Powell anticiperà un taglio dei tassi a Jackson Hole? Le previsioni degli analisti

Oggi inizia il Simposio della Federal Reserve ma l’evento clou ci sarà domani con l’intervento di Jerome Powell, da molti ritenuto il più difficile per il presidente dell’istituto centrale.
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Verso Jackson Hole
"Sarà un evento-chiave per i mercati nei prossimi giorni”, scrivono gli analisti della ricerca globale di Bank of America riferendosi al Simposio della Federal Reserve, in agenda tra oggi e venerdì a Jackson Hole, nel Wyoming. Il tema di quest'anno è 'Mercati del lavoro in transizione: demografia, produttività e politica macroeconomica'.
Sicuramente sarà uno degli impegni più difficili per Jerome Powell, il cui intervento è in agenda domani quando in Italia saranno le 16, ormai obiettivo costante degli attacchi del presidente statunitense, Donald Trump, mentre il Segretario al Tesoro, Scott Bessent, è già impegnato nella ricerca del suo sostituto e che da settembre avvierà i colloqui con gli 11 candidati a succedergli.
Tutto questo mentre il contesto macroeconomico resta pieno di incertezze legate soprattutto all’impatto dei dazi sull’inflazione e alle difficoltà per le società tecnologiche di questi giorni sui mercati.
Che si tratti di appuntamento importante ne è convinto anche Gabriel Debach, analista di eToro: “Nel 2022 Jackson Hole divenne il teatro della svolta restrittiva: Powell parlò di agire ‘forcefully’, in modo vigoroso, avvertendo di un dolore necessario per famiglie e imprese. L’S&P 500 crollò oltre il 3% in un giorno e proseguì la correzione. L’anno scorso, arrivò il cambio di tono: inflazione in calo, lavoro meno tirato, apertura a tagli dei tassi. I mercati reagirono con un ritorno al risk-on”.
Le previsioni degli analisti
Se sono in molti a prevedere un taglio dei tassi alla fine della riunione di settembre (16-17), “il mercato potrebbe reagire con forza a qualsiasi nuovo accenno da parte della Federal Reserve”, prevede Osama Al Saifi di Traze.com.
Secondo BofA, “Powell potrebbe anche anticipare un taglio affermando che è opportuno passare a una politica meno restrittiva”, citando magari il rallentamento del mercato del lavoro e dei salari. Ma, aggiungono, “sospettiamo che Powell non sarà così ‘dovish’ come previsto dal mercato” anche perché “l'inflazione rimane un problema”: probabilmente “riconoscerà che i progressi dell'inflazione si sono arrestati e che i rischi di rialzo per la disoccupazione e l'inflazione sono simili”.
“I mercati dei tassi a breve termine prevedono in larga misura almeno due tagli quest'anno, riflettendo l'aspettativa che l'economia statunitense e l'inflazione mostrino ulteriori segnali di rallentamento”, ricorda Kevin Thozet, membro del comitato investimenti di Carmignac, secondo il quale, però, “tale aspettativa è eccessiva, considerata la resilienza dell'economia USA, l'incertezza sulle politiche e la persistenza delle pressioni inflazionistiche. Per questo manteniamo una posizione negativa sui tassi USA a breve termine”.
Blerina Uruci, Chief US Economist di T. Rowe Price, si attende che “Powell manterrà la massima flessibilità alle prossime riunioni e baserà la politica monetaria sui dati relativi all'inflazione e al mercato del lavoro. Prima della riunione della Fed del 17 settembre sono attesi ancora un rapporto sull'occupazione e uno sull'indice dei prezzi al consumo (CPI)”.
Se “il tono della conferenza stampa di luglio era piuttosto restrittivo, ma era prima della revisione al ribasso dei dati sull'occupazione di maggio e giugno con rischi di contrazione del mercato del lavoro, probabilmente adotterà un tono più neutrale e il suo risultato ideale potrebbe essere che, dopo le sue dichiarazioni, il mercato non modifichi le proprie aspettative sulla politica monetaria per il 2025 rispetto ai livelli attuali”, prosegue.
Per quanto riguarda i tassi, la previsione di Uruci comprende “un taglio dei tassi di 25 punti base a settembre e di 50 punti base in totale quest'anno. Per quanto riguarda la prossima riunione, potremmo assistere a un esito restrittivo (nessun taglio) se l'inflazione dovesse sorprendere significativamente al rialzo o il mercato del lavoro dovesse registrare una forte ripresa”.
Taglio non scontato
“Secondo gli attuali prezzi di mercato, un taglio dei tassi della Fed a settembre è praticamente un dato di fatto, solo che in realtà non lo è”, spiega Benoit Anne, Senior Managing Director - Strategy and Insights Group, MFS Investment Management, pur non escludendo un taglio a settembre.
“Le prospettive a breve termine della Fed sono molto più incerte di quanto suggeriscano i prezzi di mercato, a nostro avviso. E questo per una serie di ragioni. Per cominciare, ricordiamo che la Fed ha lanciato un messaggio di pazienza, incertezza e prudenza a luglio. Cosa è cambiato da allora e questo può far pendere la bilancia? Due cose principali: sul fronte dei dati, abbiamo avuto un andamento non agricolo di agosto piuttosto deludente. Inoltre, l'interferenza politica e la pressione sulla Fed sono aumentati ulteriormente”, prosegue.
Nel complesso, “non è chiaro se il presidente Powell fornirà indicazioni forti al simposio di Jackson Hole. Se i segnali accomodanti saranno deboli, ci sarà un significativo ridimensionamento delle probabilità di un taglio a settembre. Considerando ciò, è piuttosto difficile adottare un orientamento rialzista a lungo termine in questo momento, soprattutto considerando l'attuale livello dei tassi e le persistenti difficoltà fiscali”, conclude l’esperta.
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