Saipem, banche pronte a rimediare al fallimento dell’aumento di capitale


Ieri si è concluso il termine per la negoziazione dei diritti d’opzione e, in attesa del termine ultimo dell’operazione, solo l’intervento delle banche potrà portare a termine un aumento di capitale da 2 miliardi di euro, fondamentale per la società.


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L’aumento di capitale

Un aumento di capitale di fatto finito per Saipem. Con queste parole La Repubblica anticipa il fallimento di un’operazione che alla fine vedrà l’intervento delle banche del consorzio garante, accollandosi una percentuale a due cifre di azioni inoptate. L’operazione era iniziata il 27 giugno e si concluderà l'11 luglio.

Non sono bastate sette sedute, tra le più volatili della prima metà dell’anno per Piazza Affari, per convincere gli investitori a sottoscrivere titoli per 2 miliardi di euro, di cui 1,12 riservati al mercato e un 44% ai due soci Eni e Cassa Depositi e Prestiti (CDP), rispettivamente al 30,5% e al 12,5%.

Con la conclusione ieri del termine per la negoziazione dei diritti d’opzione e in attesa di dati ufficiali, sempre secondo il quotidiano, l’inoptato dovrebbe essere almeno pari a quello di inizio 2016, “quando il 12,2% dei 3,5 miliardi di euro di titoli Saipem offerti restò al consorzio di garanzia e ricollocato in borsa un mese dopo”.

Se nelle sette sedute di offerta il prezzo delle azioni Saipem è salito da 1,8 a 2,5 euro, i diritti sono scesi da 16,52 euro a zero e chi li ha comprati potrà opzionare con un diritto 95 nuove azioni al prezzo di 1,013 euro dall’11 luglio, giorno in cui si regola l’operazione.

Siccome “si tratta dello stesso prezzo di accollo concordato con le banche, il mercato sembra dirci che non c’è un compratore marginale”, concludono da La Repubblica.

L’analisi di WebSim

L’operazione è costruita “con alcune tecnicalità che stanno mettendo in difficoltà i piccoli investitori perché li costringe a sottoscrivere un numero molto elevato di nuove azioni a parità di diritti d’opzione post-accorpamento delle vecchie azioni”, sottolineano da WebSim.

Nel dettaglio, “per ogni diritto d’opzione si tratta di sborsare 96,235 euro (95 x 1,013 euro), ovvero un multiplo molto alto rispetto al valore del diritto”, spiegano dalla sim. A questo punto, il piccolo risparmiatore potrebbe chiedersi se vendere tutti i diritti e non partecipare alla ricapitalizzazione o sottoscrivere, sborsando una cifra importante. “Se si sono venduti tutti i diritti d'opzione, praticamente si è rinunciato a partecipare all'eventuale rilancio della società perché in pratica si azzera quasi del tutto la posizione in Saipem” evidenziano gli analisti.

Nel caso in cui si dovessero sottoscrivere “tutti i diritti d'opzione ci si gioca la carta del rilancio” e “a questo proposito sottolineiamo che l'aumento di capitale da 2 miliardi di euro dovrebbe andare a buon fine”.

Anche se “in finanza non c’è nulla di certo”, aggiungono da WebSim, Saipem “ha stipulato il contratto di garanzia con il pool di banche, che si sono impegnate a sottoscrivere le nuove azioni non sottoscritte al termine dell’asta dell’inoptato, fino a un importo massimo complessivo pari a circa 1,120 miliardi, equivalenti alla differenza tra il valore complessivo dell’aumento di capitale e il valore delle nuove azioni oggetto dell’impegno di sottoscrizione di Eni e CDP”.

Inoltre, con “lo scenario macro che gioca a favore delle società energetiche, impegnate direttamente o indirettamente nell'industria di estrazione di petrolio e gas, anche Saipem ha evidenziato un deciso miglioramento del portafoglio ordini”.

Suggerimenti

Da WebSim avvisano che a “operazione finita ci potremmo trovare davanti a una società che ha sostanzialmente risolto il problema del debito e che può tornare profittevole, sempre che il management cavalchi adeguatamente il nuovo favorevole scenario”. Pertanto, dalla sim ritengono “opportuno sottoscrivere i diritti d'opzione, anche se costa qualche sacrificio. In alternativa, si può vendere una parte dei diritti e sottoscriverne una quota inferiore a propria discrezione”.

Pertanto, concludono, “chi non ha posizione sul titolo Saipem, può cogliere questa opportunità per entrare sul titolo tramite l'acquisto sul mercato e la contemporanea sottoscrizione dei diritti d’opzione negli ultimi giorni di trattazione”.

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