S&P: il 2025 sarà un “punto di svolta” per l'eurozona
L’agenzia si attende una leggera accelerazione dell’economia nella zona euro per il 2025 e il proseguimento della politica di allentamento monetario da parte della Banca centrale europea.
Le previsioni di S&P sull’eurozona
Inflazione più bassa, un’economia in accelerazione nel 2025 e la Banca centrale europea che proseguirà sulla strada dell’allentamento monetario a ritmi più rapidi di quanto precedentemente atteso. Sono le previsioni di S&P Global Ratings inserite nel documento ‘Economic Outlook Eurozone Q1 2025: Next Year Will Be A Game Changer’ diffuso in queste ore dall’agenzia.
"Un lungo periodo di previsioni macroeconomiche molto stabili potrebbe giungere al termine poiché i nuovi leader negli Stati Uniti, nell'UE e in Germania potrebbero prendere decisioni all'inizio del prossimo anno su tariffe, difesa e spesa generale che potrebbero ridisegnare le prospettive economiche", spiega Sylvain Broyer, Capo Economista EMEA di S&P.
Cresce il PIL dell’eurozona
S&P prevede che la crescita del PIL dell'eurozona raggiungerà lo 0,8% nel 2024 e l'1,2% nel 2025. “Il nostro scenario di base è cambiato poco rispetto alla nostra precedente pubblicazione”, spiegano dall’agenzia, e “principalmente a causa di revisioni dei dati passati del PIL, poiché ci sono solo pochi indicatori su cui basarsi”. Tra i vari Paesi, la crescita del PIL della Germania è prevista “inferiore” a quella dei suoi pari dell'eurozona il prossimo anno, mentre la Spagna continuerà a sovraperformare (vedi grafico successivo).
Per quanto riguarda l’inflazione, questa è prevista “leggermente più bassa nel 2025 rispetto a quanto avevamo previsto in precedenza (2,4% contro 2,5%) a causa di un calo più pronunciato dei prezzi dell'energia. Tuttavia, la tendenza di fondo dei prezzi rimane intatta, con i prezzi che potrebbero stabilizzarsi nel breve termine”, aggiungono gli economisti.
Maggiore volatilità ed euro debole
Con il nuovo anno la volatilità è in arrivo. “I cambiamenti nelle nostre precedenti previsioni sul PIL riflettono in gran parte le revisioni dei dati ufficiali del PIL per il 2023 e il secondo trimestre del 2024” e “queste revisioni hanno abbassato l'effetto di trascinamento della crescita per il 2024 e il 2025, specialmente per Italia e Germania”.
A questo punto da S&P si attendono “una maggiore volatilità a breve termine nel commercio estero e un tasso di cambio dell'euro più debole a seguito dell'esito delle elezioni statunitensi”. Poiché un dollaro più forte e rendimenti statunitensi più elevati potrebbero attirare più capitali dall'Europa, gli analisti hanno “abbiamo rivisto al rialzo le ipotesi di lavoro sui rendimenti dei titoli di Stato tedeschi di 20 punti base, a una media del 2,4% nel 2025”, aumento dei rendimenti dei titoli di Stato che “si riflette in tutta l'eurozona”.
Maggiori spese per le famiglie
Nel terzo trimestre 2024 si è assistito al proseguire della disinflazione fino al 2% dopo il picco del 10% toccato nel quarto trimestre 2022, che però al tempo stesso non ha comportato perdite di posti di lavoro e l’occupazione totale è aumentata dello 0,2% nel trimestre passato, il 14° consecutivo positivo, mentre il tasso di disoccupazione nell'eurozona ha raggiunto un nuovo minimo pluridecennale del 6,3% a settembre di quest'anno. Inoltre, il PIL dell'eurozona è aumentato dello 0,4% nel terzo trimestre del 2024, in gran parte stimolato dalla spesa delle famiglie.
“Le famiglie stanno iniziando a sentire l'aumento del potere d'acquisto”, spiegano da S&P, e “i tassi di interesse più bassi significano che hanno meno incentivi a risparmiare denaro. Di conseguenza, la spesa per beni non durevoli - principalmente non alimentari e vendite su internet - si sta gradualmente riprendendo. La crescita del PIL dell'eurozona rimane modesta ma ha accelerato allo 0,9% su base annua, l'aumento più rapido in 18 mesi”. In assenza di eventuali nuovi shock, “i tassi di interesse più bassi e un ulteriore aumento del potere d'acquisto delle famiglie dovrebbero portare al continuo rafforzamento dell'economia dell'eurozona nei prossimi trimestri. Detto questo, il nostro scenario di base potrebbe cambiare significativamente nei prossimi trimestri, con previsioni macro che diventano più instabili di quanto non lo siano state negli ultimi anni”, aggiungono gli esperti.
Le previsioni sulla BCE
Questo quadro mostra che le diverse ragioni per continuare una politica monetaria restrittiva da parte della Banca centrale si sono dissipate e ora S&P prevede che l’istituto di Francoforte “aumenterà il ritmo - ma non l'entità - dei tagli dei tassi di interesse a causa della persistente debolezza della fiducia e della migliore visibilità sulla traiettoria della disinflazione”.
I tassi della BCE “potrebbero diventare neutrali, con il tasso sui depositi che potrebbe raggiungere il 2,5% prima dell'estate del 2025, piuttosto che a settembre 2025 come avevamo previsto in precedenza”.
Tuttavia, le incertezze sul livello del tasso terminale sono aumentate e dall’agenzia ritengono che la BCE “potrebbe tagliare ulteriormente i tassi al 2% nel 2025 se fattori esterni e interni dovessero mettere a rischio la ripresa in corso”.
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