Rendimento del 6,55% annuo per il bond callable di Citigroup in Euro

Comunicazione Pubblicitaria Obbligazioni
07/04/2025 15:00

Lo zero coupon di Citigroup per cavalcare dazi e taglio dei tassi. Il bond callable con Isin XS3012975481 offre un rendimento fisso elevato: 6,55% con cedole si cumulano (zero coupon). Possibilità di rimborso anticipato già dal primo anno, durata naturale 20 anni ma sempre rivendibile sul mercato. Se i tassi dovessero scendere, Citigroup avrebbe interesse a richiamare in anticipo il bond a tutto vantaggio dell’investitore. Senza autocall con un investimento di 1.000 euro, a scadenza, se ne otterranno 2.310 altrimenti. Bond sempre rivendibile al corso tel quel, ovvero tenendo conto delle cedole maturate.

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La soluzione ideale per fronteggiare i dazi e il taglio tassi

L’escalation della guerra commerciale, oltre a far precipitare i listini azionari di tutto il mondo, ha innescato un crollo dei rendimenti obbligazionari dell’Eurozona, in particolare per quelli a breve periodo che hanno toccato nuovi minimi da due anni e mezzo.

I timori sull'impatto economico dell’ultima ondata di dazi statunitensi (20% la tariffa applicata all’Europa) hanno spinto gli investitori ad aumentare le scommesse sui futuri tagli dei tassi da parte della Bce. Il mercato prevede un abbassamento dei tassi di 25 base punti base sia in aprile che in giugno, che porterebbero il tasso di riferimento al 2% entro la fine del secondo trimestre, con la possibilità di un terzo taglio nel corso dell’anno.

Questo scenario di discesa dei tassi calza a pennello con la strategia di investimento dell’obbligazione emessa da Citigroup. Si chiama 20y Callable Linear Zero Coupon Note, è contrassegnata dal codice Isin XS3012975481, è denominata in euro ed è acquistabile con un taglio minimo di 1.000 euro.

Il rendimento lordo è particolarmente elevato e pari al 6,55% fisso all’anno, con cedole cumulabili fino alla scadenza nel 2045. Questo strumento prevede l’opzione callable, ovvero l’emittente si è riservato la possibilità di rimborsarlo anticipatamente dal primo anno a sua discrezione. È evidente che se i tassi scenderanno sensibilmente rispetto ai livelli attuali, Citigroup troverà più conveniente rimborsare anticipatamente il bond e attivare altre fonti di finanziamento. Ed è proprio questa caratteristica a renderlo così interessante nell’attuale scenario di mercato. Abbiamo inoltre dimostrato che questo bond di Citigroup rende anche di più del Btp a 20 anni in caso di rimborso anticipato prima del 15° anno.

Un rendimento tra i maggiori della sua classe

Il nuovo bond con Isin XS3012975481 emesso in Italia da Citigroup è un prodotto con caratteristiche tipiche degli strumenti indirizzati agli operatori professionali, che invece questa volta viene offerto al pubblico retail.

A emetterlo è Citigroup, la 14esima banca a livello mondiale con 2.412 miliardi di dollari di total asset. La solidità di Citigroup è attestata dalle principali agenzie di valutazione del merito creditizio, con Moody’s che esprime un rating A3, Fitch A e Standard & Poor’s BBB+. Con giudizi delle agenzie di rating così confortanti è difficile trovare rendimenti più elevati.

Per potere offrire un rendimento così alto, pari al 6,55% lordo ogni anno, Citigroup ha ideato questo bond come uno Zero Coupon, cioè uno strumento che nell’arco della sua vita non paga cedole periodiche, ma concentra la corresponsione dell’intero rendimento in un unico versamento alla scadenza finale o al rimborso anticipato. Ogni anno il valore del bond incorporerà il rendimento annuale, pari a 65,5 euro. Quindi, chi acquista oggi il bond a 1.000 euro, nel marzo 2045 riceverà 2.310 euro (1.000 + 65,5 x 20).

La peculiarità dunque del bond è quella di mantenere all’interno le cedole, questo aumenta la sua efficienza ma non sottrae l’investitore della possibilità di vendere in anticipo il prodotto capitalizzando la maturazione delle cedole. Citigroup, infatti, avrà il ruolo di market maker, sarà sempre sul mercato con un prezzo in acquisto e in vendita. Il prezzo finale sarà al corso tel quel, significa che terrà conto del valore delle cedole maturate, in modo da permettere all’investitore che vuole uscire in anticipo di capitalizzare il rendimento maturato.

La mancata distribuzione delle cedole, anno per anno, sostituita da una sola cedola staccata in un'unica soluzione, al rimborso anticipato o a scadenza, permette a Citigroup di utilizzare al meglio il capitale all’interno del prodotto aumentando così il rendimento. Per spiegarlo in maniera semplice, è come se gli interessi del primo anno vengono reinvestiti da Citigroup al secondo anno, aumentando il rendimento e così per tutta a vita del prodotto, con un effetto palla di neve, che mentre cade diventa sempre più grossa.

Facciamo due semplici conti. Per comprendere meglio questo meccanismo, nella tabella seguente abbiamo confrontato il Btp a 20 anni (con stacco cedolare ogni 12 mesi), rendimento lordo del 4,278% con un netto al 3,74% (tassazione al 12,5%), con il nuovo bond di Citigroup. Non essendo un titolo di Stato per il bond di Citigroup abbiamo applicato la tassazione al 26%.

Ora ci chiediamo fino a che anno, in caso di rimborso anticipato, il bond di Citigroup rende di più del Btp.

Iniziamo, ipotizziamo al primo anno un richiamo anticipato da parte dell’emittente: il bond di Citigroup renderà il 6,55% lordo, pari a un netto (tassato al 26%) del 4,85% netto. Con il richiamo al 2° anno siamo a un rendimento netto del 4,73%, al 3° 4,63%, al 4° al 4,53%, al 5° al 4,43%, al 6° al 4,34%, al 7° al 4,26%, all’8° al 4,18%, al 9° al 4,10%, al 10° al 4,03%, all’11° al 3,96%, al 12° al 3,89%, al 13° al 3,83%, al 14° al 3,77% (fin qui il rendimento è ancora superiore al Btp a 20 anni pari al 3,74% netto).

Da qui in avanti la convenienza si inverte, in caso di rimborso al 15° anno il bond di Citigroup rende il 3,71% contro il 3,74% del Btp, al 16° il 3,65%, al 17° il 3,60%, al 18° il 3,54%, al 19° il 3,49% e al 20° al 3,44% netto.

Ovviamente l’investitore che intende comprare questa obbligazione punta a un calo dei tassi di interesse, in modo tale che Citigroup abbia la convenienza a richiamare in anticipo, prima del quindicesimo anno il bond. Dal primo al 15° anno il bond di Citigroup batte il rendimento del Btp a 20 anni. Prima viene rimborsato maggiore sarà la convenienza.

Abbiamo fatto il conto ipotizzando che l’investitore in Btp non perda mai tempo e a ogni stacco della cedola paga le tasse e reinvesta il coupon. Ahimè difficilmente l'investitore è così puntuale. La convenienza di uno zero coupon è anche questa, toglierci un’incombenza e rendere tutto più comodo, lavoro che farà per noi Citigroup.

Un altro aspetto da considerare è che l’Italia (Moody’s BAA3, Fitch BBB e Standard & Poor’s BBB) ha un merito creditizio più basso rispetto a Citigroup (Moody’s A3, Fitch A e Standard & Poor’s BBB+).

Possibile ogni anno il rimborso anticipato

Lanciato sul mercato lo scorso 14 marzo a un valore nominale di 1.000 euro, il bond Citi con Isin XS3012975481 potrebbe non arrivare alla scadenza finale. Infatti, l’emittente si è riservato la possibilità di rimborsarlo anticipatamente dal primo anno a sua discrezione. E’ evidente che se i tassi dovessero scendere sensibilmente rispetto ai livelli attuali, Citigroup troverà più conveniente rimborsare anticipatamente il bond e attivare altre fonti di finanziamento. Se, invece, i tassi dovessero salire, lo strumento continuerà a vivere fino alla scadenza finale.

Le attese del mercato sono per un calo dei tassi da parte della Bce.

Ogni anno nel mese di marzo, Citi potrà comunicare l’eventuale decisione di richiamare il bond. Per ogni anno trascorso, il valore del rimborso salirà di 65,5 euro, come mostra la tabella qui sotto.

Il bond con Isin XS3012975481 è quotato sul mercato Euro TLX, dove il prezzo rispecchierà il continuo cumulo del premio, permettendo così al risparmiatore di uscire in guadagno dall’investimento senza, per forza, aspettare la scadenza finale o un eventuale rimborso anticipato.

Per capire meglio questo meccanismo, immaginiamoci, per un attimo, di congelare tutte le variabili che influiscono sul prezzo dell’obbligazione come la volatilità, l’andamento e le attese sui tassi, il merito creditizio dell’emittente e lasciamo come unica sola variabile mobile lo scorrere del tempo. A questo punto il prezzo del bond sarebbe dato dal suo valore a 1.000 euro più le cedole cumulate al suo interno (rateo lordo). Più passa il tempo più il bond tenderà ad apprezzarsi permettendo all’investitore di uscire in anticipo.

L’idea di fondo è che con un rendimento così elevato il bond dovrebbe essere in grado di navigare anche in acque incerte come quelle sui tassi, offrendo un buon ritorno.

Tassi Bce, quasi certi due tagli ad aprile e giugno

La decisione del Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, di introdurre nuovi dazi ha scosso i mercati finanziari globali, costringendo gli investitori a rivedere le previsioni economiche per l’anno in corso e non solo. La nuova direzione protezionistica della politica commerciale americana rischia di rallentare la ripresa economica della zona euro, rafforzando le probabilità (ora al 90% secondo l'overnight index swap) che la Bce decida di tagliare i tassi d’interesse di 25 punti base già nella riunione in agenda il 17 aprile.

In tal caso, sarebbe il settimo taglio consecutivo dei tassi nella zona euro da giugno 2024, in un momento di crescente incertezza a causa delle tensioni commerciali scatenate dalla politica dei dazi dell’amministrazione Trump.

Secondo le previsioni dei mercati monetari, la Bce potrebbe procedere con un altro taglio da 25 punti base anche a giugno (prezzato a circa il 90% dall'overnight index swap), portando il tasso di riferimento al 2% entro la fine del secondo trimestre. Un ulteriore taglio entro il terzo trimestre dell'anno resta una possibilità ma con una probabilità più bassa intorno al 50%.

A fine 2025 i mercati monetari prezzano un tasso di deposito della Bce all'1,6% (come mostra il grafico sottostante) dall'1,7% di venerdì e dall'1,9% della scorsa settimana, poco prima che Trump annunciasse il nuovo round di dazi statunitensi.

Le tariffe potrebbero infatti portare a un forte rallentamento della zona euro costringendo la Bce a ulteriori tagli. Gli effetti sui prezzi al consumo non sono del tutto prevedibili: da un lato, l’arrivo di beni asiatici a basso costo potrebbe esercitare una pressione al ribasso sui prezzi; dall’altro, le contromisure tariffarie sull’export Usa potrebbero generare rincari su altri prodotti.

Gli analisti prevedono una discesa dei tassi

Secondo Carsten Brzeski di ING, l’annuncio dei nuovi dazi ha chiaramente rafforzato l’ipotesi di un taglio imminente. Brzeski ha sottolineato che, sebbene qualche settimana fa si parlasse con più convinzione di una pausa – grazie alle attese per nuovi stimoli fiscali – ora il contesto è cambiato: la fiducia è in calo e le trattative internazionali sono in stallo.

Anche gli analisti di Deutsche Bank Research ritengono che la Bce potrebbe optare per una politica monetaria più espansiva del previsto. L’effetto collaterale dei dazi sarà un maggior afflusso di esportazioni cinesi verso l’Europa, con un conseguente aumento della concorrenza per le imprese locali e una pressione al ribasso sui prezzi. "Questa dinamica disinflazionistica richiede una risposta sia sul fronte monetario che su quello fiscale”, ha affermato Robin Winkler, capo economista dell’istituto tedesco. Winkler prevede che il nuovo governo della Germania tenterà di anticipare il più possibile le misure di stimolo fiscale.

Per gli esperti di Berenberg Bank, la Bce dovrebbe procedere con un nuovo taglio da 25 punti base nel secondo trimestre, portando il tasso al 2,25%, per poi mantenerlo stabile fino a un possibile rialzo al 3% nel 2027. Tuttavia, non si esclude che Francoforte possa effettuare altre riduzioni nel corso dell’anno per proteggere la crescita.

Secondo Carsten Roemheld, strategist di Fidelity, “le recenti tensioni commerciali complicano ulteriormente il quadro per le banche centrali”, rendendo più difficile valutare gli effetti di lungo periodo su crescita e inflazione. “In Europa il problema è doppio: bisogna tener conto anche degli effetti dei piani fiscali di stimolo messi in campo dalla Germania e dall’Unione Europea. Ma siccome questi pacchetti avranno un impatto graduale, nel breve periodo a dominare sarà l’incertezza sulla crescita". Roemheld conclude: “Riteniamo che la Bce continuerà sulla strada del taglio dei tassi, vista la debolezza persistente dell’economia e l’inflazione moderata. Stimiamo che il tasso sui depositi possa scendere fino all’1,75% entro fine anno.”

Ricordiamo, prima dell’adesione, di leggere attentamente il prospetto di base, ogni eventuale supplemento, la nota di sintesi, le condizioni definitive e il documento contenente le informazioni chiave (KID) e, in particolare, le sezioni dedicate ai fattori di rischio connessi all’investimento, ai costi e al trattamento fiscale relativi ai prodotti finanziari ivi menzionati reperibili sul sito dell’emittente: clicca qui.

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