S&P500 di Wall Street sui minimi da maggio

La discesa del petrolio delle ultime due sedute ha riportato gli acquisti sui Treasury, Pictet dice sono su un punto di ingresso interessantissimo. Hanno rimbalzato i tech, sopratutto quelli legati all’intelligenza artificiale: Nvidia +3,7%. Ma quasi tutto il resto dell’azionario degli Stati Uniti è rimasto alla finestra. In Medio Oriente, Hamas libera altri due ostaggi. Iniziano a uscire le prime indicazioni sull’attività economica di ottobre. Unicredit migliora le previsioni sul 2023.
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Il calo del 3% del prezzo di petrolio di ieri ha ridato spinta solo ai tech di Wall Street, il Nasdaq ha chiuso la serie negativa di quattro sedute consecutive di ribasso, chiudendo con un rialzo dello 0,3%. L’S&P500 ha perso lo 0,2%, quinta seduta consecutiva in calo e minimo da maggio.
Stamattina le borse dell’Europa dovrebbero aprire intorno alla parità.
INDICI PMI
Alle 9.30 escono in Germania gli indici PMI preliminari di ottobre a cura di HCOB. L’indice Composito che include la componente manifattura e quella servizi, dovrebbe confermarsi sui livelli di settembre, intorno a 46,5. In mattinata escono in Europa anche gli indici PMI HCOB relativi alla Francia.
Stanotte in Giappone è stato pubblicato l’indice PMI Composite elaborato da au Jibun Bank: in ottobre, l’indicatore dell’attività economica è tornato sotto la soglia che separa l’espansione dalla contrazione, a 49,9 da 52,6 di settembre.
Gli indici di S&P Global usciti stanotte in Australia, hanno mostrato che l'attività economica è scesa ai minimi di 21 mesi in ottobre. L'indice composito dei responsabili degli acquisti del Paese si è attestato a 47,3, in calo rispetto al 51,5 del mese precedente.
In Medio Oriente, Israele va avanti con i preparativi per l’offensiva di terra a Gaza. I canali diplomatici restano aperti, visto che ieri Hamas ha liberato due osteggi civili, altri due erano stati messi in libertà sabato.
PETROLIO
Il greggio tipo Brent è poco sopra quota novanta dollari, in lieve rialzo dopo due sedute filate di ribassi.
Cosa potrebbe succedere ai prezzi, in caso di allargamento del conflitto in Medio Oriente? Goldman Sachs prova a rispondere con un’analisi dell’unico soggetto extra Opec in possesso di una capacità supplementare di produzione, gli Stati Uniti. Il primo consumatore al mondo di greggio è stato anche il paese che negli ultimi dieci anni ha guidato da solo l'intera crescita dell'offerta petrolifera globale, per buona parte, soprattutto dall’inizio del 2020, si è trattato di petrolio estratto dal bacino di Permian. Ma dalle sabbie bituminose arriva sempre meno. La crescita della produzione di greggio nel Permiano è rallentata da un milione di barili/giorno nel 2019 a mezzo milione in settembre, soprattutto a causa del calo del numero di impianti di perforazione e alla stabilizzazione della produttività dei pozzi.
Il team di analisti guidato da Dean Struyven ritiene che la crescita della produzione shale rallenterà ulteriormente, indipendentemente dalle politiche commerciali dell’Opec +. Goldman Sachs calcola che la crescita dell'offerta di petrolio negli Stati Uniti rallenterà nel 2024 a 0,6 milioni di barili al giorno, da 1,4 del 2023. Questa stima è coerente con il target della banca sul Brent, 100 dollari al barile in giugno. Se però, per qualche ragione, i produttori di shale non riuscissero a tenere questi tassi di crescita, i cento dollari sarebbero superati di parecchio.
BOND
Ieri il bond decennale degli Stati Uniti ha toccato per qualche minuto quota 5,01%, un rendimento che non si vedeva da sedici anni. A quel punto, anche per effetto dell’andamento del prezzo del petrolio, sono tornati gli acquisti. Stamattina il tasso è a 4,85%.
I Treasury USA si trovano su “un punto di ingresso interessantissimo, anche perché prevediamo che i tassi della Fed abbiano raggiunto il picco e sia quindi possibile un allentamento nel corso del 2024”, si legge nella nota diffusa dalla Strategy Unit di Pictet Asset Management. Sono da comprare anche i titoli indicizzati all’inflazione, “grazie ai rendimenti reali, ora superiori al 2% e, quindi, al di sopra della nostra stima di crescita tendenziale del PIL reale degli Stati Uniti”. Meglio restare fuori dai bond corporate alto tasso (HY), in quanto il premio rispetto ai Treasury (di poco superiore ai 400 punti base) non offre un ritorno sufficiente in considerazione del rischio. Fuori dagli Stati Uniti, sono da comprare i bond sovrani in valuta locale dei mercati emergenti in quanto “il divario di crescita del PIL tra il mondo emergente e quello sviluppato si allargherà al 2,3% quest'anno e al 3,2% nel prossimo (era solo allo 0,4% nel 2022). Cautela sulle obbligazioni giapponesi, “perché riteniamo che la politica ultra-accomodante della BOJ sia insostenibile e destinata a cambiare entro la fine dell’anno”.
BITCOIN
Le aspettative di un via libera delle autorità di Washington ad alcuni prodotti di investimento passivi, stanno riportando su le criptovalute. Il bitcoin è arrivato a guadagnare stanotte l’11%, stamattina è a 34.400, +9% e massimo da maggio. Da inizio anno il rialzo è del 108%. Fidelity e BlackRock sono tra le società del risparmio gestito ad aver presentato una richiesta di emissione di ETF o ETP con sottostante il bitcoin spot.
TITOLI
Unicredit migliora la propria guidance finanziaria per il 2023, portandola a un 'Nii' (net interest income, ovvero il margine di interesse) di almeno 13,7 miliardi, che si traduce in ricavi netti superiori a 22,2 miliardi. La guidance relativa all'utile netto rimane pari o superiore a 7,25 miliardi. La banca conferma poi la propria ambizione a mantenere la redditivita' del 2024 in linea o superiore a quella del 2023 e l'intenzione di distribuire agli azionisti almeno 6,5 miliardi.
Stellantis. Il sindacato Usa United Auto Workers ha indetto uno sciopero contro il maggior impianto di assemblaggio di Stellantis, colpendo la produzione del pick-up RAM 1500, in un'importante escalation dello sciopero avviato più di un mese fa.
Snam, Eni. Il progetto per la cattura della CO2 contribuirà a decarbonizzare sia le imprese italiane che quelle dell'Europa del Sud, secondo quanto ha riferito l'AD di Snam Stefano Venier.
Juventus ha avviato i contatti con alcune primarie istituzioni bancarie per un possibile consorzio di garanzia del previsto aumento di capitale da 200 milioni di euro.
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