Preview BCE: previsioni tutte per una pausa sui tassi, novità rinviate al 2026?

Preview BCE: previsioni tutte per una pausa sui tassi, novità rinviate al 2026?

Alcuni analisti ritengono che i dati disponibili non hanno fornito elementi sufficienti per giustificare una modifica dei tassi alla fine della riunione di giovedì prossimo.

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Settimana delle banche centrali

Inizia la settimana che si caratterizzerà per le decisioni di alcune delle più importanti banche centrali al mondo dopo che la scorsa settimana la Federal Reserve aveva allentato la sua politica monetaria.

Il giorno più importante sarà giovedì, quando la Banca centrale europea e la Bank of England comunicheranno le loro decisioni, mentre venerdì sarà il turno della Bank of Japan.

La BoE dovrebbe tagliare di 25 punti base, “visti i deludenti dati sulla crescita ed i segnali di rallentamento dell'inflazione”, mentre la BoJ si stima ritocchi i tassi al rialzo di 25 punti, “anche se la manovra non dovrebbe essere l'inizio di un ciclo più sostenuto di politica monetaria restrittiva”.

Tassi fermi per la BCE?

Le attese sono tutte per un nulla di fatto per la Banca centrale europea, destinata a lasciare fermi i tassi per la quarta riunione consecutiva senza tagli, quando, l’11 giugno, l’istituto guidato da Christine Lagarde aveva ridotto il costo del denaro di 0,25 punti percentuali. Il primo taglio dei tassi da parte della BCE è avvenuto nel giugno 2024 e, con un totale di otto tagli, il tasso sui depositi è passato dal 4% all’attuale livello del 2%.

Da giugno, i tre tassi di riferimento della BCE sono i seguenti: il tasso del deposito al 2%, il tasso di rifinanziamento principale è al 2,15% e il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginale resta al 2,40%.

La BCE è attesa “mantenere i tassi stabili, alla luce anche delle recenti dichiarazioni di diversi membri” precisano gli analisti di Mps nel loro 'Market movers'.

“Dalla riunione della BCE di ottobre, i dati disponibili non hanno fornito elementi sufficienti per giustificare una modifica dei tassi il 18 dicembre”, spiega Carsten Brzeski, capo economista di ING, aggiungendo che “la crescita del PIL nel terzo trimestre è stata nettamente superiore alle previsioni della BCE e gli indicatori di fiducia segnalano una continua resilienza”.

“Allo stesso tempo”, prosegue, “i fondamentali dell’economia dell’eurozona non sono sostanzialmente cambiati. I dazi statunitensi continuano a pesare sulle esportazioni, gli investimenti sono frenati dall’incertezza e la crescita nel 2026 rimane fortemente dipendente dagli stimoli fiscali tedeschi”.

Secondo gli economisti di Barclays, che affrontano il tema nel report dal titolo ‘Better place’, l’istituto guidato da Lagarde “sembra intenzionata a mantenere i tassi invariati e a mostrare un tono neutrale a dicembre, sebbene le revisioni al rialzo della crescita e dell’inflazione headline potrebbero rendere il messaggio poco chiaro”. In generale, non sono attese “modifiche significative alla dichiarazione di politica monetaria, con board che probabilmente sottolineerà il suo approccio basato sui dati, riunione per riunione, per mantenere una certa opzionalità.

Verso un prolungamento della pausa

“La BCE è pronta a ribadire la consueta narrativa del ‘buon posto’ nella riunione di questa settimana, lasciando invariati tassi e guidance”, prevede Henry Cook, Senior Europe Economist di MUFG Bank.

“Il recente riprezzamento dei mercati verso la possibilità di un taglio dei tassi il prossimo anno accrescerà l’attenzione sulle proiezioni aggiornate, sulla comunicazione più ampia e sulla sessione di domande e risposte. Pur mantenendo la posizione ufficiale dipendente dai dati, la presidente Lagarde potrebbe suggerire che è probabile un prolungamento della pausa”, aggiunge l’esperto.

“La BCE è soddisfatta dell’attuale impostazione della propria politica monetaria, così come delle attese di mercato che prezzano tassi stabili il prossimo anno. La soglia per qualsiasi aggiustamento della politica monetaria nelle prossime riunioni è chiaramente molto elevata”, prosegue.

Rialzi nel 2026?

Cook ritiene “che un taglio dei tassi resti più probabile di un rialzo nel corso del prossimo anno. A nostro avviso, i rischi sull’inflazione restano orientati al ribasso: un euro più forte, prezzi dell’energia più contenuti e la diversione commerciale potrebbero spingere l’inflazione su livelli tali da mettere alla prova l’apparente tolleranza della BCE verso un’inflazione inferiore al target”.

Negli ultimi giorni, però, Bloomberg scriveva che gli operatori scommettono su una probabilità superiore al 50% che la BCE aumenti i tassi di interesse nel 2026, visto che gli swap sul mercato monetario ora implicano 13 punti base di inasprimento della politica monetaria della BCE entro dicembre del prossimo anno.

Determinanti erano state anche le dichiarazioni di Isabel Schnabel, che fa parte del board della BCE, che sarebbe a suo agio con un rialzo dei tassi come prossima mossa. "I tassi di interesse sono in una buona posizione e, in assenza di shock più ampi, mi aspetto che rimangano in questa posizione per un po' di tempo”, in un'intervista a Bloomberg, e “la distribuzione dei rischi di inflazione si è spostata al rialzo e, di conseguenza, sia i mercati che i partecipanti al sondaggio si aspettano che la prossima mossa sui tassi sarà un rialzo, anche se non nell'immediato". "Ora dobbiamo concentrarci con fermezza sul medio termine e chiederci se il grado di accomodamento o di restrizione sia quello giusto per il dato contesto macroeconomico", ha aggiunto.

“Non riteniamo che i commenti di Schnabel riflettano attualmente l’opinione della maggioranza della BCE” e siamo dell’idea che “qualsiasi successiva modifica dei tassi costituisca un taglio, non un rialzo, almeno fino alla tarda primavera del prossimo anno”, ribadiscono da ING.

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