Ryanair in calo: stop alle vendite dei voli dalle agenzie online
Alcuni siti internet hanno smesso di vendere i voli del vettore irlandese a seguito della sentenza dell’Alta Corte e di altre pressioni, ma la compagnia aerea non prevede un impatto sostanziale sugli utili dell'intero anno.
Ryanair in rosso
Titolo Ryanair in difficoltà dopo che la società ha annunciato che alcune agenzie di viaggio online hanno deciso di non vendere più i suoi voli a seguito di alcune pressioni legali normative.
Le azioni del vettore cedono oltre il 2% a Francoforte e a Dublino, mentre cede mezzo punto percentuale in apertura di pre-market USA.
La guerra con le OTA
Nel comunicato diffuso oggi Ryanair ha accusato le cosiddette OTA, ovvero le Online Travel Agency, di aver smesso di vendere i suoi voli, ipotizzando che alla basa di questa decisione ci sia il risultato di pressioni da parte di agenzie nazionali per la protezione dei consumatori, di nuove misure di verifica dei clienti adottate o di una risposta a una recente sentenza dell'Alta Corte irlandese che blocca l'uso di determinate tecnologie per la scraping del suo sito web, ovvero l’estrazione di informazioni dal sito web del vettore mediante la tecnologia bot.
Ryanair aveva accusato le OTA di gonfiare le tariffe, sia quelle aeree che dei servizi accessori, rispetto a quelle indicate nel proprio sistema di prenotazione ufficiale.
“Oltre a subire un sovrapprezzo”, accusava Ryanair, “i clienti non possono accedere alle proprie prenotazioni, fare le necessarie dichiarazioni di sicurezza, accedere ai rimborsi o ricevere comunicazioni dirette via e-mail (come i promemoria per il check-in online) dalla compagnia aerea”. L’indice della società guidata da Michael O'Leary era puntato in particolare su Booking Holdings, che gestisce Booking.com e Kayak, e Kiwi.com, ma queste non hanno risposto immediatamente alle richieste di commento da parte della Reuters. Restano fuori dalle accuse di Ryanair alcune OTA definite “oneste e trasparenti” quali “Google Flights, che non aggiungono ricarichi nascosti” e che hanno continuato a vendere i voli della compagnia irlandese, considerando che reindirizzano i propri utenti direttamente verso il sito della compagnia aerea.
L’impatto
La mossa di queste OTA dovrebbe avere un impatto calcolato da Ryanair in una percentuale di posti vuoti per volo tra l’1% e il 2% nei mesi di dicembre e gennaio, anche se la società non prevede che possa influire in modo sostanziale sui volumi di traffico dell’intero anno o sulle previsioni di profitto al netto delle imposte per l’intero anno.
Ryanair “risponderà a questa rimozione dei nostri voli dai siti web, abbassando le tariffe ove necessario per incoraggiare tutti i passeggeri a prenotare direttamente” sul proprio sito, spiega la nota diffusa dal vettore.
Nel frattempo, Ryanair annuncia di voler continuare “a rendere le sue tariffe disponibili a OTA oneste e trasparenti”.
I dati di dicembre 2023
Le statistiche sul traffico relativo al mese scorso pubblicate questa mattina evidenziano un aumento del 9% (+1.020.000) in termini di volumi per il traffico aereo, arrivando a trasportare 12,54 milioni di passeggeri nell’arco dei 31 giorni, anche se il giorno 25 non ha effettuato voli. In calo il load factor, sceso di un punto percentuale dal 92% al 91%.
Ryanair ha operato oltre 72.500 voli a dicembre 2023, ma più di 900 sono stati cancellati a causa del conflitto tra Israele e Gaza.
Continua, invece, la crescita del vettore irlandese anno su anno che da 160,4 milioni passa a 181,8 milioni, con un differenziale positivo di ben 21,4 milioni di passeggeri.
L’obiettivo fissato dalla società vede il raggiungimento di quota 185 milioni di passeggeri a fine marzo 2024, data di chiusura dell’esercizio finanziario.
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