Ryanair, cala l’utile ma domanda forte per l’estate

La compagnia aerea si attende una crescita del traffico aereo nel corso di quest’anno ma avvisa dei rischi derivanti da fattori esterni come la guerra commerciale e i conflitti in Ucraina e in Medio Oriente.
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Ryanair in verde
Minore utile per Ryanair nel trimestre terminato il 31 marzo 2025 (primo dell’anno fiscale 2026) ma il management della compagnia low cost resta ottimista per il resto dell’anno.
Le previsioni sono accolte positivamente dal mercato questa mattina: le azioni Ryanair guadagnano il 4% sia alla borsa di Dublino che a quella di Londra, con lo stesso andamento anche nel pre market USA per il titolo.
Domanda forte per l’estate 2025
Le attese della società per l’esercizio in corso vedono un aumento del 3% del traffico, a 206 milioni di passeggeri, dai 200 milioni del trimestre, nonostante il ritardo delle consegne di Boeing, a cui si aggiunge una previsione di “modesta” inflazione dei costi unitari nel corso dell’anno, grazie ad una forte copertura sul carburante per jet e il controllo dei costi tra le compagnie aeree del gruppo che aiuteranno a compensare l’aumento delle tariffe sulle rotte e dei costi ATC, oltre ai maggiori costi ambientali.
Positive le previsioni anche per la stagione che sta per arrivare: “fino ad oggi, la domanda per l’estate 2025 è forte, con tariffe di punta che si mantengono (moderatamente) superiori rispetto all’anno precedente”.
La società spiega che le tariffe del trimestre beneficeranno della presenza delle vacanze di Pasqua ad aprile e di confronti favorevoli con l’anno precedente e prevede che le tariffe vedranno un aumento percentuale a metà/alta fascia rispetto all’anno precedente.
“Con una visibilità limitata, attualmente prevediamo che i prezzi del trimestre recupereranno parte del calo del 7% registrato nel 2024”, annuncia la società, avvisando però che “il risultato finale del primo semestre dipenderà fortemente dalle prenotazioni sotto data e dai rendimenti dell’alta stagione estiva”.
Per quanto riguarda le previsioni di utile netto nell’anno fiscale in corso (2026), Ryanair si attende una “ragionevole crescita”, recuperando la maggior parte, ma non la totalità, del calo del 7% delle tariffe registrato lo scorso anno, anche se ammette che è “troppo presto per fornire indicazioni significative”.
Il risultato finale dell’esercizio rimane fortemente esposto a sviluppi avversi, avvisa il gruppo, tra i quali il rischio di guerre commerciali, shock macroeconomici, escalation dei conflitti in Ucraina e Medio Oriente, oltre alla cattiva gestione o mancanza di personale dell’ATC europeo.
Il calo dell’utile
Passando ai numeri del trimestre, al 31 marzo l’utile di esercizio ha segnato un calo del 16%, scendendo a 1,6 miliardi di euro dai 1,92 miliardi dell’anno precedente, anche se in linea con un sondaggio degli analisti fornito dalla stessa società.
La compagnia aerea ha dichiarato che il traffico è cresciuto del 9%, raggiungendo il record di 200 milioni di passeggeri, mentre le tariffe medie sono diminuite del 7%. Secondo quanto spiegato da Michael O’Leary, amministratore delegato di Ryanair, il calo delle tariffe è dovuto alla forte crescita del traffico, all’assenza di una Pasqua completa nel primo trimestre, alle pressioni sulla spesa dei consumatori a al calo delle prenotazioni da parte delle agenzie di viaggio online.
I ricavi totali sono aumentati del 4% a 13,95 miliardi, con quelli derivanti dalla biglietteria in crescita dell’1% a 9,23 miliardi e quelli accessori in aumento del 10% (4,72 miliardi), mentre i costi operativi hanno segnato un +9% (12,39 miliardi).
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