I rumor sulle possibili aggregazioni spingono Banco Bpm in vetta al Ftse Mib


Andamento in controtendenza per l’Istituto di Piazza Meda dopo le indiscrezioni secondo cui l’ad Castagna punterebbe a una fusione con Bper. L’ad Tononi propende invece per una vendita a Unicredit. Equita ricorda però come il ceo di Unipol Cimbri abbia interrotto il dialogo con Castagna, con Bper più orientata a valutare Pop Sondrio e Carige.


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Castagna guarda a Bper, mentre Tononi tifa per Unicredit

Banco Bpm in vetta al Ftse Mib a Piazza Affari. Intorno alle 12 il titolo guadagna l’1,09% a 2,77 euro, mentre il Ftse Mib e il Ftse Italia Banche cedono rispettivamente lo 0,8% e lo 0,1%.

A spingere le vendite il focus sull’istituto di Piazza Meda in ottica di consolidamento del settore bancario italiano. Sui giornali si parla ancora una volta della volontà del ceo Giuseppe Castagna di lavorare ad una fusione con Bper, ma il presidente Massimo Tononi, sostenuto da una parte dei soci, propende per una vendita a Unicredit, opzione preferita perché creerebbe maggior valore per gli azionisti, in quanto l’operazione si porta con sé benefici fiscali nell’ordine di alcuni miliardi di euro. 

Nei giorni scorsi, il presidente Tononi, in un’intervista rilasciata a MF, ha sottolineato la sua convinzione della «necessità di valutare con molta attenzione ipotesi di aggregazione». Al centro dell’attenzione «le opportunità che ne possono derivare in termini di economia fiscale, razionalizzazione degli assetti organizzativi, condivisione di best practice e investimenti nella trasformazione digitale. Se ci saranno queste condizioni, non mancherà da parte di Banco Bpm l'impegno a realizzare operazioni», ha aggiunto il manager.

Equita Sim accende un faro sul risiko con Bpm al centro

Equita Sim torna sui rumors secondo cui Castagna mirerebbe a un terzo polo bancario con Bper e sottolinea come dall’altra parte, «il Ceo di Unipol Cimbri (primo azionista di Bper) avrebbe tuttavia interrotto i dialoghi con Castagna, con Bper che - sotto la guida di Montani - potrebbe essere più orientata a valutare altri dossier come B.P. Sondrio e B. Carige». Per Equita «un’operazione Bper-Banco Bpm avrebbe senso dal punto di vista industriale vista della complementarità delle reti distributive, con la combined entity che diventerebbe il secondo operatore domestico con una quota di mercato del 14% in termini di sportelli».

Mentre l’aggregazione con Unicredit «seppur sensata dal punto di vista industriale», riconoscerebbe agli azionisti di Banco Bpm «un premio maggiore rispetto al deal con Bper, dato che quest’ultimo tipo di operazione avrebbe maggiore possibilità di configurarsi come un merger of equals». Inoltre «l’estensione della norma sulla conversione delle dta dal 2% al 3% garantirebbe, nel caso di M&A tra Unicredit e Banco Bpm, il riconoscimento a CET1 di 1,3 miliardi aggiuntivi a 4,1 miliardi (oltre 95 pb), mentre non comporterebbe vantaggi ulteriori nel caso Banco Bpm-Bper».

Anche secondo Intesa Sanpaolo (rating add, Tp a 2,2 euro), sebbene in questa fase nessuna ipotesi possa essere esclusa, «la fusione tra Banco Bpm e Bper avrebbe senso industriale e genererebbe un valore di 0,38 euro per azione per gli azionisti di Banco Bpm».

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