Renault: i buoni risultati non convincono la Borsa

Renault: i buoni risultati non convincono la Borsa

I conti del terzo trimestre sono migliori delle attese, con un fatturato in forte crescita e margini confermati. Il titolo, però, torna ai minimi di luglio. Il mercato sconta la svalutazione di Nissan e le incertezze post-De Meo, in attesa del nuovo piano strategico

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Il titolo torna ai livelli del profit warning di luglio

Mattinata amara per Renault alla Borsa di Parigi. Dopo la diffusione dei risultati del terzo trimestre, migliori delle attese, il titolo del gruppo automobilistico francese perde il 2,8% e scende a 34,29 euro. Una contraddizione solo apparente: i conti mostrano solidità, ma gli investitori restano prudenti. Con questo arretramento, il titolo torna esattamente ai livelli di metà luglio, quando la Casa parigina era precipitata del 18% in un solo giorno, travolta dal profit warning e dalle dimissioni a sorpresa del Ceo italiano Luca de Meo.

Crescita robusta nel trimestre

Il terzo trimestre si è chiuso con ricavi in aumento del 6,8%, a 11,4 miliardi di euro, risultato che a tassi di cambio costanti sale all’8,5%. Le vendite hanno raggiunto 529.486 veicoli, in crescita del 9,8%, con una progressione del 14,9% fuori dall’Europa e del 7,5% nel Continente. Un contributo significativo è arrivato anche dai servizi finanziari, in aumento del 18%, mentre la gamma elettrificata – che include modelli come la Renault 5 E-Tech e la Dacia Bigster – ha continuato a sostenere il fatturato, dimostrando che la transizione verso l’elettrico può essere anche profittevole.

“Abbiamo registrato una performance commerciale molto buona, con un’elevata crescita delle immatricolazioni sia in Europa sia a livello internazionale”, ha commentato il direttore finanziario Duncan Minto, parlando di una gestione “sana” dei livelli di stock e di ordini in aumento “a una cifra alta”.

Renault ha confermato gli obiettivi per il 2025 indicati a luglio: un margine operativo del 6,5% e un flusso di cassa libero compreso tra 1 e 1,5 miliardi di euro per il 2025. Obiettivi prudenti, ma realistici in un contesto ancora caratterizzato da forte concorrenza e domanda volatile.

L’ombra lunga del profit warning

La diffidenza del mercato affonda le radici nel mese di luglio, quando Renault annunciò un inatteso profit warning e l’uscita di Luca de Meo, alla guida del gruppo dal 2020. Il comunicato di allora, pubblicato a mercati chiusi, conteneva la revisione al ribasso delle stime per il 2025, con la riduzione della marginalità attesa e dei flussi di cassa. Il giorno seguente, le azioni crollarono del 18%, la peggiore seduta dal 2020.

A rendere più delicata la situazione contribuì l’incertezza sulla successione ai vertici, poi risolta con la nomina di François Provost a nuovo amministratore delegato. Manager di lungo corso all’interno del gruppo, Provost ha assunto l’incarico con l’obiettivo di garantire continuità al piano “Renaulution” e di delineare, entro il primo trimestre del 2026, la nuova strategia per il prossimo ciclo industriale.

L’effetto Nissan e il difficile 2025

Nonostante la buona performance operativa, i conti di Renault restano zavorrati dalla svalutazione della partecipazione nella giapponese Nissan. Gli analisti stimano per il 2025 una perdita netta di 9,9 miliardi di euro, a fronte di un utile di 752 milioni registrato nel 2024. La previsione migliora sensibilmente per il 2026, quando il consensus si attende un ritorno all’utile per circa 2,2 miliardi di euro.

La penalizzazione di Borsa va quindi letta anche come riflesso delle prospettive di breve periodo. Da inizio anno, il titolo Renault ha perso il 26%, una performance in linea con quella di Stellantis. Ai prezzi attuali, la casa francese tratta a circa 4,3 volte gli utili stimati per il 2026, multiplo che riflette più scetticismo che fiducia.

Tra prudenza e potenziale

Gli analisti, tuttavia, non condividono del tutto il pessimismo del mercato. Su 18 esperti che seguono il titolo, 12 raccomandano l’acquisto e sei restano neutrali, con un prezzo obiettivo medio di 46 euro, che implica un potenziale rialzo del 32% rispetto ai livelli attuali.

La percezione generale è che Renault stia attraversando una fase di transizione complessa, ma non priva di prospettive. Dopo aver riportato il gruppo alla redditività negli ultimi anni, De Meo aveva impostato una strategia di rilancio fondata sul valore più che sui volumi. Provost ha dichiarato di voler proseguire lungo la stessa direzione, con una maggiore attenzione al controllo dei costi e a partnership internazionali, anche al di fuori dell’Europa.

Secondo indiscrezioni, il gruppo è in trattative con la cinese Chery Automobile per una collaborazione in Sudamerica, segnale che la strategia di alleanze globali rimane una leva chiave per affrontare la concorrenza di colossi come Stellantis e Volkswagen, oltre che la crescente pressione dei produttori cinesi.

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