Renault lascia la Russia dopo gli attacchi di Zelensky e rivede l’outlook 2022


Un video del presidente ucraino aveva accusato la casa automobilistica e altre società francesi di finanziare la “macchina da guerra” russa, ma il cambio di strategia nel paese ha spinto il gruppo a rivedere le sue previsioni per l’anno in corso.


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Il passo indietro in Russia

Le accuse e le minacce del presidente ucraino Volodymyr Zelensky hanno avuto successo e i francesi di Renault hanno annunciato un cambio nella strategia in Russia.

La casa automobilistica, infatti, ha annunciato ieri sera in un tweet la sospensione immediata delle sue attività nello stabilimento di Mosca, proprio dopo le parole di Zelensky.

La partecipazione in AvtoVaz

Inoltre, la società sta valutando anche “possibili opzioni per quanto riguarda la sua partecipazione” nella filiale russa, AvtoVaz, la più grande produttrice di auto in Russia.

Renault possiede il 68% di AvtoVaz e nel paese di Putin conta circa il 18% delle sue vendite globali di veicoli, pari a 500 mila nel 2021, e 45 mila dipendenti.

Acquistata nel 2016, AvtoVaz produce le due auto più vendute in Russia, Lada Vesta e Granta, con una quota di mercato totale del 28,8%.

Inoltre, il gruppo ha ricordato che è già impegnata nell’attuazione delle misure necessarie per rispettare le sanzioni internazionali”.

Outlook 2022 rivisto

La pubblicazione della nota era arrivata dopo una riunione del consiglio di amministrazione dei francesi, alla fine della quale si avvisava che la decisione spargeva incertezza sul futuro del gruppo.

Come conseguenza delle decisioni, Renault “è obbligata a rivedere le sue prospettive finanziarie per il 2022 con un margine operativo per il gruppo di circa il 3%”, rispetto a oltre il 4% stimato in precedenza.

Pertanto, la casa automobilistica prevede di registrare un onere di rettifica di 2,195 miliardi di euro nei suoi conti del primo semestre, il valore dei suoi attivi in Russia.

A Parigi, intanto, le azioni Renault erano arrivate a cedere oltre l’1% in apertura, per poi recuperare fino a passare in verde, tornando sopra quota 23 euro per azione.

Gli attacchi di Zelensky

Le pressioni sul gruppo francese erano arrivate ieri in un video di Zelensky inviato al parlamento francese, nel quale esortava le aziende francesi in Russia a smettere di sostenere la “macchina da guerra” russa in Ucraina, nominando direttamente Renault.

“Le imprese francesi devono lasciare il mercato russo”, intimava il presidente ucraino, per poi citare “Renault, Auchan, Leroy Merlin e altri”, le quali devono smettere di “finanziare l'assassinio di bambini e donne e gli stupri”, aggiungendo che “tutti ricorderanno che i valori sono più importanti dei profitti”.

Un attacco a Renault era arrivato anche dal capo della diplomazia ucraina, Dmytro Kuleba, il quale aveva chiesto su Twitter un boicottaggio globale del gruppo francese, pubblicando un fotomontaggio del posizionamento del gruppo, una vecchia pubblicità con l'attore Kevin Spacey, accusato di violenza sessuale, e una foto di un civile davanti a un'auto distrutta e la scritta “Sponsor della guerra di Putin”.

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