S&P500, JP Morgan e BofA sempre più bullish

S&P500, JP Morgan e BofA sempre più bullish

Le scelte future della Federal Reserve in tema di tassi di interesse potrebbe far proseguire il rally azionario dei principali indici di Wall Street secondo alcuni esperti, anche se restano i dubbi su una possibile bolla dell’intelligenza artificiale.

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Focus sullo S&P500 da parte degli analisti

Un rally che sembra destinato a continuare anche nel 2026. Sono le previsioni di due grandi case d’affari come JP Morgan e Bank of America, guidate dalle aspettative di nuovi allentamenti monetari da parte della Federal Reserve.

L’indice S&P500 arriva da quattro sedute utili consecutive, segnando una crescita complessiva di circa il 4%, e oggi apre la seduta di Wall Street in positivo (+0,40%), a 6.796 punti.

JP Morgan positiva sull’azionario

Per JP Morgan, l’andamento dei mercati sarà condizionato fortemente dalle scelte della Fed e il suo analista Dubravko Lakos-Bujas si dice “positivo” sul futuro dell’azionario, prevedendo guadagni a doppia cifra sia nei mercati sviluppati che emergenti, sostenuti da una robusta crescita degli utili, tassi più bassi e minori ostacoli politici”.

Se il motore chiaro restano gli Stati Uniti grazie alla sua “economia resiliente” ad un “superciclo guidato dall’intelligenza artificiale che sta alimentando investimenti record e una rapida espansione degli utili”. Proprio sull’IA stanno investendo in tutto il mondo sia governi che aziende con l’obiettivo di evitare di “diventare obsoleti”, sottolinea l’esperto.

La banca ha aggiunto che aziende e governi in tutto il mondo stanno correndo per investire nell’intelligenza artificiale "per paura di diventare obsoleti (’FOBO’)."

S&P500 ancora in crescita

Sullo S&P500, JP Morgan si mantiene bullish sia in termini di target price, fissandolo 7.500 entro fine 2026, prevedendo anche una crescita degli utili tra il 13% e il 15% “per almeno i prossimi due anni”. Alla base di queste previsioni ci sono le attese dell’istituto di due ulteriori tagli dei tassi nel prossimo anno, seguiti da una pausa.

JP Morgan, però, avvisa che esiste un altro fattore che potrebbe spingere l’S&P500 a quota 8 mila nel corso del prossimo anno: se l’inflazione dovesse continuare a migliorare, la Fed potrebbe ridurre ulteriormente il costo del denaro.

Il target di BofA

Anche secondo Bank of America l’S&P500 dovrebbe superare quota 7 mila punti il prossimo anno, ma ha avvisato che un aumento degli utili aziendali potrebbe non tradursi in significativi guadagni per il mercato. In particolare, l’analista di BofA, Savita Subramanian, si spinge a fissare un target price di 7.100 punti per l’indice.

La società ha anche fissato un ampio intervallo per l’S&P 500, affermando che "l’intervallo ribassista/rialzista per l’S&P è tra i 5.500 e gli 8.500".

Subramanian ritiene che mentre sia l’espansione dei multipli che la crescita degli utili hanno fatto salire l’indice del 15% quest’anno, nel 2026 "saranno gli utili a trainare, con una contrazione del PE di circa 10 punti".

BofA prevede una crescita degli utili del 14%, o 310 dollari, ma sostiene che i venti favorevoli della liquidità stanno diminuendo.

"La liquidità è al massimo oggi”, scrive Subramian, “ma la direzione di marcia sarà probabilmente minore, non maggiore - meno riacquisti di azioni, più investimenti in conto capitale, meno tagli delle banche centrali rispetto all’anno scorso e una Fed che taglia solo se la crescita è debole".

Arriva una bolla?

Attenzione però al grande rischio di cui si parla sempre di più. Secondo BofA, "la bolla dell’IA è in arrivo", in quanto l’ampiezza del mercato e i multipli elevati "ricordano il 2000", anche se l’ambiente odierno è diverso perché le allocazioni azionarie sono inferiori, la crescita degli utili ha sostenuto, e la speculazione è meno estrema.

Tuttavia, la banca ha avvertito che "la monetizzazione dell’IA è ancora da determinare poiché l’energia è il collo di bottiglia" e che "gli investimenti finanziati dal flusso di cassa operativo stanno esaurendosi".

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