Recessione o non recessione? Il dubbio amletico di Wall Street

Domani sarà il turno del dato sull’inflazione, fondamentale per l’istituto centrale statunitense nel decidere le sue mosse di politica monetaria, ma venerdì entrerà nel vivo la stagione degli utili con i risultati trimestrali delle grandi banche, da alcuni vero e proprio test per verificare la tenuta dell’economia USA.
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Wall Street incerta
Virano in rosso i future sui principali indici di New York dopo una mattina passata in lieve crescita.
Quando manca un’ora dall’avvio delle contrattazioni di questa seduta caratterizzata dalla vigilia dei dati sull’inflazione attesi per domani, i contratti su Nasdaq cedono lo 0,20%, mentre restano sotto la parità anche quelli sul Dow Jones e sullo S&P500.
In una seduta priva dei mercati europei, ieri solo il Dow Jones era riuscito a chiudere in netto positivo (+0,30%), con gli investitori che “hanno assunto una posizione di attesa”, e se “da una parte si è assistito alla rielaborazione dei dati passati della scorsa settimana sul mondo del lavoro, dall’altra le importanti letture di questa settimana, soprattutto in tema inflazione, hanno posto nuove preoccupazioni”, secondo Gabriel Debach, market analyst di eToro.
“Scilla e Cariddi di questa Odissea, inflazione e recessione, continuano a rappresentare le principali sfide per l’economia”, sottolinea l’esperto, ritenendo che “la Fed stia navigando a vista, in una visione data dependent nella ricerca della giusta strategia, cercando di bilanciare la necessità di lotta all’inflazione senza portare l’economia in una profonda recessione”.
Nel frattempo, conclude Debach, “gli investitori reagiscono ai diversi segnali economici: se da un lato accolgono con favore i segnali di un rallentamento economico che riduce la pressione inflazionistica, dall’altro sono preoccupati per i possibili effetti negativi di una nuova recessione”.
Dati macro
Segnali negativi in questo senso sono arrivati oggi dalla pubblicazione dell'indice relativo alle aspettative delle piccole imprese, che a marzo ha mostrato un peggioramento dell’indicatore elaborato dalla National Federation of Independent Business, sceso a 90,1, da 90,9 di febbraio, quando il consensus era di 89,8.
L’indagine mostra che il mese scorso, probabilmente a causa del crack della Silicon Valley Bank, si è registrato un forte aumento delle piccole aziende in difficoltà nel reperire credito.
Gli occhi saranno puntati tutti sul dato dell’inflazione atteso per domani e gli economisti prevedono una crescita dei prezzi al consumo del 5,2% a marzo dopo un aumento del 6,0% a febbraio. Tuttavia, i prezzi core sono visti in aumento del 5,6%, un ritmo leggermente più veloce rispetto alla crescita del 5,5% di febbraio.
Il dato sarà tenuto particolarmente tenuto d’occhio, ovviamente, dalla Federal Reserve in vista del prossimo meeting di inizio maggio e il CME FedWatch Tool si attende al 73% un rialzo dei tassi pari a 25 punti base.
La stagione degli utili
Questa settimana entrerà nel vivo la stagione delle trimestrali delle grandi società statunitensi, da molti considerata come un importante test per valutare la resilienza dell’economia a stelle e strisce in un quadro di aumento delle previsioni di una prossima recessione.
Gli analisti interpellati da Refinitiv si attendono un calo consecutivo degli utili trimestrali da parte delle società quotate sullo S&P500, pari al 5,2% su base annua, con una netta inversione di tendenza rispetto alla crescita annua dell’1,4% prevista all'inizio dell'anno.
“Dal punto di vista dei risultati societari siamo già in recessione”, avvisa Eric Gordon, analista di Brown Advisory con il Wall Street Journal.
Venerdì sarà il turno delle grandi banche USA, con JP Morgan, Wells Fargo e Citigroup attese venerdì 14 aprile, mentre l’appuntamento con Bank of America e Goldman Sachs è in agenda il 18 aprile quando si attenderà anche Netflix.
Tra le altre grandi società, il calendario prevede Amazon il 28 aprile, Apple il 4 maggio, Google e Meta il 26 aprile.
Meglio le obbligazioni
Nell’attesa, da Swisscanto spiegano di preferire l’obbligazionario all’azionario: “aumentiamo la nostra esposizione ai titoli di Stato USA e manteniamo il sottopeso sulle azioni”.
Questo, spiegano della banca, a causa delle “valutazioni che rimangono eccessive e riteniamo che il basso premio sull’azionario non compensi pienamente il rischio elevato”, mentre “nell’ambito delle azioni, rimaniamo cauti, in particolare per quanto riguarda i titoli statunitensi, sopravvalutati, ma stiamo anche riducendo leggermente il sovrappeso in Europa”.
“Per quanto riguarda le azioni, il quadro è un po' più difficile” e “in questo momento pensiamo che la strada da seguire sia quella della difesa, soprattutto perché vediamo un aumento della volatilità fino alla metà dell'anno. E questo sarà determinato da tutti gli investitori che cercheranno di capire come questa politica della Fed inizierà a spostare i mercati. Le valutazioni, a nostro avviso, sono piuttosto corrette. Ovviamente, abbiamo visto i titoli growth subire un forte trade-off fino al 2022, ma hanno recuperato rapidamente molto di quel valore e pensiamo che si siano surriscaldati”, spiegano da Swisscanto.
Notizie societarie e pre-market USA
Moderna (-7%): il suo candidato vaccino antinfluenzale non ha accumulato un numero sufficiente di casi nell’analisi intermedia di efficacia per dichiarare un successo nello studio in fase avanzata.
Xilio Therapeutics (+17%): Merck & Co (-0,10%) dichiara di avere una partecipazione passiva nella società pari al 5,4% al 30 marzo, secondo un documento normativo depositato il lunedì.
Kalera (-23%): dichiarato di aver ricevuto un avviso di delisting dal Nasdaq dopo aver presentato istanza di fallimento lo scorso 4 aprile e non aver comunicato i risultati per l’anno conclusosi al 31 dicembre 2022
Coinbase Global (+3%): il Bitcoin resta oltre la soglia chiave dei 30 mila dollari, superata per la prima volta in dieci mesi.
National CineMedia (+90%): AMC Entertainment Holdings ha rivelato una partecipazione nella società di pubblicità incentrata sui cinema.
Hexo Corp (-22%): Tilray Brands (-5%) ha dichiarato di voler acquistare la società canadese di cannabis per 56 milioni di dollari.
CarMax (+6%): ha registrato un utile netto nel quarto trimestre di 0,44 dollari, superiore alla previsione degli analisti di 0,24 dollari per azione.
Raccomandazioni analisti
Boeing
Credit Suisse: ancora ‘neutral’ e prezzo obiettivo alzato a 220 USD rispetto ai precedenti 200 dollari.
Wells Fargo
JPMorgan Chase: confermato ‘neutral’ e target price ridotto da 49 USD a 45 dollari.
Bank of America
JPMorgan Chase: ‘buy’ e prezzo obiettivo abbassato da 38 USD a 34 dollari.
US Bankcorp
JPMorgan Chase: ‘buy’ e prezzo obiettivo diminuito da 52,50 USD a 45 dollari.
Hasbro
Stifel Nicolaus: ‘buy’ e target price ridotto da 73 USD a 68 dollari.
Levi Strauss
Wells Fargo Securities: ‘buy’ e prezzo obiettivo in calo da 20 USD a 18 dollari.
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