenza dopo tre anni protezione del capitale fino a cali del 40% del sottostante dal livello iniziale.

La tabella di seguito mostra i livelli di riferimento del certificato:

Oggi il certificate scambia sotto il valore nominale, a 979 euro, e l’unico sottostante quota sopra il livello iniziale (+1,94%), con una distanza dalla barriera molto profonda.

Rimborso anticipato

La finestra per il rimborso anticipato si apre dal 27 gennaio 2025 per ripresentarsi a ogni data di valutazione successiva, se in quelle date, Banco BPM dovesse quotare pari o sopra il livello iniziale, il certificate verrà rimborsato a 1.000 euro, staccando tutti i premi non distribuiti precedentemente.

A differenza dei classici certificate, il rimborso anticipato stavolta non scatta dopo tre o sei mesi, bensì dopo un anno per dare la possibilità all’investitore di incassare le ricche cedole anche in caso di rialzo del sottostante.

A gennaio 2025, in caso di rimborso anticipato, l’investitore incasserebbe 4 cedole da 45,5 euro ognuna (182 euro), a cui andranno aggiunti 21 euro di differenza tra il prezzo nominale (1.000 euro) e la quotazione attuale (979 euro), per un totale di 203 euro, il 20,73% in 10 mesi, che annualizzato significa un rendimento del 24,8% al lordo delle imposte.

La scommessa non è esente da rischi visto che Banco BPM ad aprile staccherà il dividendo di 0,56 euro, pari all’11,1%, pertanto il suo valore scenderà ulteriormente. Da evidenziare, però, che l’investitore incasserebbe anche il capital gain legato all’acquisto del certificato quando è quotato sotto la parità di 1.000 euro.

Gli scenari alla scadenza

Scenario positivo. Se alla data di valutazione finale, il 25 gennaio 2027, il certificate non dovesse essere ancora stato ritirato occorrerà guardare al valore del sottostante.

Con il sottostante ad un valore maggiore o uguale al valore iniziale:

  • il certificate verrà rimborsato a 1.000 euro;
  • verranno incassati tutti i premi trimestrali non incassati precedentemente.

Scenario neutro. Se alla data di valutazione finale, il 25 gennaio 2027, il certificate non dovesse essere ancora stato ritirato occorrerà guardare al valore del sottostante.

Con il sottostante tra il 60% del valore iniziale e il 100% del valore iniziale:

  • il certificate verrà rimborsato a 1.000 euro ma non verranno staccati premi. L'investitore avrà protetto il suo investimento dal calo del titolo sottostante e, se dovesse aver comprato il certificate sotto la pari, avrà una plusvalenza data da 1.000 euro meno il prezzo di acquisto.

Scenario negativo. Per quanto riguarda il capitale, il rischio maggiore si ha se, in data 25 gennaio 2027, si verificheranno le seguenti condizioni:

  • il certificate non sarà ancora stato ritirato;
  • il sottostante avrà perso un importo superiore al 40% rispetto al valore iniziale.

In questo caso per l’investitore sarebbe come aver puntato sul titolo sottostante senza lo stacco dei dividendi.

Se ad esempio Banco BPM dovesse perdere il 55% rispetto al livello iniziale, il certificate verrebbe ritirato a 450 euro, se dovesse perdere il 70%, il certificate verrebbe ritirato a 300 euro e così via.

Athena ed effetto memoria

A differenza dei classici certificate, in questo caso abbiamo un solo sottostante, un rendimento molto elevato, ma anche una barriera delle cedole alta. Il premio non viene distribuito in caso di calo del sottostante ma solo se BPM si terrà o supererà il livello iniziale alle date di valutazione.

Prima del gennaio 2025 se BPM si dovesse trovare sopra il livello iniziale, alle date di valutazione, allora il certificate staccherà la cedola. Da gennaio 2025 le barriere della cedola e del rimborso anticipato coincideranno quindi il certificate, se non verrà ritirato manterrà “in pancia” le cedole, che verranno pagate se scatterà il rimborso anticipato.

La scommessa di fondo è: Banco BPM da gennaio del prossimo anno alla scadenza del certificate in tre anni sarà in grado di guadagnare 0 o qualcosa di più dal livello iniziale in modo che scatti l’autocall e vengano distribuite tutte le cedole? (Ricordiamo che ad oggi Bpm quota già sopra il livello iniziale.)

A scadenza, anche solo un guadagno dell’1% o anche zero dal livello iniziale farebbe scattare la clausola del rimborso con l’investitore che incasserebbe 45,5 euro per tre anni e 21 euro di capital gain in tutto 567 euro su 979 ovvero il 57,91% lordo in tre anni.

Questa tipologia di certificate molto apprezzata in Paesi dove gli strutturati hanno una presenza maggiore, come Germania e Svizzera, sono più efficienti nel momento in cui mantengono al loro interno le cedole e fanno ‘lavorare’ questo capitale senza distribuirlo. I premi che rimangono all’interno gonfiano pian piano il prezzo del certificate se Banco BPM si avvicina al livello iniziale, aiutando l’investitore a vendere il certificate con un prezzo vicino o sopra la pari.

Al contrario più Banco BPM quoterà lontano dal livello iniziale meno il prezzo del certificate incorporerà la possibilità di staccare le cedole e dunque calerà velocemente.

Tutto questo condito da una buona esposizione alla volatilità e dividendi. Un aumento della volatilità incrementerebbe i dubbi sulla possibilità di rimanere vicino al livello iniziale e dunque stacco dei premi con un calo del prezzo del certificate (e viceversa), un taglio del dividendo ordinario di BPM porterebbe a un apprezzamento del certificate.

Il lato negativo è la possibilità di rimanere un po’ ‘incastrati’ se Banco BPM dovesse perdere molto terreno, perché allora il certificate punterà al rimborso a 1.000 ma senza cedole. Situazione che dato l’elevato premio sarebbe facilmente ricomposta a ogni rimbalzo del titolo in prossimità del livello iniziale.

I numeri di Banco BPM

I risultati del 2023 diffusi a inizio febbraio da Banco BPM hanno indicato un margine di interesse cresciuto del 42,1% rispetto al 2022, arrivando a 3,289 miliardi di euro, principalmente per l’incremento dello spread commerciale conseguente al rialzo dei tassi di interesse.

L’utile netto segna un progresso dell’84,6% a 1,264 miliardi, il totale dei proventi operativi sale del 14,3% a 5,341 miliardi, mentre il risultato della gestione operativa risulta pari a 2,770 miliardi, con una crescita del 29,2% rispetto all'esercizio precedente.

Per quanto riguarda i ratio patrimoniali, il Common Equity Tier 1 ratio sale al 14,2% rispetto al 12,8% del 31 dicembre 2022, il Tier 1 ratio cresce al 16,3% dal 15,2% del 31 dicembre 2022, mentre il Total Capital ratio è pari al 19% rispetto al 18% di fine 2022.

“Siamo soddisfatti della nostra performance che non solo è migliore della guidance ma che è molto più vicina di tre mesi fa ai target del piano” al 2026, sottolineava Castagna illustrando i dati del 2023 agli analisti: “Abbiamo battuto la guidance di un utile netto di 1,2 miliardi e abbiamo un Cet1 del 14,2%, contro un 14% atteso. I ricavi hanno superato di circa 90 milioni le previsioni, mentre i costi sono stati 30 milioni in meno della guidance”.

Previsioni e dividendo

“Questo 2023 molto solido non solo ci permette di confermare gli obiettivi per l’anno, ma anche di migliorare la remunerazione degli azionisti nel 2024 che salirà a circa 1,4 miliardi di euro”, ovvero “quasi il 19% della nostra capitalizzazione attuale ed è un ottimo passo avanti verso il nostro obiettivo di 4 miliardi di dividendi al 2026”, annunciava Castagna. Dal 2024 la banca si attende un aumento anno su anno del margine d’interesse, una buona crescita nelle commissioni e provisions resilienti, mentre viene ribadito l’outlook di un utile per azione di 0,9 euro, oltre 1,1 includendo il one-off proveniente dall’accordo nella monetica.

“Confermiamo dunque tutti gli obiettivi del piano strategico 2023-26”, come i circa 6 miliardi di utile netto complessivo, il triplo rispetto al triennio precedente, e un payout ratio del 67%. Con la distribuzione di dividendi sull’utile netto 2023 e 2024, il Banco raggiungerà già circa 2 miliardi, la metà dell’obiettivo totale del piano. Castagna, inoltre, non esclude di remunerare gli azionisti con buyback, dopo il pagamento cash dell’interim dividend previsto: “Entrambe le possibilità saranno valutate”.

Analisti alzano il target price

Sulla spinta dei risultati 2023, Mediobanca Research alza il prezzo obiettivo sul titolo Banco BPM da 5,25 a 5,3 euro, con giudizio ‘underperform’, sottolineando come l’highlight dei conti sia stato l’upgrade del Dps ad uno yield dell’11% “che segnala l’impegno del management nella distribuzione di capitale, pilastro del piano 2023-2026”.

Raccomandazione d’acquisto per Intesa Sanpaolo con target price di 6,4 euro, dopo risultati “superiori alle nostre attese e a quelle del consenso”, con una visibilità migliorata sulla “strategia di distribuzione ai soci”.

“Sorpresa positiva sul fronte della distribuzione”, rilevano gli esperti di Equita Sim (hold e tp a 6,1 euro), evidenziando un “Dps che rappresenta un incremento del 10% rispetto al target di piano e alla nostra attesa di 0,51 euro”. La Sim conferma il giudizio ‘hold’ e il prezzo obiettivo di 6,1 euro sul titolo: “Sul 2024 alziamo le stime del 2% principalmente per riflettere un NII leggermente più alto (in calo del -4% YoY), maggiore contribuzione da partecipate e minori LLPs. Confermiamo invece le stime 2025-26”.

Fair value a 5,5 euro (hold) per Jefferies, alla luce di una “migliore gestione dei costi in parte supportata da una tantum”, commenta il broker, sottolineando come il Dps sia del 14% sopra le stime del consenso e la guidance 2024 offra un margine d’interesse sopra i livelli del 2023 nonostante l’inclusione di 3 tagli dei tassi di interesse previsti. “La banca ha fornito dettagli su alcune iniziative del management che potranno essere adottate per ridurre la pressione da tassi più bassi”, commenta in conclusione Jefferies, stimando come i 3 tagli impatteranno di circa 170 milioni ma potranno essere ridotti sotto i 70 in scia al costo del finanziamento più basso.

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