Prova su strada di un certificate dividend adjusted

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Sono ostici da comprendere ma offrono un vantaggio, rendono di più. Al posto di un semplice titolo quotato come sottostante, usano un indice che replica la performance del titolo, come se avesse un dividendo prefissato. Il risultato è un rendimento maggiore del 20-30% o una barriera più bassa, ma trasferiscono il rischio/opportunità dividendo all’investitore finale. Il Cash collect con Isin IT0006754813 quota sotto la pari, ha una barriera al 35% e rendimento oltre il 10,44%


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Oggi proviamo a fare un test su strada di un certificate dividend adjusted targato Cirdan, immatricolato esattamente otto mesi fa, il 13 febbraio, e che continua a staccare un buon flusso cedolare.

Il cash collect con Isin IT0006754813 si caratterizza per una barriera profondissima, in grado di proteggere fino a cali del 65% dei sottostanti dal livello iniziale, stacca premi mensili con memoria dello 0,87% sul valore nominale (10,44% annuo) se nessuno dei sottostanti sarà crollato, alle date di valutazione, del 60% dal livello iniziale.

Le cedole offrono il classico effetto memoria, per recuperare eventuali premi mensili non staccati. La possibilità di rimborso anticipato si apre dopo 12 mesi dall’emissione, per ripresentarsi a ogni data di valutazione mensile e il prodotto ha una durata naturale di cinque anni.

Come dicevamo, a scadenza, troviamo una protezione del capitale ancora più profonda della condizione per lo stacco delle cedole, in grado di rimborsare il capitale nominale fino a cali del 65% dei sottostanti.

Di seguito, una tabella con i livelli di riferimento del certificate

Il certificate oggi quota sotto la pari a 951 euro e il rimborso salvo sfondamento della barriera per il worst off è a 1.000 euro.

Gli indici adjusted

Passiamo al punto forte, oltre che alla low barrier, i sottostanti, non sono titoli ma indici che ne replicano la performance “aggiustandola” come se avessero un dividendo prefissato. I sottostanti sono l’indice Cirdan Unicredit Dividend Adjusted 0,48, il Cirdan Banco BPM Dividend Adjusted 0,2, il Cirdan BPER Dividend Adjusted 0,08 e il Cirdan Index on Societe Generale Dividend Adjusted 2,08

Per comprendere meglio questo prodotto bisogna conoscere i sottostanti. In particolare, Cirdan crea un indice per ognuno dei quattro titoli sottostanti che ne replica le performance ma con un dividendo già prestabilito pari a 0,48 euro per Unicredit, 0,2 euro per Banco Bpm, 0,08 euro per Bper e 2,08 per Société Générale.

Per l’emittente, stabilire fin da principio il dividendo che distribuirà il sottostante, significa non gestire il rischio di un taglio del dividendo, riuscendo così a creare una struttura con meno variabili da gestire e che, in genere, riesce a rendere tra il 20 – 30% in più, o con una protezione maggiore, rispetto invece a quella realizzabile accollandosi il rischio di un taglio del dividendo. Questo rischio viene trasferito al possessore del certificate.

Il rischio dividendo

Cosa significa non gestire il rischio dividendo per l’emittente? Come sappiamo i certificate sono costituiti da una serie di opzioni per creare un sistema di rendimento e protezione che differisce dall’investimento diretto nei sottostanti.

Se l’investimento diretto in un sottostante può generare guadagni e perdite immediatamente proporzionali alla performance di questo, i certificate di investimento sono costruiti, in genere, per dare una protezione maggiore rispetto all’investimento diretto in un sottostante. La protezione però ha un costo ovvero il guadagno del certificate è spesso condizionato e limitato fino a un certo ammontare, non oltre.

Per potere offrire queste strutture è come se l’emittente incassasse il dividendo del sottostante e lo sommasse poi ad altri ritorni, tipici delle opzioni, per fornire un determinato rendimento cedolare all’investitore trattenendosi una commissione (abbiamo usato il condizionale perché spesso questa struttura è costruita senza acquistare direttamente il sottostante ma combinando delle opzioni che nei loro prezzi valorizzano il dividendo).

Questa gestione non è priva di rischi neppure per l’emittente. Quali? Uno di questi è proprio il rischio di un taglio del dividendo.

Se l’emittente ha promesso una certa cedola e successivamente il titolo, o i titoli sottostanti, tagliano il dividendo, allora l’emittente vede diminuire la fonte da cui attingere per pagare le cedole del prodotto. A volte si usano delle opzioni sul dividendo per gestirne il rischio taglio, altre volte l’emittente perde del denaro. Un esempio classico dove gli emittenti sono andati abbondantemente in rosso è stato quando la Bce ha chiesto alle banche europee di azzerare i dividendi.

La gestione, dunque, del rischio dividendo ha un costo. Trasferire il rischio dividendo all’utente finale permette di liberare delle risorse, o meglio non pagare questi costi di gestione, ampliando così il rendimento del certificate e migliorandone efficienza.

Dal punto di vista dell'investitore finale

Rimane ancora un pezzettino. A chi è andato questo rischio? Abbiamo detto all’investitore in cambio di un rendimento più alto. Cerchiamo di capire dunque cosa succede all’investitore finale a fronte di un cambio del dividendo rispetto a quelli fissati dagli indici di Cirdan.

Gli indici di Cirdan sovraperformeranno l’andamento del titolo se il dividendo fissato dall’indice si rivelerà inferiore a quello che distribuirà il titolo sottostante.

Facciamo un esempio; se l’assemblea degli azionisti di Unicredit deciderà di staccare un dividendo superiore ai 0,48 centesimi previsti dall’indice Cirdan Unicredit dividend Adjusted 0,48, allora l’indice sovraperformerà l’andamento del titolo Unicredit in Borsa per un valore pari alla differenza tra il dividendo effettivo e quello fissato da Cirdan.

Vale anche il viceversa, un azzeramento, ad esempio, del dividendo da parte di Unicredit, comporterà una sottoperformance dell’indice Cirdan Unicredit dividend Adjusted 0,48.

Per l’investitore finale, questo rappresenta un rischio ma come contro altare vi è un rendimento in genere del 20-30% superiore rispetto a certificate con dividendo effettivo, o la possibilità di offrire una barriera davvero profonda che, come in questo caso, protegge fino a cali del 65% dei sottostanti.

La prova su strada

Cos’è successo in questi soli otto mesi? I dividendi di tre sottostanti del certificate si sono rivelati maggiori rispetto a quelli del rispettivo indice calcolato da Cirdan, dunque la performance dei sottostanti di Cirdan è stata più elevata di quelli dei titoli con dividendo effettivo.

Il grafico, ad esempio, mostra come la linea blu, ovvero l’indice di Cirdan con dividendo fissato a 0,48 ha performato meglio di Unicredit. Lo scorso 24 aprile, il titolo ha staccato un dividendo di 0,987 euro, il doppio dell’indice Cirdan. Da notare che l’indice è stato costruito per ridurre la quota del dividendo giornalmente, mentre il titolo Unicredit stacca il dividendo tutto in un unico giorno.

La stessa situazione la vediamo per gli altri due sottostanti: l’indice Cirdan Banco BPM Dividend Adjusted 0,2 (colore rosso) e Bpm (colore fuxia) e sull’indice Cirdan BPER Dividend Adjusted 0,08 (colore viola) e Banco Popolare dell’Emilia Romagna (celeste). In particolare, Banco Bpm stacca un dividendo di 0,23 superiore allo 0,2 dell’indice Cirdan e Bper 0,12 contro lo 0,08 previsto dall’indice Cirdan.

Situazione diversa invece per la striscia bianca che indica l’andamento dell’indice su Soc Gen con decrement 2,08 euro mentre quella marroncina, la performance del titolo Soc Gen, che lo scorso 30 maggio ha staccato, 1,7 euro di cedola. I due indici si muovono molto vicini e, quello bianco, l’indice elaborato da Cirdan, sovraperforma di poco quello che rappresenta il titolo, ma questo solo perché l’indice non ha staccato interamente il dividendo mentre il titolo, staccandolo tutta in una volta sola, oggi appare leggermente inferiore. Col passare del tempo, le due curve si invertiranno, la bianca si posizionerà sotto quella marroncina, fino a un nuovo stacco di dividendo.

Le prove su strada ci sono state utilissime per capire che quando un indice è stato costruito con un dividendo inferiore a quello effettivo allora abbiamo un effetto positivo sul certificate, con i sottostanti indici che sovraperformano l’azione di riferimento. Dall’altra parte dobbiamo stare attenti che, nel caso contrario, l’indice tende a comportarsi peggio del sottostante.

Il certificate oggi è interessante in quanto quota sotto la pari a 951 euro e trova tre sottostanti sopra il livello iniziale con cedole elevate del 10,44% annuo a cui, in caso di autocall o rimborso a 1.000 euro si aggiunge un altro 5% di rendimento e soprattutto una delle barriere fra le più basse di sempre che protegge fino a cali del 65% dei sottostanti (ad oggi abbiamo tre titoli con barriera a circa il 70% di distanza dalla barriera). L’emittente è riuscito a strutturare una barriera bassissima e un rendimento superiore al 10% grazie all'utilizzo degli indici dividend adjusted.

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Possibile premio del 10,44% annuo con il certificate sulle banche italiane
Memoria
si
ISIN
IT0006754813
Emittente
SmartETN PLC (Cirdan)
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