Recovery Fund, c’è l’accordo in Europa. All’Italia 209 miliardi

All’alba i leader europei riuniti a Bruxelles hanno trovato l’accordo. Per la prima volta l’Europa emetterà debito comune. L’ammontare complessivo della manovra resta di 750 miliardi di euro, di cui 390 miliardi di sussidi e 360 miliardi di prestiti. All’Italia spetteranno in totale 208,8 miliardi, di cui 81,4 miliardi di sussidi e 127,4 miliardi di prestiti
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L’annuncio in un tweet: «Deal!»
L’annuncio dell’accordo sul Recovery Fund europeo è arrivato questa mattina alle 5,30, con un tweet di una sola parola sul profilo del presidente del Consiglio europeo, Charles Michel: «Deal!». A pochi minuti di distanza hanno fatto seguito anche gli altri leader europei riuniti a Bruxelles nel quinto giorno di contrattazioni sul Recovery Fund e sul bilancio europeo 2021-2027.
«Giornata storica per l’Europa, e per l’Italia!», ha twittato il premier italiano Giuseppe Conte.
La riunione finale avrebbe dovuto aver inizio alle 14 di ieri, ma è slittata di ora in ora fino alle 18 per permettere a Michel di ritoccare la proposta sul fondo a garanzia comunitaria in modo da accontentare tutti i presenti al tavolo. Alla fine della nottata di contrattazioni l’ammontare complessivo della manovra resta di 750 miliardi di euro, di cui 390 miliardi di sussidi e 360 miliardi di prestiti, in luogo dei 500 miliardi di sussidi e 250 di prestiti della proposta diffusa a fine maggio. La grande novità riguarda, però, un altro punto: per la prima volta l’Europa emetterà debito comune.
La fetta italiana
Nel nuovo accordo all’Italia spetteranno in totale 208,8 miliardi, di cui 81,4 miliardi di sussidi e 127,4 miliardi di prestiti. Nella proposta iniziale il nostro Paese avrebbe beneficiato di 82 miliardi a fondo perduto e 91 miliardi in prestiti. L’accordo finale prevede, dunque, un incremento dei fondi destinati all’Italia nell’ordine di circa 35 miliardi di euro ma un calo dei sussidi (-3,842 miliardi) e un aumento della componente da restituire (+38,816 miliardi).
Questo ribilanciamento è stato fondamentale per convincere i Paesi cosiddetti “frugali”, Olanda in testa (gli altri sono Austria, Danimarca, Svezia e Finlandia) fin dal primo giorno contrari a concedere “maglie larghe” ai Paesi del Sud Europa.
Trovato anche l’accordo sulla governance
Altro punto di dissidio dei frugali era legato alla governance. Nel compromesso raggiunto alle prime ore dell’alba, i piani di ripresa presentati dagli Stati Membri beneficiari del Recovery Fund saranno approvati a maggioranza qualificata dal Consiglio Ue in base alle proposte presentate dalla Commissione, e non all’unanimità come voleva il leader olandese Mark Rutte. La valutazione del rispetto dell’attuazione degli obiettivi prestabiliti sarà affidata all’Ecofin, e un singolo Paese potrà però chiedere l’intervento del Consiglio per bloccare l’esborso se rileverà uno scostamento.
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