Raiffeisen guadagna quasi 1 miliardo in Borsa: l’ipotesi Strabag fa sognare Vienna

Raiffeisen guadagna quasi 1 miliardo in Borsa: l’ipotesi Strabag fa sognare Vienna

Azioni in rialzo del 6%. La Ue potrebbe autorizzare l’istituto a fare sua la quota di Strabag posseduta dall’oligarca russo Deripaska. Sarebbe una compensazione per la multa inflitta alla banca austriaca delle autorità russe. Tuttavia, restano forti i dubbi politici

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Ipotesi risarcimento con le quote Strabag del russo Deripaska

Le azioni di Raiffeisen Bank International (RBI) corrono alla Borsa di Vienna, dove a fine mattina segnano un rialzo del 6,6% a 31,02 euro. La capitalizzazione della banca austriaca ha così guadagnato quasi un miliardo di euro in una sola seduta, portandosi a quota 10,2 miliardi. Il movimento è stato innescato da un articolo del Financial Times, ripreso da Bloomberg e Reuters, secondo cui l’Unione europea starebbe valutando una misura straordinaria a favore dell’istituto.

Secondo quanto riportato dal quotidiano britannico, l’Ue potrebbe consentire a Raiffeisen di entrare in possesso di una quota del capitale della società di costruzioni Strabag, attualmente bloccata dalle sanzioni perché appartenente al magnate russo Oleg Deripaska. La vicenda ruota intorno a una multa di circa 2 miliardi di euro comminata da un tribunale russo alla controllata locale di Raiffeisen, nell’ambito di una controversia con una società riconducibile allo stesso Deripaska.

Strabag, il nodo delle quote congelate

Con sede a Vienna, Strabag è il principale gruppo delle costruzioni in Austria e uno dei più grandi player europei, con una capitalizzazione di 9,1 miliardi di euro. L’azionariato vede come primo socio il gruppo Raiffeisen con il 30,1%, seguito dalla famiglia Haselsteiner con il 29% e dalla holding Rasperia di Deripaska che possiede circa il 24%, un pacchetto che oggi ha un valore di mercato di 2,2 miliardi. È proprio questa quota a essere oggetto di discussione: l’ipotesi è che Bruxelles possa sbloccarla in favore di Raiffeisen come forma di compensazione, a risarcimento del danno subito dalla banca in Russia.

Al momento non è chiaro se il trasferimento riguarderebbe l’intera partecipazione di Deripaska o soltanto una parte. La decisione, se approvata, completerebbe di fatto un’operazione già ipotizzata nel 2023, quando Raiffeisen tentò di recuperare utili bloccati in Russia attraverso uno scambio azionario con Rasperia Trading, la holding dell’oligarca. Allora l’operazione fu interrotta per le pressioni delle autorità statunitensi, che avevano sanzionato la stessa Rasperia.

Le divisioni in Europa

Il tema, inserito su pressione di Vienna nel 19° pacchetto di sanzioni contro Mosca, è ora al centro del confronto tra gli ambasciatori dei Paesi membri. Non mancano le resistenze: diversi governi ritengono rischioso aprire la strada a un precedente che potrebbe essere sfruttato da altri oligarchi russi per ottenere vantaggi indiretti.

Come riportato da Reuters, alcuni diplomatici temono che un’operazione del genere finisca per legittimare le sentenze dei tribunali russi, che in più occasioni hanno reagito alle sanzioni occidentali ordinando il sequestro di asset di gruppi europei e americani. “Se seguiamo questa strada – ha dichiarato una fonte diplomatica – rischiamo di aprire la porta al dissequestro di numerosi beni russi, e questo non è l’obiettivo delle misure contro Mosca”.

Una banca ancora esposta alla Russia

Raiffeisen è da anni il principale istituto occidentale ancora attivo in Russia, dove rappresenta un importante canale finanziario con l’Europa. Dopo l’invasione dell’Ucraina, Bruxelles ha imposto a RBI di ridurre significativamente le proprie attività nel Paese, ma la banca non è ancora riuscita a vendere la filiale locale né a trasferire all’estero i profitti accumulati, stimati in circa 7 miliardi di euro.

Un tentativo di cessione a un investitore domestico è fallito proprio di recente: secondo indiscrezioni raccolte da Reuters, le autorità russe avrebbero ostacolato l’operazione temendo che un acquirente locale potesse innescare nuove sanzioni.

Le prospettive

Il forte rialzo in Borsa mostra come i mercati abbiano accolto positivamente l’ipotesi di una compensazione europea. Per Raiffeisen, l’acquisizione della quota di Strabag avrebbe un duplice effetto: da un lato rappresenterebbe il recupero del danno economico inflitto dalle autorità russe, dall’altro rafforzerebbe il controllo su una delle più importanti società di costruzioni del continente, già parte integrante della sua galassia partecipativa.

Resta però l’incognita politica: senza un consenso unanime tra i governi Ue, la proposta rischia di arenarsi. Inoltre, gli Stati più critici sottolineano che la banca austriaca non ha rispettato in pieno le pressioni occidentali a ridurre la propria presenza in Russia, rimanendo esposta a un contesto geopolitico altamente instabile.

In attesa delle decisioni di Bruxelles, il titolo Raiffeisen ha ritrovato slancio, recuperando parte del terreno perso rispetto ai concorrenti europei dall’inizio della guerra in Ucraina. Dall’inizio dell’anno le azioni Raiffeisen sono salite del 62% e negli ultimi 12 mesi hanno guadagnato l’80%.

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