Powell, Magnifiche 7 vs Italian Banks

Powell ha parlato al Senato, confermando che la Fed non ha fretta di tagliare i tassi. Cosa significa per mercati, obbligazioni e settore tech? Analizziamo insieme gli impatti e il concetto di tasso neutrale.
Powell: "la Fed non ha urgenza di tagliare i tassi"
Il webinar di oggi su Fineco, aperto a tutti, tratterà i metodi di Benjamin Graham e Warren Buffett per selezionare titoli con lo stock screener. Giovedì, invece, ci sarà un altro webinar con BNP Paribas dedicato ai certificati. Powell ha parlato davanti alla commissione bancaria del Senato, sottolineando che la Fed non ha urgenza di tagliare i tassi di interesse, poiché l’economia è in una buona posizione. Questo è importante perché inizialmente si prevedevano quattro tagli nel 2025, poi ridotti a uno e ora si ipotizza che potrebbero non esserci affatto. Tassi più alti significano un costo del denaro maggiore, un impatto negativo per il settore tecnologico e una maggiore attrattività per le obbligazioni. Il tasso decennale è già salito e potrebbe raggiungere il 5%.
Powell ha anche evidenziato che il tasso neutrale è salito rispetto ai livelli pre-pandemia. Questo tasso è quello che mantiene l’economia in equilibrio tra piena occupazione e inflazione stabile, ma la sua determinazione è complessa e non esistono dati certi sul suo valore esatto. L’inflazione, dopo essere scesa, ha mostrato segnali di stabilizzazione o lieve rialzo, motivo per cui la Fed preferisce attendere prima di intervenire ulteriormente sui tassi. Il vero obiettivo della Fed rimane il 2%, ma ci sono dibattiti sulla possibilità di un target leggermente più alto. Powell ha chiarito che la Fed controlla principalmente i tassi a breve termine, mentre quelli a lungo termine rispondono più alle aspettative di crescita economica e inflazione.
Un altro tema trattato riguarda gli shock inflazionistici, tra cui l’eventuale introduzione di dazi, che potrebbero aumentare l’inflazione fino all’1% negli Stati Uniti. Powell ha evitato di commentare politicamente, ma è chiaro che la Fed si concentra sulla stabilità economica. Goldman Sachs ha pubblicato uno studio secondo cui alcune aziende europee hanno superato le performance delle “Magnifiche Sette” americane negli ultimi tre anni. Tra queste ci sono Unicredit, BPER e Banco BPM, con rendimenti superiori a quelli di Apple, Alphabet e Microsoft. Il confronto con un report del 2024 dimostra che i titoli segnalati all’epoca non hanno avuto performance altrettanto brillanti. Le banche italiane si sono distinte e l’attuale scenario di fusioni e acquisizioni potrebbe ulteriormente influenzare il settore.
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