Poste Italiane, Morgan Stanley taglia il rating sul titolo

Secondo la banca statunitense i fondamentali del gruppo italiano restano solidi ma sono già riflessi nel consensus e, in assenza di altri catalizzatori nel breve termine, non vede più un forte argomento per un’ulteriore espansione dei multipli.

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Poste Italiane in rosso

Focus su Poste Italiane dopo il giudizio sul titolo del gruppo italiano diffuso oggi da Morgan Stanley. A Piazza Affari le azioni Poste Italiane cedono l’1% dopo circa due ore di scambi, scendendo a 18,91 euro e ora la loro crescita nel corso di questo 2025 si assesta al 37% dopo aver toccato ieri i suoi massimi storici a 19,13 euro. Ancora maggiore la crescita ottenuta dal titolo negli ultimi 12 mesi: +47%.

Il titolo ha guadagnato oltre il 29% dalla fine di febbraio, quando la società ha rivisto al rialzo il target di payout per il 2025.

Su 15 analisti che coprono Poste, dieci raccomandano il titolo come ‘strong buy’ o ‘buy’, quattro danno un giudizio ‘hold’ e uno ‘sell’.

Il giudizio di Morgan Stanley

Oggi gli analisti di Morgan Stanley hanno ridotto la raccomandazione sul titolo da ‘overweight’ a ‘equal-weight’, anche se hanno alzato il target price da 15,20 a 20 euro. Gli analisti hanno osservato che le azioni del gruppo stanno ora negoziando a un rapporto prezzo-utili di 11 volte, superiore alla media storica.

"I fondamentali di Poste restano solidi ma vediamo questo già riflesso nel consensus", scrive il broker in un report, giustificando così la riduzione del rating sul titolo. In assenza di altri catalizzatori nel breve termine, la banca non vede più “un forte argomento” per un’ulteriore espansione dei multipli.

L’aumento del prezzo obiettivo è spiegato da un upside che “potrebbe venire dall'impiego di capitale aggiuntivo prima delle nostre attese o sinergie che potrebbero arrivare con Tim più elevate delle attese, mentre i rischi potenziali di downside possono venire dall'aumento degli spread sui Btp o dal rallentamento della penetrazione nell'ecommerce".

Il recente rally del conglomerato finanziario controllato dallo Stato è stato inoltre sostenuto dall’annuncio dell’acquisizione di una partecipazione in Telecom Italia, progressivamente aumentata fino al 24,8%, secondo quanto riferisce Morgan Stanley.

La “solida esecuzione, la migliore generazione di cassa e il miglioramento della posizione patrimoniale” dell’azienda supportano l’attuale valutazione, conclude MS.

Fusione Tim-Iliad?

Nel fine settimana La Stampa riportava che Poste, diventato recentemente primo azionista Telecom Italia, starebbe studiando le nozze tra l’ex monopolista e Iliad, “una maxi fusione dal valore di oltre 25 miliardi”.

I francesi di Iliad, segnala il quotidiano, “sarebbero disponibili a essere in minoranza nel capitale”, ma chiederebbero “la guida industriale della società”.

“L’articolo stesso però sottolinea come al momento non ci siano discussioni concrete”, sottolineano gli analisti di EQUITA, “e riporta alcuni numeri poco realistici e contraddittori: l’articolo ipotizza infatti un valore di 67 miliardi per Iliad (esagerato se riferito a Iliad Italia che nel 2024 ha chiuso con 308 milioni di EBITDA aL e troppo basso se riferito all’intero gruppo Iliad che ha generato 3,85 miliardi di EBITDA aL)”.

“La quota di Poste in Tim oggi vale poco meno di 1,5 miliardi ai prezzi di mercato per cui la valutazione di Iliad poco si concilia con la quota di minoranza nel gruppo post combination”, concludono da EQUITA, mantenendo la raccomandazione buy sulle azioni Tim, con target price a 0,40 euro rispetto ai 0,3759 di questa mattina (-0,70%).

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