Prosegue la corsa del Bitcoin dopo rinvio dei rimborsi di Mt. Gox

Il tribunale fallimentare ha deciso il rinvio dei pagamenti ai creditori dell’ex exchange riducendo così i timori di forti vendite della principale delle criptovalute.

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Sospiro di sollievo per il Bitcoin dopo l’annuncio arrivato dall’ex exchange di criptovalute, Mt. Gox, ritarderà i rimborsi ai suoi creditori di un altro anno, riducendo così i timori di una vendita importante di cripto sul mercato. Questa mattina la principale delle criptovalute tocca quota 65.800 dollari, ai massimi di due settimane, portando all’8% il guadagno ottenuto in sei giorni.

Acquisti su tutto il settore, in particolare sull’Ethereum (+3%), salito a 2.654 dollari, e sul Dogecoin (+3,60%), mentre sull’azionario ieri a Wall Street chiudevano con forti guadagni Coinbase (+11%), Marathon Digital (+5,60%), Greyscale Bitcoin (+4,40%) e Proshare Bitcoin Strategy (+4,39%).

Rinviati i pagamenti di Mt. Gox

Il rinvio dei pagamenti di Mt. Gox, in passato il maggior exchange di Bitcoin al mondo, riguarda il suo crollo avvenuto nel 2014 quando aveva perso 850.000 Bitcoin a causa di una serie di violazioni della sicurezza e nel 2021 era stato approvato un piano di rimborsi ai creditori per una parte dei fondi perduti.

Qualche giorno fa, il curatore fallimentare di Mt. Gox, Nobuaki Kobayashi, ha inviato una lettera a tutti i creditori dell’exchange con la quale avvisava della modifica della scadenza di questi crediti al 31 ottobre 2025, pertanto i clienti dovranno attendere un altro anno prima di ricevere i Bitcoin, riducendo così il rischio di un crollo dei prezzi della criptovaluta e portando il mercato a reagire positivamente.

Secondo dati di Arkham Intelligence, dei 142 mila Bitcoin in mano all’exchange ne erano già stati distribuiti circa 97 mila tra luglio e agosto e il restante è ancora custodito nei wallet di Mt. Gox.

I problemi dei rimborsi

Il processo di recupero dei crediti sta riscontrando diverse problematiche ammesse da Kobayashi vista la complessità dell’operazione. Il curatore fallimentare sottolinea la mancanza di dati dei creditori per poter ricevere i rimborsi.

Tra questi, il più difficile da affrontare è la verifica dell’identità, considerando i casi precedenti in cui ci sono state richieste illegittime da parte di persone che si spacciavano per creditore senza esserlo. Questo processo sta richiedendo più tempo del previsto e per questo motivo il tribunale fallimentare ha concesso la proroga di un anno della scadenza finale.

L’impatto sul mercato

I rimborsi avevano avuto un impatto sul Bitcoin già ad inizio luglio quando si era diffusa la notizia dell’avvio della restituzione ai creditori coinvolti nella vicenda, facendo scendere il prezzo della cripto da 63 mila a 54 mila dollari. La vicenda aveva sparso timori di ingenti vendite vista la quantità di Bitcoin coinvolti, ma il prezzo era risalito immediatamente e già a metà mese era tornato ai livelli precedenti.

Attualmente la criptovalute viaggia ai livelli di fine giugno, pertanto sembrerebbe che l’impatto negativo sul prezzo derivi dalle notizie dei rimborsi, più che dai rimborsi stessi, in quanto i nuovi possessori sembrano volersi tenere nel proprio wallet quanto ricevuto.

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