Risultati record per Carnival, ma agli azionisti non basta


A Wall Street quotazioni in calo nonostante siano state battute le previsioni di fatturato e risultato finale del primo trimestre. Inoltre la società ha segnato un record storico di ricavi per passeggero per giorni di crociera. Analisti delusi dalle indicazioni sulla redditività dell’intero 2023.


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La giornata dei risultati si è chiusa con l’azione in ribasso del 4,7%

Non basta un ottimo primo trimestre con numeri record per placare le ansie degli azionisti di Carnival, fra i quali, evidentemente, regna un sentiment negativo sempre pronto a esplicitarsi con vendite sul titolo.  Lo si è visto lunedì 27 marzo quando l’azione della società leader globale nell’industria delle crociere ha compiuto a Wall Street voli acrobatici con violente impennate e picchiate repentine in seguito alle comunicazioni del management.

Nelle prime fasi delle contrattazioni Carnival era arrivata a guadagnare oltre il 5% dopo l’annuncio degli ottimi risultati del primo trimestre (dicembre-febbraio) dell’esercizio 2022-2023. Successivamente tutto il guadagno è evaporato e la seduta si è chiusa con il titolo in calo del 4,7%  8,79 dollari, dopo che il management ha fornito indicazioni sul secondo trimestre e sull’intero anno che gli investitori hanno ritenuto deludenti.

Prenotazioni al massimo storico nella Wave Season

Andiamo con ordine e vediamo i risultati  del primo trimestre. Il dato principale comunicato dal Ceo Josh Weinstein riguarda l’andamento dell’attività che nella cosiddetta Wave Season, che corrisponde ai primi tre mesi dell’anno ed è la più importante nel settore delle crociere, “ha registrato volumi di prenotazioni più alti di sempre, battendo i record sia in Nord America che in Europa”. Un dato che certifica che il Covid è dietro le spalle. “La nostra forte performance si è estesa a marzo e ci aspettiamo che questa tendenza favorevole continui, grazie al successo dei nostri sforzi per stimolare la domanda", ha detto Weinstein.

Record per i ricavi per passeggero per giorni di crociera

Il primo trimestre si è chiuso con una perdita netta di 693 milioni di dollari, che si confronta con una perdita di 1,89 miliardi dello stesso periodo dell’anno scorso. La perdita per azione è di 55 centesimi, meglio della media delle previsioni degli analisti che indicava 60 centesimi (consensus di FactSet).  I ricavi sono saliti del 173% a 4,43 miliardi di dollari, superando il consensus che indicava 4,32 miliardi di dollari.

Grazie all’aumento dei prezzi, i ricavi da biglietti per passeggeri sono aumentati del 229% a 2,87 miliardi di dollari, mentre i ricavi a bordo e altri ricavi sono aumentati del 108% a 1,56 miliardi di dollari. In miglioramento tutti i parametri dell’attività: i giorni di crociera per passeggeri sono aumentati del 181% a 20,2 milioni e soprattutto i ricavi netti per passeggero per giorno di crociera hanno segnato il nuovo record storico della società a 162,96 dollari, in aumento rispetto ai 155,37 dollari dello stesso periodo del 2019.

Il costo del carburante pesa sulle previsioni dell’intero 2023

Le comunicazioni successive, quelle che hanno innescato la discesa del titolo, riguardano le previsioni sull’intero esercizio 2022-’23, che secondo il management si chiuderà con un Ebitda adjusted compreso fra 3,9 e 4,1 miliardi di dollari. Delusi gli analisti, che in media si aspettavano un Ebitda di 4,18 miliardi di dollari. La società ha puntualizzato che la sua previsione tiene conto di un onere di circa 500 milioni per il maggiore costo del combustibile delle navi. Il risultato finale dell’esercizio sarà, secondo il management, un perdita per azione compresa fra 28 e 44 centesimi di dollaro. Il consensus di FactSet indicava una perdita di 7 centesimi.

Per il secondo trimestre la società si aspetta una perdita compresa fra 42 e 34 centesimi, più consistente del consensus di FactSet che indica una perdita di 28 centesimi.

Arriva l’upgrade di Wells Fargo

Dall’inizio del 2023 la quotazione di Carnival è salita del 10%, ma è sostanzialmente dimezzata rispetto a un anno fa quando il titolo valeva 19 dollari. Ieri Wells Fargo ha alzato la raccomandazione a Equal Weight (neutrale) da Underweight (un modo tecnico per suggerire di vendere le azioni) e ha ritoccato all’insù il target price portandolo a 9 dollari. Dopo questa mossa, la media dei target price degli analisti è 11,8 dollari, un obiettivo di prezzo che implica un potenziale di rialzo del 34%. Su 21 esperti che coprono il titolo, nove consigliano di comprare e quattro suggeriscono di vendere; otto hanno un giudizio neutrale.

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