Il rally di Tesla seppellisce la logica dei numeri

Il balzo del 32% dell’ultimo mese non trova nessun legame con i dati relativi all’attività industriale, ma si basa interamente sulle prospettive della guida autonoma, dei robo-taxi e del robot umanoide Optimus. Con gli utili previsti in calo, il P/E sale all’incredibile valore di 300 volte
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Questa settimana i dati sulle vendite del terzo trimestre
Il titolo Tesla ha cambiato marcia. In un solo mese le azioni hanno guadagnato oltre il 32%, cancellando mesi di incertezza e riportando entusiasmo sul mercato. Eppure, guardando al 2025 nel suo complesso, la performance resta modesta: +9%, meno dell’S&P 500. Lo sprint recente sembra quindi più un recupero che l’inizio di una nuova fase espansiva. La domanda che gli investitori si pongono è se il rally sia sostenibile o se rifletta aspettative forse troppo ambiziose.
Il primo test arriva questa settimana, con la pubblicazione delle vendite del terzo trimestre. Tradizionalmente questo dato è considerato cruciale per valutare la solidità di Tesla. Secondo Barron’s, gli analisti di Wall Street stimano 447.000 consegne, in calo del 3% rispetto allo stesso periodo del 2024. Il ricercatore indipendente Troy Teslike, basandosi su dati di produzione e immatricolazioni, ipotizza invece 472.000 unità, pari a un +2%. Un eventuale miglioramento sarebbe significativo dopo che nel primo semestre le consegne erano scese del 13%.
Per la Borsa contano le applicazioni AI
Eppure, come osserva Barron’s, la vera questione non è quanto venderà Tesla, ma quanto contano per gli investitori i numeri sulle vendite di auto elettriche. La risposta è che il mercato sembra preoccuparsi sempre meno dei volumi di BEV e sempre più delle prospettive legate all’intelligenza artificiale. In altre parole, non è più il numero di Model Y consegnate a orientare le valutazioni, bensì il potenziale della guida autonoma, dei robo-taxi e del robot umanoide Optimus.
Non a caso le notizie più seguite riguardano il fatto che a giugno la società ha lanciato ad Austin, in Texas, un primo servizio di robo-taxi e ha annunciato l’obiettivo di avviare vendite significative del robot Optimus dal 2026.
La mossa di Dan Ives: target price a 600 dollari
E’ su queste basi che venerdì 26 settembre Dan Ives, analista di Wedbush, ha alzato il target price di Tesla a 600 dollari, il più alto di Wall Street. Secondo Ives, Tesla è “al centro della rivoluzione AI”, con la possibilità di raggiungere una capitalizzazione di 2.000 miliardi di dollari già nel 2026 e persino 3.000 miliardi nello scenario più ottimistico.
Il mercato sembra crederci: al prezzo attuale di 440 dollari, Tesla vale oltre 1.460 miliardi di dollari, ben al di sopra del consensus. Secondo MarketScreener, il target medio degli analisti è 341 dollari, circa il 22% in meno delle quotazioni correnti. Su 45 analisti, il 44% raccomanda l’acquisto, mentre otto analisti consigliano la vendita. Una spaccatura che riflette perfettamente l’ambivalenza del titolo: da un lato un futuro ad alto potenziale, dall’altro fondamentali sotto pressione.
Fatturato e utili in calo nella prossima trimestrale
I numeri infatti raccontano una storia meno entusiasmante. Il consensus prevede per il 2025 un fatturato in calo del 5% a 92,9 miliardi e un utile netto di 5 miliardi, in ribasso del 28%. Anche la trimestrale in arrivo il 14 ottobre dovrebbe mostrare luci e ombre: ricavi stabili a 25 miliardi, ma utili in calo del 33% a 1,4 miliardi. Valutazioni che, rapportate agli utili attesi, restano da capogiro: Tesla tratta a 300 volte l’utile stimato per il 2025 e a 200 volte quello del 2026, multipli che nel settore automobilistico non hanno paragoni, ma neanche nel settore tech: Nvidia è scambiata a un P/E di 40 volte, Oracle di 57 volte.
Investitori al bivio di fronte a multipli da capogiro
Per chi valuta un investimento oggi, il quadro è chiaro: il titolo è già molto caro in rapporto agli utili attesi, e il core business auto mostra segni di rallentamento. Ma è questo stesso core business che per parecchi anni dovrà fornire i mezzi finanziari per investire miliardi di dollari nell’acquisto di GPU Nvidia per sviluppare l’AI di Tesla.
Allo stesso tempo, però, Tesla è riuscita a convincere il mercato che la vera partita non si gioca sui margini dell’automotive, ma sulla capacità di monetizzare l’AI e aprire mercati del tutto nuovi.
Gli investitori si trovano così davanti a un bivio: credere che Tesla saprà trasformarsi in un colosso della mobilità autonoma e della robotica, accettando multipli oggi proibitivi, oppure restare prudenti in attesa che i conti industriali tornino a sostenere le quotazioni. Al momento sembra che la Borsa abbia scelto di guardare solo alle prospettive future facendo decollare le quotazioni. Attenzione, però, che Tesla ha nella sua storia anche molti atterraggi bruschi.
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