Powell toglie di mezzo il taglio tassi a marzo


I dati sull’occupazione di venerdì hanno spinto il governatore a cancellare le possibilità di un avvio dell’allentamento già il mese prossimo. Sono scesi i bond ma l’azionario ha continuato a tirare, venerdì il Nasdaq ha chiuso in rialzo dell’1,7%: ha prevalso la lettura positiva dei dati sui nuovi salariati non agricoli. Seduta molto movimentata per la borsa di Shanghai, l’indice di riferimento è in rialzo dello 0,9%, dal -2% di stanotte. Unicredit: dati dell’anno molto sopra le attese, soprattutto per effetto del margine di interesse e delle bassissime rettifiche sui crediti.


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La settimana inizia con i mercati intenti a prendere atto dell’avvertimento arrivato ieri sera dal presidente della Federal Reserve, Jerome Powell. Intervenendo come ospite in un programma di intrattenimento e informazioni per il grande pubblico. Powell ha spiegato che il primo taglio dei tassi non è probabilmente dietro l’angolo, un’affermazione che ha tolto probabilmente di mezzo l’ipotesi di un avvio dell’allentamento in marzo e ha provocato altre vendite sulle obbligazioni. Venerdì, a seguito dell’inaspettato balzo dei nuovi salariati non agricoli, il tasso di rendimento del Treasury Note a dieci anni era tornato in prossimità del 4%, dal 3,89% della precedente chiusura, stamattina siamo al 4,6%.

TEMPO AL TEMPO

Questo il passaggio chiave dell’intervista alla CBS: “Il pericolo del muoversi troppo presto è che il lavoro non sia del tutto finito e che le letture davvero buone arrivate negli ultimi sei mesi non si rivelino in qualche modo non un vero indicatore della direzione dell'inflazione", ha detto Powell al conduttore del programma, Scott Pelley. "Non pensiamo sia questo il caso", ha detto. "Ma la cosa più prudente è dare tempo al tempo e vedere se i dati continuano a confermare che l'inflazione sta scendendo verso il 2% in modo sostenibile”. Nel corso del programma, Powell si è lasciato scappare che il momento buono potrebbe essere intorno alla metà dell’anno.

CONSUMI&RISPARMI

Il mercato del lavoro, come si è visto venerdì, tira ed è solido, mentre la componente più rilevante del PIL degli Stati Uniti, quella dei consumi, non dà segni di debolezza. Anzi l’indice di fiducia dell’Università del Michigan ha registrato in gennaio l’incremento più forte dal 2005. Tutto questo avviene mentre il tasso di risparmio personale dei consumatori statunitensi scende dal 5,3% di maggio 2023 al 4,1% di novembre. In tanti, tra gli investitori, ritengono che l’esaurirsi dei risparmi porterà al rallentamento dell’economia, tra questi non c’è Jeffrey Cleveland, il chief economisti di Payden&Rygel. “i timori sullo stato di salute dei risparmi Usa siano eccessivi”, si legge nella nota diffusa venerdì. Cleveland argomento in questo modo. “Archiviata l’emergenza Covid, i consumatori statunitensi sono tornati a spendere e, di conseguenza, la quota di risparmio personale si è ridotta: una naturale conseguenza della normalizzazione dei modelli di spesa nel post-pandemia”. In base agli ultimi dati disponibili, la situazione è la seguente: la quota di risparmio personale dei consumatori statunitensi si aggirava attorno agli 840 miliardi di dollari, cioè il 4,1% del reddito disponibile, “un dato tutt’altro che allarmante, in linea con la media registrata durante l’espansione economica del 2010”, prosegue la nota. Ma in aggiunta ci sono i depositi correnti e le quote di fondi del mercato monetario: si arriva così a 16.000 miliardi di dollari di risparmi, sui massimi degli ultimi trent’anni. Per finire, va ricordato che anche qualora una famiglia esaurisse i propri risparmi, avrebbe comunque a disposizione altre risorse come, ad esempio, il patrimonio netto. “Non è poco, considerando che il patrimonio netto complessivo delle famiglie statunitensi nel terzo trimestre del 2023 ha raggiunto i 142 trilioni di dollari”. Il debito dei consumatori resta intorno al 21% del reddito disponibile, in linea con la media degli ultimi vent’anni. Secondo Cleveland la realtà è un’altra: “Se i salari sono soddisfacenti, a trainare i consumi non sono i risparmi, ma il reddito dei lavoratori e, attualmente, il reddito disponibile dei consumatori Usa sta crescendo a un ritmo annuo del 7% (dati a novembre 2023). Inoltre, in uno scenario di “soft landing”, il reddito disponibile reale (cioè corretto per l’inflazione) dei consumatori dovrebbe progressivamente aumentare con il rallentamento dell’inflazione”.

Le borse dell’Europa dovrebbero aprire intorno alla parità, future del Dax di Francoforte -0,1%. Venerdì la borsa tedesca ha chiuso in lieve rialzo, la settimana è terminata con un calo dello 0,2%.

ASIA/CINA

L’indici MSCI Asia Pacifico stamattina è in rialzo, dal -1% di questa notte. Si muove in modo violento il mercato azionario della Cina. La borsa di Shenzen è arrivata a perdere stanotte quasi il 5%, ma ha dimezzato il ribasso nel corso delle ore successive. Lo Shanghai Composite ha aperto in calo di oltre il 2%, è arrivato a guadagnare l’1% e poi ha girato di nuovo al ribasso. Sabato scorso, l’organo di sorveglianza dei mercati azionari della Cina ha cercato di fermare l’onda ribassista che ha spinto la borsa di Shanghai sui minimi degli ultimi cinque anni, con una nota di avvertimento agli operatori che praticano lo short selling in modo illegale.

Il petrolio è reduce da una settimana di forti ribassi, stamattina il Brent è scambiato a 78 dollari il barile, in lieve rialzo. In rafforzamento il dollaro, sul venir meno delle aspettative di un taglio dei tassi, in calo l’oro, a 2.032 dollari l’oncia.

TITOLI

Unicredit. Il consiglio di amministrazione di UniCredit Spa lunedì ha rilasciato i risultati consolidati di gruppo al 31 dicembre, con l’esercizio che si chiude con un utile netto di 8,6 miliardi in rialzo di oltre il 50% rispetto all'anno precedente. Il gruppo ha chiuso con un ROTE al 16,6% dal 10,7% dell'esercizio precedente. Nel 2023, l'utile netto contabile ha raggiunto la cifra record di 9,5 miliardi, più alta di 3,0 miliardi rispetto al 2022. Il totale degli interessi netti è stato paria 14,00 miliardi rispetto a 10,7 miliardi dell'anno precedente. Il margine operativo lordo ha riportato un valore di 14,37 miliardi da 10,78 miliardi dello scorso anno. Le esposizioni deteriorate lorde sono state pari a 11,7 miliardi, in calo del 2,4% su base trimestrale e in calo del 6,8% su base annuale.

Andrea Orcel - amministratore delegato - ha commentato: "Il quarto trimestre è stato il dodicesimo consecutivo di una crescita di qualità e redditizia, prova incontestabile della nostra strategia unica e vincente. Questo dimostra cosa possiamo raggiungere quando mettiamo i clienti al centro di ciò che facciamo, e ci concentriamo sull'esecuzione della nostra trasformazione industriale”. La banca intende distribuire agli azionisti un totale di 8,6 miliardi per il 2023, o il 100% dell'utile netto, in attesa delle approvazioni, in rialzo di 3,35 miliardi rispetto allo scorso anno, aumentando al contempo il nostro CET1 ratio di circa 100 bps al 15,9%", dichiara Orcel.

Stellantis. Il governo francese sta valutando una fusione con Renault per aumentare la presa sul settore contrastando la concorrenza cinese e tedesca e per rendere più costoso all'Italia l'acquisto di una quota nella casa franco-italiana, secondo Il Messaggero di domenica che cita fonti finanziarie. Un portavoce di Stellantis ha dichiarato: "Non commentiamo le speculazioni infondate de Il Messaggero”.

Tim. Il governo starebbe valutando se provare ad aprire nuovamente un confronto con Vivendi, organizzando un incontro per trovare un punto di condivisione in modo da evitare uno scontro all'assemblea del 23 aprile per il rinnovo del board del gruppo, scrive Milano Finanza, citando fonti vicine a Palazzo Chigi. Gli operatori telefonici alternativi a Tim hanno scritto all'autorità di vigilanza sulla concorrenza dell'Unione europea lanciando l'allarme che, così come congegnata, la vendita della rete fissa di Tim potrebbe presentare profili di anticoncorrenzialità a svantaggio dei competitor dell'ex monopolista. Lo ha scritto Il Sole 24 Ore sabato.

Secondo La Stampa di domenica l'Antitrust Ue potrebbe dettare tempi più lunghi del previsto per il suo ok alla cessione della rete fissa.

Intesa Sanpaolo. Per Intrum, che considera l'Italia uno dei suoi quattro principali mercati che non ha intenzione di lasciare, Intesa è un "cliente fondamentale". Lo ha detto Andres Rubio, presidente e Ceo della società svedese a Il Sole 24 Ore sabato, aggiungendo che valuta anche operazioni di M&A, ma in modo selettivo nel Paese.

Il presidente uscente di Compagnia di San Paolo, Francesco Profumo, è pronto a valutare la candidatura alla presidenza della banca se gli verranno fatte delle proposte, ha detto in un'intervista al Corriere della Sera di domenica.

Banca Pop. Sondrio. La banca e il suo azionista Unipol, potrebbero stilare una lista congiunta per la nomina dei cinque consiglieri della banca il cui mandato è in scadenza a fine aprile, secondo Il Sole 24 Ore e Il Messaggero di sabato, citando commenti del consigliere delegato della banca Mario Alberto Pedranzini.

Enel. L’Italia investirà, attraverso i fondi del Pnrr 90 milioni di euro nella gigafactory di Catania per la produzione di celle e moduli fotovoltaici di Enel, ha detto la premier Giorgia Meloni sabato al termine della sua visita allo stabilimento.

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