Rialzo di Babbo Natale a piena forza


Le borse dell’Europa dovrebbero aprire in rialzo, future del Dax di Francoforte +0,2%. Alle otto escono la fiducia dei consumatori in Germania e l’inflazione nel Regno Unito. Il BTP a dieci anni ha toccato i minimi da dicembre dell’anno passato a 3,62%. Stasera alle 19 il Tesoro degli Stati Uniti mette in asta 13 miliardi di dollari di Treasury a vent’anni. FedEx presenta dati del trimestre sotto le attese, il titolo ha perso quasi il 10%. Stamattina il Wall Street Journal scrive che le comunicazioni di dicembre della banca centrale degli Stati Uniti rischiano di confondere i mercati sull’arrivo del primo taglio dei tassi


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L’avvicinarsi delle vacanze di fine d’anno non sta rallentando la corsa agli acquisti di quasi tutto quel che si può trovare quotato sul mercato. Il Dow Jones di Wall Street, salito dello 0,7%, è arrivato alla nona seduta consecutiva di rialzo, la quarta da record. All’S&P500, ieri +06%, manca pochissimo per festeggiare i massimi storici. Nasdaq +0,7%. L’euforia è arrivata anche sulle mid small cap, con l’indice Russell 200 in rialzo di quasi il 2%.

Lo status quo sulla politica monetaria annunciato ieri notte dalla banca centrale del Giappone ha portato ancora più in alto la propensione al rischio, contribuendo così all’ulteriore discesa dei tassi di mercato un po’ in tutto il mondo, il BTP a dieci anni ha toccato i minimi da dicembre dell’anno passato a 3,62%. Il tasso di rendimento del decennale degli Stati Uniti è sceso a 3,91%, nonostante non siano mancati negli ultimi giorni i moniti dei membri del board della Federal Reserve sugli eccessi di ottimismo.

Stasera alle 19 il Tesoro degli Stati Uniti mette in asta 13 miliardi di dollari di Treasury a vent’anni, l’ammontare è modesto e non ci dovrebbero essere problemi nel collocamento, ma siamo anche reduci da un mese di rialzo sfrenato sul secondario, per cui, anche un minimo segnale di debolezza nell’assorbimento, potrebbe oltrepassare il perimetro del mercato dei capitali all’ingrosso e farsi sentire sul secondario.

CONFUSIONE SUI TASSI

Stamattina il Wall Street Journal scrive che le comunicazioni di dicembre della banca centrale degli Stati Uniti rischiano di confondere i mercati sull’arrivo del primo taglio dei tassi. Nell’articolo si cita anche un passaggio dell’intervista rilasciata ieri sera dal presidente della Fed di Richmond Tom Barkin a Yahoo Finance. "Se ti convinci che l'inflazione si stia dirigendo verso il punto desiderato, non avrai obiezioni a ridurre i tassi”, ha detto il membro del board, “Ma sto ancora cercando di convincermi" che l'inflazione si assesterà sull'obiettivo del 2% della Fed e non al di sopra, ha anche affermato.

FEDEX

I risultati del colosso delle spedizioni, da tanti considerato un barometro in grado di fornire un quadro preciso delle condizioni economiche del pianeta, potrebbero temperare l’ottimismo. Nel trimestre chiuso alla fine di novembre l’utile per azione è stato pari a 3,99 dollari, su ricavi pari a 22,2 miliardi, il consensus si aspettava 4,2 dollari di utile e 22,8 miliardi di vendite. Il titolo è arrivato a perdere il 10% nel dopo borsa. Il margine operativo è migliorato di circa cento punti base, ma meno di quel che si aspettavano gli analisti. Per quanto riguarda le previsioni sull’anno fiscale in corso, c’è stata la conferma sull’utile ma non sui ricavi, visti in calo di pochi punti percentuali.

Le borse dell’Europa dovrebbero aprire in rialzo, future del Dax di Francoforte +0,2%. Alle otto escono la fiducia dei consumatori in Germania e l’inflazione nel Regno Unito.

Petrolio Brent a 79 dollari il barile, due in più di inizio settimana anche per effetto dei razzi sparati dallo Yemen dalle milizie Houti alla navi di passaggio. L'attività di trasporto attraverso il Mar Rosso è calata del 35% dall'inizio di dicembre. Poiché circa il 10-15% del commercio marittimo globale passa attraverso il Canale di Suez, il rischio di nuove interruzioni delle forniture è aumentato. La decisione di sospendere il transito di importanti navi portacontainer attraverso questo stretto potrebbe alimentare un'escalation dei prezzi del greggio e riaccendere le preoccupazioni legate all’inflazione, segnalava ieri Gabriel Debach, market analyst di eToro.

INFLAZIONE

Negli ultimi giorni parecchi banchieri centrali, negli Stati Uniti in Europa, ma non in Giappone, hanno provato a frenare l’ottimismo dei mercati sul prossimo cambio di politica monetaria, avvertendo che l’inflazione resta una questione aperta e non ancora risolta. La pensa allo stesso modo lo strategist di La Française Asset Management, François Rimeu. “Il mercato è sempre più convinto che il rischio di inflazione sia un problema del passato e che entro 3-6 mesi la situazione dovrebbe tornare alla normalità”. Se si guarda all’Eurozona, dove l’inflazione core è ormai molto vicina all'obiettivo della BCE, non resta che dare ragione al mercato. Negli Stati Uniti invece, “il raggiungimento dell'obiettivo di inflazione del 2% sembra una sfida più significativa, anche se il mercato fa poca distinzione tra le due aree. Il settore dei servizi mostra che l'inflazione è ancora al di sopra dell'obiettivo della Fed (anche negli ultimi tre mesi), le aspettative di inflazione del Michigan sono in aumento da due mesi e gli indicatori del NFIB e del JOLTS mostrano una forte resistenza del mercato del lavoro. Ciò non suggerisce un rapido ritorno all'obiettivo di inflazione del 2%, ma piuttosto un'inflazione intorno al 2,5%-3%, almeno inizialmente. L'entità e soprattutto la tempistica dei tagli dei tassi attesi dal mercato negli Stati Uniti ci sembrano quindi un po' ottimistici”.

Rimeu si aspetta un prezzo del petrolio poco mosso nelle prossime settimane e dichiara di aver iniziato ad aumentare l’esposizione all’azionario, che comunque resta complessivamente equi pesato. Per quanto riguarda i bond, l’Europa è da preferire agli Stati Uniti a seguito “dell'elevata emissione in arrivo, che potrebbe esercitare una certa pressione sulla parte lunga della curva dei rendimenti americana. I prossimi annunci del Treasury sugli importi e sulle tipologie di emissione saranno monitorati con attenzione”.

TITOLI

TIM. Il Cda di F2i è pronto a riunirsi oggi per dare il via libera alla costituzione del veicolo che investirà attorno ad 1 miliardo di euro nella rete fissa di Telecom Italia, nell'ambito dell'operazione che porterà l'asset sotto il controllo di Kkr. Lo dice a Reuters una fonte a conoscenza della situazione.

Ieri sera il governo spagnolo ha chiesto al fondo statale Sepi di acquisire una partecipazione fino al 10% nel gigante delle telecomunicazioni Telefonica.

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