Rendimento potenziale fino al 17,24% annuo per il certificate sui bancari di Piazza Affari

Comunicazione Pubblicitaria Certificati
26/05/2025 08:15
Rendimento potenziale fino al 17,24% annuo per il certificate sui bancari di Piazza Affari

Il certificate targato Barclays con ISIN XS3025646046 su Banca MPS, Banco BPM e UniCredit si compra sotto la pari a 99 euro e stacca premi mensili con memoria di 1,38 euro, barriera cedolare al 60% del valore iniziale. Considerando l’attuale prezzo di mercato e la durata residua del prodotto, il rendimento potenziale annuo può arrivare fino al 17,24%. Il ritorno sale ulteriormente al 18,7% annualizzato se il certificate viene rimborsato anticipatamente alla prima finestra utile di febbraio 2026. A scadenza, prevista tra tre anni, il capitale investito è protetto a patto che nessuno dei sottostanti perda oltre il 40% rispetto al livello iniziale.

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Prezzo sotto la pari e possibilità di autocall

La situazione attuale sui mercati sta creando spazi interessanti nel comparto dei certificate, in particolare per prodotti strutturati su titoli bancari. È il caso del Cash Collect emesso da Barclays con ISIN XS3025646046, attualmente scambiato sotto la pari a 99 euro, che offre un rendimento potenziale annuo del 17,24%. Il prodotto prevede cedole mensili da 1,38 euro con effetto memoria, e una barriera sia cedolare che a protezione del capitale al 60% del valore iniziale dei sottostanti.

Al momento, solo UniCredit quota sopra il livello iniziale, con un progresso del +1,1%, mentre Banca MPS e Banco BPM risultano sotto rispettivamente del -10,9% e -3,3%. Tuttavia, questi ribassi sono legati allo stacco dei dividendi avvenuto lo scorso 19 maggio: MPS ha distribuito 86 centesimi per azione (pari a circa il 10,6% della chiusura precedente), mentre BPM ha staccato 60 centesimi (poco meno del 6% del valore pre-dividendo). Tali distribuzioni dovrebbero progressivamente essere riassorbite dai corsi azionari man mano che matura il nuovo dividendo.

Acquistabile a 99 euro, il certificate consente l’incasso, in caso di tenuta della barriera fino alla scadenza, di 36 cedole mensili, per un ammontare complessivo di 49,68 euro. Rapportato alla vita residua di quasi tre anni e aggiungendo il capital gain di euro (differenza tra prezzo di acquisto di 99 euro e il rimborso a 100 euro), il rendimento annuo si attesta al 17,24%.

È prevista anche la possibilità di rimborso anticipato (autocall), con la prima finestra il 16 febbraio 2026. In tale occasione, se tutti i sottostanti saranno sopra il livello iniziale, il prodotto verrà rimborsato a 100 euro, a cui si aggiungeranno nove cedole da 1,38 euro, per un incasso complessivo di 112,42 euro. In meno di nove mesi, rappresenta un rendimento effettivo del 13,55% (12,42 euro più 1 euro di capital gain su 99 euro di acquisto), equivalente a un ritorno annualizzato del 18,7%.

A favorire l’autocall è inoltre la presenza di una soglia decrescente, che parte dal 100% del livello iniziale e si riduce dell’1% al mese, fino ad arrivare al 74%. Questo meccanismo aumenta progressivamente le probabilità di rimborso anticipato nelle date di valutazione successive alla prima finestra utile, sostenendo il prezzo del prodotto vicino a 100 euro, maggiore sono le probabilità di autocall.

Di seguito una tabella riassuntiva dei principali livelli di riferimento del certificate:

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Ogni mese un premio con memoria di 1,38 euro

Il certificate di Barclays (SIN XS3025646046) riconosce premi mensili con memoria da 1,38 euro, per un totale annuo di 16,56 euro. Calcolato sul prezzo attuale di 99 euro e sulla vita residua del prodotto, il rendimento potenziale annualizzato si attesta al 17,24%. La prima data utile per la valutazione della cedola è fissata al 16 giugno.

Il pagamento dei premi è subordinato a una barriera cedolare del 60% rispetto al livello iniziale dei sottostanti. Ciò significa che, in ogni data di osservazione mensile, la cedola viene riconosciuta se il peggiore dei tre titoli sottostanti (Banca MPS, UniCredit e Banco BPM) accusa una perdita superiore al 40% dal valore iniziale.

Il certificate prevede inoltre l’effetto memoria: se in una data di osservazione le condizioni per il pagamento del premio non sono soddisfatte, la cedola non viene persa ma trattenuta “in memoria”. Alla prima occasione utile in cui i requisiti vengono rispettati, l’investitore riceve tutti i premi arretrati insieme a quello del mese corrente.

Dal punto di vista fiscale, i premi rientrano nella categoria dei “redditi diversi” e possono essere utilizzati per compensare minusvalenze pregresse nel cosiddetto “zainetto fiscale”. Ciò consente agli investitori di recuperare eventuali perdite realizzate nei precedenti quattro anni, offrendo un’opportunità di ottimizzazione dal punto di vista fiscale.

I due possibili scenari alla scadenza naturale (maggio 2028)

In assenza di rimborso anticipato, per il certificate si prospettano due scenari alternativi alla scadenza naturale, fissata al 15 maggio 2028. La barriera a protezione del capitale, pari al 60% del valore iniziale dei sottostanti, verrà osservata esclusivamente alla scadenza, offrendo una protezione fino a un ribasso del 40% dal livello iniziale.

Nel primo scenario, se alla data di valutazione finale il peggiore dei sottostanti non sarà sceso sotto la barriera, il certificate verrà rimborsato al valore nominale di 100 euro, cui si aggiungeranno l’ultima cedola da 1,38 euro ed eventuali premi “in memoria” non ancora corrisposti. L’incasso totale raggiungerebbe così i 149,68 euro, con un rendimento del 51,19% sul nominale di 99 euro e su un orizzonte temporale di poco meno di tre anni.

Nel secondo scenario, qualora anche solo uno dei sottostanti risultasse sotto la barriera, il capitale non sarebbe protetto e il rimborso sarà legato alla performance del titolo peggiore. Ad esempio, un calo del 50% del worst of comporterebbe un rimborso di 50 euro, a cui si sommerebbero le eventuali cedole mensili già incassate, compensando parzialmente la perdita in conto capitale.

Al momento, i sottostanti si mantengono a distanze significative dalla barriera: Banca MPS il 32,7%, Banco BPM il 37,9% e UniCredit il 40,6%.

Il risiko bancario entra nel vivo in Italia

Il 2025 si sta delineando come l’anno del grande risiko bancario in Italia, con una serie di operazioni di fusione e acquisizione (M&A) che stanno profondamente ridefinendo l’assetto del sistema creditizio nazionale.

Tra i protagonisti principali c’è Banca MPS, che lo scorso aprile ha ottenuto l’ok all’aumento di capitale con l’86,4% dei voti, in vista dell’offerta pubblica di scambio (Ops) su Mediobanca. Il via libera è arrivato pochi giorni dopo l’annuncio del governo di non voler esercitare il golden power. L’offerta, rivolta al 100% del capitale di Mediobanca, prevede 23 nuove azioni MPS ogni 10 azioni Mediobanca portate in adesione. Ma da piazzetta Cuccia è arrivato subito un no secco, definendo l’operazione “non concordata e fortemente distruttiva di valore”.

Con questa mossa, MPS ambisce a guidare la nascita di un terzo polo bancario, unendo la propria rete retail con le competenze di Mediobanca in investment banking e asset management. Secondo gli analisti, l’Ops potrebbe partire tra fine giugno e inizio luglio, con chiusura prevista entro agosto. Tuttavia, il quadro si è complicato dopo che Mediobanca ha annunciato una controffensiva: un’Ops su Banca Generali da 6,3 miliardi, finanziata con azioni Assicurazioni Generali già in portafoglio.

In questo scenario in rapida evoluzione, Banco BPM emerge come attore chiave. Il cda si è detto favorevole all’aumento di capitale di MPS per l’Ops su Mediobanca, allineandosi con i principali soci privati, Caltagirone e Delfin, e con il MEF, ancora titolare dell’11,73% di MPS. Tuttavia, Piazza Meda ha più volte ribadito l’intenzione di restare stand-alone, senza superare il 10% in MPS.

Ad aprile, Banco BPM ha concluso con successo l’Opa su Anima Holding, acquisendone quasi il 90%, ben oltre la soglia del 66,67% inizialmente fissata. L’operazione ha rafforzato il posizionamento strategico della banca, che però è ora nel mirino di UniCredit: il 28 aprile è partita l’Ops su BPM, attualmente in stand-by per 30 giorni, con termine ultimo fissato al 23 luglio.

L’offerta si scontra con le condizioni stringenti del golden power, tra cui l’obbligo per Anima di mantenere per cinque anni l’attuale livello di investimenti in titoli governativi italiani (circa 90 miliardi) e la cessazione delle attività in Russia entro gennaio 2026. Il ceo di UniCredit, Andrea Orcel, ha espresso perplessità sulle prescrizioni del decreto e preannunciato un ricorso al TAR del Lazio, con il supporto dell’UE per ottenere un chiarimento formale sull’applicazione del golden power, non adottato invece per l’operazione MPS-Mediobanca.

Parallelamente, UniCredit mantiene alta l’attenzione sull’estero. Dopo l’acquisto del 28% di Commerzbank, Orcel ha dichiarato che i negoziati con il governo tedesco richiederanno tempo. Ottenute le autorizzazioni di Bce e antitrust tedesco, l’aumento della partecipazione fino al 29,99% potrà essere completato non prima dell’estate.

Anche Bper Banca si è fatta valere, presentando a febbraio un’Ops su Banca Popolare di Sondrio. L’assenza di interventi governativi fa ipotizzare il via libera entro giugno, con l’offerta al via già a fine mese. Sul fronte delle banche di dimensioni più contenute, il 19 maggio ha preso il via l’Opas di Banca Ifis su Illimity Bank, che resterà aperta fino al 27 giugno, salvo proroghe. Un ulteriore tassello in un risiko che nel 2025 promette di rivoluzionare definitivamente il panorama bancario italiano.

Il parere degli analisti sulle tre banche italiane

Il sentiment degli analisti sui tre titoli sottostanti si conferma complessivamente positivo, rafforzando ulteriormente le prospettive favorevoli per il prodotto.

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Banca MPS è seguita da 10 analisti: di questi, 4 raccomandano l’acquisto (buy), 5 suggeriscono di mantenere la posizione (hold) e 1 ha un giudizio di vendita (sell). Il target price medio si attesta a 8,06 euro, con un upside potenziale del 12% rispetto alle quotazioni correnti su Piazza Affari. Affinché venga raggiunta la barriera del certificate, fissata a 4,885 euro, il titolo dovrebbe subire un crollo significativo, tornando sui minimi che non si registrano da inizio ottobre 2024, un'area tecnica considerata di forte supporto.

Su Banco BPM, il sentiment si presenta mediamente neutrale, ma privo di indicazioni negative: 6 analisti consigliano buy, mentre 10 suggeriscono hold. Nessuna raccomandazione negativa. Il prezzo obiettivo medio è di 10,54 euro, che implica un potenziale di crescita del 7% rispetto ai prezzi attuali. La barriera del certificate, posizionata a 6,120 euro, corrisponde al minimo toccato a fine ottobre 2024 e a un supporto tecnico rilevante.

Il quadro più favorevole riguarda UniCredit, coperta da 23 analisti: 15 raccomandano buy, 6 indicano hold, mentre solo 2 consigliano sell. Il target price medio è pari a 58,73 euro, pari a un potenziale upside del 4% dai livelli attuali di prezzo. La barriera per UniCredit è fissata a 33,636 euro, livello non toccato dall’inizio di agosto 2024, da cui è successivamente partito un forte trend rialzista.

La combinazione tra distanza dalle barriere, prospettive positive degli analisti e supporti tecnici solidi dovrebbe offrire una cornice di relativa tranquillità per gli investitori che valutano l'acquisto del certificate.

Attenzione: Il Certificate XS3025646046 è soggetto ad un livello di rischio pari a 6 su una scala da 1 a 7.

Ricordiamo che investire in certificati espone l’investitore al rischio fallimento dell’emittente e a quello di azzeramento di un sottostante, casi che possono comportare la perdita dell’intero investimento.
Barclays gode di un buon rating:

  • A+ da parte di S&P

  • A1 da parte di Moody

I potenziali rendimenti indicati sono sempre al lordo della tassazione.
Prima di ogni investimento leggere sempre tutti i documenti scaricabili dalla pagina del prodotto dell’emittente.

Questo articolo è stato scritto grazie alla sponsorizzazione di un emittente o di un intermediario. Le informazioni in esso contenute non devono essere considerate né interpretate come consulenza in materia di investimenti. Eventuali punti di vista e/o opinioni espressi non sono intesi e non devono essere interpretate come raccomandazioni o consigli di investimento, fiscali e/o legali. Orafinanza.it non si assume alcuna responsabilità per azioni, costi, spese, danni e perdite subiti a seguito di informazioni, punti di vista o opinioni presenti su questo sito. Prima di intraprendere decisioni di investimento, invitiamo gli utenti a leggere la documentazione regolamentare sempre disponibile per legge sul sito dell'emittente ed ottenere una consulenza professionale.

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