S&P500: fase di incertezza o consolidamento?


L'impennata dei Non Farm Payrolls a dicembre ha superato le aspettative, sollevando incertezze sul futuro dei tassi. Mentre il settore tecnologico prospera, la cautela degli investitori cresce, navigando tra forti dati del mercato del lavoro e timori di inflazione da domanda.


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Il rapporto sui Non Farm Payrolls ha sorpreso gli analisti, mostrando un aumento di 216.000 posti di lavoro a dicembre, superando le previsioni di 170.000, mentre il tasso di disoccupazione è rimasto invariato al 3,7%, contro il consenso degli analisti del 3,8% mostrando come il mercato del lavoro stia mantenendo una posizione solida. Il rapporto sulle occupazioni ha inizialmente ridimensionato le aspettative di tagli ai tassi, con un aumento maggiore del previsto nel numero di assunzioni a dicembre. Tuttavia, i dati ISM hanno indicato un calo dell'attività nel settore dei servizi, suggerendo un'economia più debole.

Nonostante il settore tecnologico stia trainando i guadagni dell'S&P 500, con azioni come Apple e Microsoft che hanno raggiunto nuovi massimi storici, la recente settimana è stata la peggiore per l'S&P 500 dal tardo ottobre, mentre il Nasdaq ha registrato la sua peggior performance dal settembre scorso. Gli investitori si mostrano cauti all'inizio del 2024, cercando ulteriori chiarimenti su quando inizieranno i tagli dei tassi e con quale intensità.

Tra gli investitori sembra infatti essere presente un clima di incertezza un po’ più marcato rispetto alle settimane precedenti, facendosi strada l’idea che la FED, complice i dati del mercato del lavoro molto forti e pertanto la possibilità di un innesco inflazionistico, mantenga i tassi alti, che potrebbero essere causa di un rallentamento economico. Se guardiamo all'ultimo incontro del FOMC di dicembre, il cambio di direzione accomodante della Federal Reserve aveva due principali motivazioni: la disinflazione e un rallentamento dell'economia. Senza quest'ultimo, la tendenza alla disinflazione assume un'importanza ancora maggiore.

Gli indicatori recenti mostrano solidità nei dati nelle ultime settimane e un ripetersi dell'andamento dell'anno scorso garantirebbe una riunione di gennaio del FOMC orientata in senso restrittivo, riducendo così le probabilità di un ribasso dei tasso a marzo. La successiva riunione del FOMC il 1° maggio rappresenta forse un punto di partenza più probabile per l'inevitabile ciclo di allentamento.

Il rilascio dell'IPC della prossima settimana, in programma per giovedì, riveste quindi un ruolo cruciale. Ci si aspetta una variazione mensile dello 0,2%, che porterebbe il dato su base annua al 3,2%. Si prevede che il core sarà limitato allo 0,2%. I dati sul PPI saranno resi noti venerdì.

Le speranze di una rapida discesa dei tassi avevano guidato un rally nei mesi finali del 2023, portando l'S&P 500 sui massimi storici ma alcune ultime incertezze su questo fronte hanno scatenato alcune prese di profitto che, in ogni caso, hanno rappresentato una correzione sana per un mercato che sembrava ipercomprato alla fine dell'anno. Anche se i dati della settimana potrebbero non aver cambiato le posizioni dei partecipanti sui tagli dei tassi, la cautela rimane di rigore mentre gli investitori attendono ulteriori sviluppi.

Il Futures si è riportato in area 4.800 USD, in prossimità dei massimi di sempre, situati in area 5.000 USD.

Il mantenimento di area 4.750 USD porterebbe gli operatori a testare nuovamente i massimi mentre la perdita di quest’area potrebbe alimentare le vendite fino ad area 4.600 USD. Solo l’eventuale perdita di area 4.600 USD porterebbe i venditori a testare area 4.400 USD.

I prezzi su TF giornaliero sono sopra la EMA a 200 periodi.

Su timeframe giornaliero: 2 indicatori tecnici su 18 sono rialzisti, 9 ribassisti e 7 neutrali.

Su TF Orario il Futures e-mini prende profitto

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