Renault +5% pensa allo spin off dell'auto elettrica


La trimestrale passa in secondo piano dopo l'annuncio dello scorporo di una divisione di auto tutte elettriche (36% del totale delle auto prodotte dal gruppo). Sui numeri pesa l'esposizione alla Russia ma dalla trimestrale emergono anche risultati positivi visto l’aumento delle auto elettriche e dei prezzi.


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Target confermati e progetti di Ipo per l'auto elettrica

I numeri di bilancio passano in secondo piano, agli investitori scintillano gli occhi di fronte al progetto di quotazioni di una divisione tutta elettrica rispolverato oggi da Renault.

Tanto che il titolo del gruppo francese in Borsa fa invesrione di marcia e si mette in mostra con un guadagno del 5%.

Il progetto fa gola a quasi tutti i produttori di auto, scorporare la divisione elettrica per quotarla a multipli decisiamente superiori rispetto a quelli della divisione "termica" porterebbe in alto la capitalizzazione del gruppo. Ci ha pensato Ford, ci ha riflettutto Volkswagen, a farlo potrebbe essere Renault.

Il mercato attribuisce a Tesla e Company, Lucid, Rivian multipli da capogiro, pari a circa 12 volte il fatturato (Tesla e Rivian) e 24 volte per Lucid. Solo la prima perà può vantare anche un p/e di 135 volte le altre due non generano ancora utili.

Al contrario titoli non nativi elettrici cone Volkswagen, Stellantis, Renault passano di mano in Borsa a 0,3 volte le vendite (Volkswagen), 0,27 Stellantis e 0,14 Renault.

Scorporare la parte elettrica darebbe dunque un forte accelerazione alle quotazioni.

La trimestrale

Continua la crisi per il settore automobilistico e Renault resta tra le più colpite tra le case produttrici vista la sua esposizione in Russia, a cui si aggiunge l’impatto della crisi dei semiconduttori.

I primi tre mesi della casa francese si sono chiusi con un calo del 2,7% dei ricavi su base report, scesi a 9,7 miliardi soprattutto a causa della riduzione del contributo 23,1% della sua unità russa Avtovaz (527 milioni di euro), i cui ricavi sono diminuiti del 15,7% sul periodo.

Importante crollo (17,1%) della vendita di autoveicoli, ferme a 552 mila unità, anche in questo caso condizionate dal pessimo risultato in Russia (-2,1%).

Escludendo le attività di Avtovaz e Renault Russia, il fatturato del gruppo risulterebbe di 8,9 miliardi di euro, con un calo dell’1%.

Le notizie positive

Nonostante l’impatto della guerra, Renault ha registrato entrate migliori del previsto nel trimestre, in quanto i prezzi più elevati e l'aumento delle vendite di veicoli elettrici hanno ampiamente compensato l'impatto del conflitto e una carenza globale di semiconduttori in corso.

La società ha spiegato che le sue vendite di veicoli completamente elettrici e ibridi sono aumentate del 13%, arrivando così ad una quota del 36% delle sue vendite.

Inoltre, da Renault aggiungevano che i suoi prezzi sono aumentati del 5,6% rispetto al primo trimestre del 2021, poiché la casa automobilistica persegue la sua strategia di vendita di auto più redditizie.

Inoltre, Il portafoglio ordini di Renault alla fine di marzo aveva raggiunto i suoi massimi da 15 anni.

In una nota per il cliente, gli analisti di JP Morgan hanno descritto il trimestre “forte” per Renault, la quale “continua a portare avanti la sua politica di razionalizzazione dei prezzi e dei modelli” e “i risultati diffusi oggi sono un altro passo nella giusta direzione”.

Confermato l’outlook

Nonostante i risultati, il gruppo conferma le sue prospettive, già riviste a fine marzo per considerare la sospensione del suo stabilimento di produzione a Mosca, oltre alla valutazione delle opzioni disponibili relativamente proprio al suo stabilimento in Avtovaz.

Confermate, dunque, le previsioni di un margine operativo del gruppo di circa il 3% nel 2022 e un free cash flow operativo automobilistico positivo.

Inoltre, il gruppo ha annunciato un aggiornamento più dettagliato su target e strategia nel corso di quest’anno, in particolare nel corso di un Capital Market Day previsto per il prossimo autunno.

Sul futuro della società, però, continuerà a pesare la carenza globale di semiconduttori dai sensori dei freni ai sistemi di intrattenimento, portando al taglio della produzione pianificata di Renault di 300.000 veicoli nel 2022, soprattutto nella prima metà dell'anno.

“In un contesto fortemente turbato dal conflitto in Ucraina, dalla crisi dei semiconduttori e dall’inflazione, il gruppo Renault prosegue la sua ripresa e accelera”, spiegava Thierry Piéton, direttore finanziario della casa francese, mostrandosi ottimista per il futuro.

L’esposizione in Russia

Numeri che confermano l’importanza per Renault (e Volkswagen) della sua esposizione in Russia, vista la presenza nel paese di molti stabilimenti produttivi nell’est Europa e la percentuale del suo fatturato nel paese.

Renault risulta la casa maggiormente esposta in Russia, con quasi l’8% del fatturato, a cui si sta aggiungendo l’aumento dei costi dell’energia e delle leghe del metallo quali ulteriori rischi di deterioramento margini non trascurabili.

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