Raffica di promozioni per Unicredit: gli analisti applaudono alla buona trimestrale
Citigroup ha promosso il titolo a buy (da hold). UBS ha portato il target a 15,20 euro da 15 euro. Mediobanca ha spinto il suo target price a 16 euro da 15 euro, giudizio Outperform confermato. Le banche d’affari applaudono alla trimestrale di Unicredit e il titolo ha brindato in Borsa.
Ecco i conti
Il coefficiente CET1 che indica la solidità patrimoniale di una banca si attesta, a fine 2018, al 12,07%, un dato leggermente migliore delle attese.
L'utile netto rettificato arriva a 3,9 miliardi di euro, in crescita del 7,7% rispetto al 2017, nonostante gli accantonamenti addizionali a fronte delle sanzioni Usa.
In aumento anche l'utile operativo netto del gruppo core: 7,5 miliardi, +12,3% sull'anno precedente. Il rapporto tra crediti deteriorati lordi e totale crediti lordi scende al 4,1%, un risultato centrato in anticipo rispetto a quanto previsto dal piano industriale.
Focalizzandoci sul quarto trimestre, l'utile netto rettificato è pari a 840 milioni di euro, in crescita di quasi il 20% su base annua.
Obiettivi per il 2019
Il management ha confermato gli obiettivi 2019:
- CET1 compreso tra 12-12,5%
- Ricavi totali a 19,8 miliard
- Utile netto a 4,7 miliardi
- Costi operativi a 10,4 miliardi
La trimestrale indica che il gruppo è in anticipo sugli obiettivi del piano industriale soprattutto nel piano di taglio dei costi con 14mila uscite già avvenute e la razionalizzazione delle filiali.
Puntare alla crescita... l’incognita M&A
Ora, però, il passaggio cruciale si chiama crescita.
Sulle vie da seguire si scatenano le indiscrezioni e i rumors. Qualcuno vede inevitabile una mega fusione a livello europeo, ma il Ceo, Jean Pierre Mustier, gela ogni speranza : “Non vedo fusioni cross border tra banche europee nel breve-medio termine. E parlo di una prospettiva di anni, non di mesi. Ostacoli regolamentari e difficoltà nel fare sinergie le rendono impraticabili. Per tutti, ovviamente anche per UniCredit. Ma questo per noi, che già siamo paneuropei, può essere un vantaggio competitivo" ha dichiarato a un’intervista rilasciata a Il Sole 24Ore.
Mustier ottimista per l’Italia che verrà
Quanto al core business e all’Italia, Mustier è uno dei pochi manager a mostrare un certo ottimismo: “Ma mi lasci dire che l’Italia nel 2019 non sarà in recessione, l’economia rallenta ma le previsioni danno in media una crescita del Pil dello 0,5%.
Per quanto riguarda UniCredit, la diversificazione di business e geografica del gruppo ci tutela dai rischi di frenata dell’economia in questo o quel Paese.
Ma sull’Italia vorrei aggiungere che in un orizzonte di medio termine sono molto più ottimista di molti italiani. L’Italia ha un tessuto di imprese molto forti e innovative.
Il Paese deve garantire la sostenibilità del debito pubblico, che comunque per circa il 65% è in mano direttamente o indirettamente a italiani, ma l'economia reale è solida.
Non solo. Anche socialmente, io vedo in Italia un Paese con meno divaricazioni e più omogeneo rispetto per esempio alla Francia".
Uno sguardo all'andamento
Guardando un po' al passato ci si accorge che chi avesse investito in Unicredit dal 2007 a oggi avrebbe perso il 95%. Insomma il titolo non è certo immune a spread e rallentamento economico.
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