Rendimenti fino al 10% per il certificate sulla rivoluzione energetica

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Mentre i mercati arretrano l’unico prezzo che corre è quello dell’energia. Il certificate di Marex Financial con isin IT0006751090 quota sotto la pari del 2%, offre premi mensili dello 0,85% (10,2% annuo) se, tre big del settore Utility europeo: Enel, Edf e Veolia, non crolleranno del 50%. Cedole con effetto memoria e rimborso anticipato che parte da marzo 2023, dal 100% livello iniziale fino ad arrivare al 50%. Scadenza a giugno 2025. Barriera finale profondissima al 50% su tre titoli che hanno già perso terreno.


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Non sarà più come prima. L’energia costerà di più e anche per un bel po’ di tempo. Il gas liquefatto, gli obiettivi sfidanti della transizione energetica, e la guerra in Ucraina stanno spostando l’equilibro del prezzo tra domanda e produzione a un livello più alto.

Nel lungo periodo è una buona notizia per le rinnovabili, che diventano sempre più competitive contro altri sistemi di produzione più inquinanti ma nel breve, l’aumento del prezzo dell’energia crea stagflazione: aumento dell’inflazione e rallentamento economico insieme.

La finanza spesso ci insegna che gli shock economici accelerano lo sviluppo creando vincitori e vinti. I vincitori sono tutte le società che offrono una soluzione allo shock. Nel nostro caso, le utility. I vinti chi subiscono lo shock o perché pagano di più l’energia o perché i nuovi produttori di energia ruberanno loro quote di mercato.

La transizione energetica sta già subendo un’importante accelerazione, stavolta non solo sostenuta da un sentire comune di nuovi obiettivi ecologici, ma anche dal mercato, da un prezzo dell’energia più chiaro e da una politica che vuole smarcarsi dalla Russia. A questo aggiungiamo una maggiore convergenza tra banche centrali e politiche fiscali e il risultato è quello di avere un sistema che preme perché questo cambiamento sia il più rapido possibile: meno dipendenza dalla Russia e la necessità di tagliare i prezzi.

REPower Ue: 300 miliardi di euro per il cambiamento

Il cambio di passo da parte dell’Unione Europe ha portato all’approvazione del piano REPower Ue: 300 miliardi di euro al settore di cui 225 in finanziamenti e sovvenzioni e 75 miliardi come prestiti. Soldi che finiranno soprattutto ai soggetti in grado di accelerare e mettere in campo nuovi impianti di produzione energetica e in questo le utility sembrano essere i maggiori beneficiari. Gli obiettivi dichiarati sono quelli di trovare fornitori alternativi alla Russia aumentare la produzione di energia da fonti rinnovabili e aumentare il risparmio energetico. Sul secondo punto, la Ue ha alzato l’obiettivo 2030 di impiego di rinnovabili come fonti primarie dal 40% al 45%. Tra le fonti rinnovabili su cui spinge ci sono il solare, ma anche l’idrogeno e il biometano. Sul solare, l'Unione Europea spinge sull’utilizzo dei tetti fotovoltaici che dovrebbero arrivare a soddisfare almeno il 25% della domanda europea di energia con l’obbligo di installazione, entro il 2026, su tutti i nuovi edifici commerciali e pubblici con un’area utile maggiore di 250 metri quadrati. Dal 2027 scatta l’obbligo anche per gli edifici già esistenti. Per tutti i nuovi edifici residenziali i tetti solari saranno obbligatori dal 2029.

Il sentiment comune tra politici europei ed economisti è che questo potrebbe non bastare. Gli economisti sono convinti che per combattere l’inflazione le armi delle banche centrali sono spuntate, alzare i tassi e indurre una recessione non arriva al cuore del problema, e dall’altra parte, alle politiche fiscali potrebbero mancare le risorse per finanziare la transizione energetica. Ecco che oltre a green bond, si starebbe facendo avanti la strada per trovare maggiore armonia tra banche centrali e politiche fiscali. Tradotto la Bce finanza la Ue applica, alzando la dote di quei 300 miliardi.

Insomma, da un lato il mercato ha più soldi da investire nella transizione energetica perché l’energia costa di più e dall’altro politiche monetarie, fiscali e tensioni internazionali spingono per trovare soluzioni sempre più rapide.

Soluzione di investimento, il certificate sul comparto

A beneficiarne saranno soprattutto le società in grado di accelerare questo processo e sono le utility.

Per questo è interessante il certificate emesso da Marex Financial con Isin IT0006751090 che vede come sottostanti tre big del settore: Enel, Edf e Veolia. Senza troppe pretese, offre premi mensili dello 0,85% (10,2% annuo) praticamente il doppio del dividendo dei sottostanti a fronte di una barriera molto profonda dato il settore, pari al 50% dal livello iniziale.

I premi mensili verranno staccati se nessuno dei sottostanti, alle date di valutazione, si sarà dimezzato di valore e godono dell'effetto memoria, (l’investitore recupera eventuali cedole mensili non staccate in caso di recupero dei sottostanti sopra la barriera). Possibilità di rimborso anticipato tra 8 mesi, nel marzo 2023, a livelli discendenti (da 100% al 50% del livello iniziale) e scadenza con barriera sul capitale al 50% nel marzo 2025.

I suoi punti di forza sono:

  • un flusso cedolare interessante, a fronte di un rischio contenuto.
  • La barriera profonda su tre sottostanti che arrivano già da un’importante correzione.
  • un livello di autocall discendente che parte dal 100% per arrivare al 50% dei livelli iniziali.

Di seguito la tabella che mostra i livelli di riferimento del certificato.

Rimborso anticipato

Dal primo di marzo 2023 e, così ogni mese, se i sottostanti si troveranno sopra il livello di rimborso anticipato il certificate verrà rimborsato a 1.000 euro più le cedole fino ad allora cumulate e non distribuite.

Questa è una delle caratteristiche più attraenti del prodotto perché il certificate di Marex Financial ha barriere discendenti del 2% al mese e dunque il livello di rimborso anticipato parte dal livello iniziale fino a scendere al 50%.

Questo significa aumentare di molto le possibilità di rimborso anticipato anche a fronte di un calo significativo dei sottostanti. Caratteristica che protegge molto l’investitore anche dal calo del prezzo del certificate che oggi si acquista sotto la pari del 2%, ovvero capital gain che va aggiunto in caso di rimborso del prodotto a 1.000 quando si calcola la performance finale.

Appartenenza allo stesso settore

Altro punto di forza Enel, Edf e Veolia appartengono tutte allo stesso settore. Questo offre due vantaggi, il primo, poco citato di solito ma fondamentale, una migliore gestione del proprio portafoglio. Il secondo minor rischio.

Avere un certificate con sottostanti appartenenti a settore diversi espone l’investitore al peggiore dei sottostanti senza però sapere chi sarà e quindi il settore.

Di fatto, in una logica di portafoglio, dove ho la necessità di diversificare bilanciando bene i settori in cui sono esposto, un certificate con sottostanti appartenenti a settori diversi, mi espone al sottostante peggiore e poiché non so quale sarà o se sarà più di uno, di fatto mi espone a tutti i settori a cui appartengono i sottostanti.

Avere un certificate esposto su un solo settore mi aiuta a gestire al meglio la diversificazione di portafoglio e diminuisce anche il rischio perchè in genere i sottostanti di uno stesso settore si muovono in maniera correlata fra loro.

Analisi dei sottostanti e della barriera

Non capita spesso di vedere una barriera così profonda su sottostanti appartenenti a un settore poco volatile e che ha già perso molto terreno. Il motivo è che Edf, dopo il tonfo legato alla problematica sugli investimenti nel nucleare, ha aumentato la sua volatilità implicita permettendo all’emittente di creare un buon prodotto, anche ora che la problematica sugli investimenti sembra risolta, come anche la solidità del gruppo dopo il rafforzamento di capitale appena andato in porto.

Sul titolo il consensus Bloomberg vede 7 consigli di acquisto 6 di tenerlo in portafoglio e 5 di venderlo con un target price medio a 10,14 euro, oltre il 23% sopra le attuali quotazioni. La forza di Edf è legata alla sua presenza nel settore nucleare.

Campione a livello mondiale sul tema della produzione da fonti rinnovabili Enel è tra i leader mondiale nella produzione di energia da fonti rinnovabili. Il gruppo piace moltissimo anche agli analisti, il consensus Bloomberg vede 25 buy 4 hold e zero sell con un target price a 8,35 euro, +55% dai livelli attuali.

Il terzo sottostante Veolia, non ha come unico business quello dell’energia, il gruppo è il leader mondiale nei servizi di gestione ambientale.

Guardiamo lo spaccato del fatturato per conoscerla meglio:

- servizi legati all'acqua (41,9%; n° 1 a livello mondiale):

- servizi di gestione dei rifiuti (37,2%; n. 1 a livello mondiale): manutenzione di spazi pubblici, pulizia e manutenzione di siti industriali, decontaminazione del suolo, raccolta e riciclaggio di materiali, valutazione e trattamento dei rifiuti tramite compostaggio, incenerimento e stoccaggio;

- servizi energetici (20,9%; Dalkia; n° 1 in Europa): gestione delegata delle reti urbane di riscaldamento e di climatizzazione, gestione dei servizi termici e multitecnici (funzionamento degli impianti di riscaldamento, progettazione, costruzione e manutenzione degli impianti, ecc.) e dei servizi industriali (analisi dei processi industriali, funzionamento, assistenza e manutenzione degli impianti di produzione), gestione generale degli edifici e dell'illuminazione pubblica.

Il fatturato netto è ripartito geograficamente come segue: Francia (30,2%), Regno Unito (8,1%), Germania (7,3%), Stati Uniti (6,3%), Polonia (4,4%), Repubblica Ceca (4,2%), Australia (3,9%), Cina (3,5%), Italia (3%), Marocco (2,7%), Giappone (2,3%) e altri (24,1%).

Il consensus Bloomberg sul titolo vede 11 buy 4 hold e zero raccomandazioni di vendita con un target price a 35,59 euro, il 46% in più dei prezzi di oggi.

Come tutte le utility, negli ultimi mesi i tre titoli hanno patito il rialzo dei tassi. Ora il mercato dei bond sembra essersi stabilizzato anche grazie alle promesse di uno scudo antispread e le società si trovano a quotare a livelli storici molto depressi come mostra il grafico qui sotto.

I tre sottostanti vedono pesanti cali dagli ultimi massimi: -26% per Veolia, -35% per Edf e -55% per Enel.

Confrontando questo grafico con i livelli del certificato e con le indicazioni degli analisti, le barriere poste a sotto i 3 euro per Enel, vicino a 4 per Edf e vicino a 13 per Veolia appaiono molto difensive.

Scenari alla scadenza

Come tutti i cash collect il certificate di Marex Financial stacca cedole, in questo caso mensili se i tre sottostanti non si troveranno alle date di valutazione, sotto la barriera con l’obiettivo di dare all’investitore un flusso cedolare annuo superiore al 30%.

Le cedole godono dell’effetto memoria e il certificate offre la possibilità di rimborso anticipato a 1.000 euro da marzo del prossimo anno con livelli di barriera discendenti dal 100% iniziale al 50% finale.

Se non è intervenuto il rimborso anticipato, alla data di valutazione finale il 2 giugno 2025, avremo i classici due scenari:

  • Positivo, con tutti i titoli sopra il livello di barriera (non hanno perso oltre il 50%), il certificate verrà rimborsato a 1.000.
  • Lo scenario negativo lo avremo se anche solo uno dei sottostanti si sarà dimezzato di valore, il rimborso rifletterà 1 a 1 la performance del peggiore dei sottostanti. Ad esempio con una Veolia a -49% il certificate verrà rimborsato a 490 euro. La performance finale dipenderà dalle cedole incassate finora.

Ricordiamo che investire in certificati espone l’investitore al rischio fallimento dell’emittente e a quello di azzeramento di un sottostante, casi che possono comportare la perdita dell’intero investimento. Marex gode di un buon rating: BBB da parte di S&P. I potenziali rendimenti indicati sono sempre al lordo della tassazione. Prima di ogni investimento leggere sempre tutti i documenti scaricabili dalla pagina del prodotto dell’emittente.

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Idea di investimento
Possibile rendimento del 10,2% annuo con il certificate su Enel, Edf e Veolia
Sottostanti:
Enel SpAVeolia Environnement S.AElectricité de France S.A
Rendimento p.a.
10,2%
Cedole
0,85% - €8,50
Memoria
si
Barriera Cedole
50%
ISIN
IT0006751090
Emittente
Marex Financial
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