Quanto lavoro c’è in America? Oggi la risposta

06/10/2023 06:30
Quanto lavoro c’è in America? Oggi la risposta

Il dato di oggi potrebbe fornire indicazioni più precise sull’occupazione, gli economisti si aspettano una variazione dei salariati non agricoli di +170.000, da 187.000 di agosto.

Mary Daly della Fed di San Francisco dice che con i tassi di mercato a questi livelli, non serve più andare avanti con la stretta monetaria, in Europa, la pensa allo stesso modo Francois Villeroy (membro francese del board BCE) mentre per il tedesco Nagel (membro tedesco), la bestia avida dell’inflazione non è ancora stata sconfitta.

Voci di una maxi operazione nell’oil: Exxon Mobil sta per comprare Pioneer.

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Il ripiegamento del prezzo del petrolio (-11% il Brent questa settimana), insieme ai segnali di moderazione arrivati dal mercato del lavoro hanno fermato la corsa dei tassi d’interesse di mercato, arrivati mercoledì intorno alle soglie di allerta più critiche. Il dato di oggi sull’occupazione negli Stati Uniti potrebbe raffreddare ulteriormente le tensioni: gli economisti si aspettano una variazione dei salariati non agricoli di +170.000, da 187.000 di agosto. Una eventuale sorpresa al rialzo, non sarebbe comunque allarmante in quanto la moratoria sul pagamento della rata per i prestiti sullo studio si è conclusa il mese scorso, gli effetti sui consumi, eventualmente anche sull’occupazione, dovrebbero iniziare a vedersi nelle prossime settimane.

Ieri a Wall Street, gli operatori sono stati guardare in attesa del dato di oggi pomeriggio, l’S&P500 ha chiuso in ribasso dello 0,1%.

TASSI/STATI UNITI

Il Treasury Note a dieci anni pericolosamente vicino al 5% è un elemento rilevante anche per la Federal Reserve. Stanotte la presidente della Federal Reserve Bank di San Francisco, Mary Daly, ha detto che il movimento degli ultimi due mesi potrebbe permettere alla banca centrale, in caso di ulteriore discesa dell’inflazione, di fermare del tutto il ciclo rialzista. A suo avviso, le condizioni finanziarie “si sono considerevolmente irrigidite” a partire da agosto. “Se dovessero rimanere rigide, allora la necessità di intervenire ulteriormente diminuirebbe perché i mercati finanziari si stanno già muovendo in quella direzione e hanno fatto il loro lavoro, non c'è più bisogno”, ha detto al New York Economics Club.

TASSI/EUROPA

L'inflazione nella zona euro sta rallentando ma la battaglia non è ancora vinta e l'elevato tasso di crescita dei prezzi sottostanti rimane preoccupante. Lo ha detto ieri sera il presidente della Bundesbank, Joachim Nagel. La Bce ha alzato il tasso di deposito al valore record del 4% da livelli fortemente negativi in poco più di un anno, ma ha segnalato una pausa per i mesi a venire, sulla base di timidi segnali che indicano che l'inflazione sta tornando sotto controllo. "L'inflazione sta scendendo di nuovo, ma la 'bestia avida' non è ancora stata sconfitta", ha commentato Nagel in un discorso. "Ciò che preoccupa è il tasso di base, ancora molto elevato", ha aggiunto. "La Bce deve mantenere una posizione restrittiva fino a quando non sarà in grado di garantire il ritorno dell'inflazione al nostro obiettivo di medio termine del 2%", ha detto Nagel.

Di tutt’altro avviso il governatore della Banca di Francia e membro del board della Bce, Francois Villeroy de Galhau: la situazione e' cambiata e “non c'e' piu' motivo di rialzare i tassi”, ha detto ieri all’Handesblatt. Villeroy ha sottolineato che dopo l'ultima stretta della Bce si sono visti "buoni" numeri sull'inflazione mentre l'aumento dei costi di finanziamento a lungo termine e' stato “eccessivo”.

ENERGIA

Il petrolio Brent, anche ieri in ribasso, si avvia a chiudere la settimana con un calo nell’ordine dell’11%, stamattina il greggio del Mare del Nord tratta a 84 dollari. Il Wall Street Journal riporta che le major del petrolio sono di nuovo in azione. Exxon Mobil sarebbe a un passo dalla chiusura dell’acquisizione di Pioneer, colosso dell’estrazione del greggio dalle sabbie bituminose che ai prezzi di ieri capitalizzava poco più di cinquanta miliardi di dollari.

CARO ENERGIA: CHI RISCHIA

Il petrolio ha messo la marcia indietro questa settimana, dopo essere arrivato in prossimità dei cento dollari, ai prezzi di giorni scorsi, sale la “minaccia di una interruzione del processo di disinflazione in atto nella maggior parte dei mercati emergenti - si legge nel report di S&P Global Raings diffuso ieri - ciò potrebbe rallentare o ritardare la riduzione dei tassi d'interesse da parte delle banche centrali”. La bolletta energetica più pesante indebolisce i conti esteri dei grandi importatori e “potrebbe rendere le banche centrali più caute nel ridurre i tassi, per evitare deflussi di capitale disordinati”, affermano nella nota, il chief economist Emerging Markets, Elijah Oliveros-Rosen. Tra quelli messi peggio ci sono Cile, Ungheria, Polonia, Turchia, Filippine, Thailandia e India. Se il rialzo dei prezzi dell'energia dovesse mantenere i tassi d'interesse alti più a lungo del previsto, “il rifinanziamento del debito diventerebbe più difficile, soprattutto per i Paesi con rating più basso. Le scadenze dei mercati emergenti con rating speculativo sono relativamente gestibili nel 2024, con il 17,6% del debito totale in scadenza, ma aumentano significativamente nel 2025 (24,5%) e nel 2026 (31,5%)”.

BTP

Il decennale si è leggermente indebolito a 4,72% e lo spread, per effetto del rafforzamento del Bund, si è aperto a 200 punti base, livello che non si vedeva da inizio anno. Il BTP Valore ha chiuso il quarto giorno con 2,78 miliardi di euro di ordini, totale da inizio collocamento a 15,7 miliardi di euro.

TITOLI

Eni. La controllata norvegese Vaar Energi ha venduto la propria quota del 12,26% nel giacimento di gas e petrolio Brage a Petrolia NOCO per una somma che non è stata resa pubblica.

Enel. Il Cda ha approvato l'avvio di un programma di acquisto di azioni proprie, per un numero di azioni pari a 4,2 milioni, equivalenti a circa lo 0,041% del capitale sociale di Enel. Il programma, la cui durata si protrarrà dal 16 ottobre a non oltre il 18 gennaio 2024, è a servizio del piano di incentivazione di lungo termine per il 2023 destinato al management.

Banche. La Camera ha approvato il decreto Asset, nel testa c’è anche l’ultima versione della nuova tassa sugli extraprofitti delle banche.

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