Rally di Atlantia a Piazza Affari. A spingere il titolo l’opzione Draghi


Atlantia guarda con favore a un esecutivo a guida Draghi. Intanto gli azionisti di minoranza tornano sulla valorizzazione (sottovalutata) di Aspi da parte del consorzio guidato da Cdp. Alle 12 il titolo scambia a +4,74%. Per Equita è Hold.


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Atlantia torna nel mirino degli investitori

Da un lato la possibilità di un governo Draghi potrebbe sbloccare la situazione su Aspi, dall’altra le polemiche mai sopite dal fronte degli azionisti di minoranza. Ed è proprio l’attesa di un “effetto Draghi” a rinforzare le attese sul titolo. In apertura di oggi il titolo Atlantia non ha fatto prezzo per poi entrare nelle contrattazioni con un rialzo superiore al 5% e assestarsi alle 12 in rialzo del 4,74% a 15,26 euro, posizionandosi tra i migliori del Ftse Mib (+2,92%). Equita Sim intanto conferma il rating Hold con Target price di 16,6 euro.

La scommessa degli operatori di Piazza Affari va in direzione di uno sblocco immediato della situazione Autostrade. Draghi è svincolato da “debiti politici” ed era anche direttore generale del Tesoro quando Aspi fu acquisita dalla holding della famiglia Benetton tra il 1999 e il 2000: conosce quindi molto bene il dossier fermo da quando, ad agosto 2018, 43 persone persero la vita nel crollo del ponte di Genova.

Per Tci offerta Cdp sottovaluta Aspi

Questa mattina, in un’intervista rilasciata al Sole 24Ore Jonathan Amouyal partner del fondo attivista Tci Fund Management, azionista del gruppo infrastrutturale con il 10% delle quote, definisce non equa la proposta del consorzio guidato da Cassa Depositi e Prestiti, Macquarie e Blackstone per rilevare l'88% di Aspi, ribadendo il valore indicato già in passato di 11-12 miliardi di euro: una valutazione coerente con le operazioni del 2017, quando Atlantia aveva venduto una partecipazione pari al 12% in Aspi per una valutazione complessiva di 15 miliardi.

Amouyal ha chiesto un processo di valorizzazione «trasparente e guidato da intermediari finanziari affidabili ed esperti». Secondo Tci, gli investitori internazionali «sono preoccupati del conflitto di interessi del Governo che da una parte stabilisce le regole e dall’altra è acquirente tramite Cdp».

La polemica estiva

Tci, lo ricordiamo, già la scorsa estate aveva guidato l’opposizione contro la presa sul controllo dell’asset da parte di Cdp e aveva inviato una denuncia alla Commissione europea per «espropriazione illegittima» da parte del governo italiano della società autostradale.

L’ad Cristopher Hohn, a fine luglio aveva indicato il valore di Atlantia intorno agli 11-12 miliardi (per il 100% del capitale) e definito le proposte iniziali del governo italiano per l’aumento di capitale «a un prezzo coercitivo e non stabilito dal mercato» come «abusive, non trasparenti e distruttive del valore creato». Proprio per avere maggiore peso nelle successive assemblee dei soci, a ottobre il fondo ha aumentato la sua partecipazione nel capitale di Atlantia, portandola oltre la soglia rilevante del 10%.

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