Saipem e l’incertezza che scatena le vendite


L’ad Caio vorrebbe accelerare i tempi dell’aumento di capitale da 2 miliardi ma resta l’incertezza sull’effettiva possibilità di realizzazione dell’operazione visto il difficile scenario economico internazionale.


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Vendite su Saipem

Saipem manca il recupero e resta in fondo al Ftse Mib nonostante il verde generalizzato sui titoli del principale indice di Piazza Affari.

Dopo circa due ore di contrattazioni le azioni della società operante nel settore dell’energia cedono oltre il 4% e scendono a 1,013 euro, ai minimi da marzo scorso, dopo il -6,81% della chiusura di ieri.

A incidere sull’andamento del titolo sono le parole dell’amministratore delegato della società, Francesco Caio, che parlando al Sole 24 Ore ha indicato la possibilità di tempi più brevi per il previsto aumento di capitale da 2 miliardi di euro, addirittura anche nel corso dell’estate e in anticipo rispetto alle indicazioni precedenti di settembre-ottobre.

Dichiarazioni che non solo non scaldano il mercato, ma gli investitori preferiscono restare alla larga anche perché la situazione a livello internazionale resta instabile, rendendo incerta la tempistica dell’operazione.

“In un mercato così volatile, a causa dei rischi sullo scenario economico internazionale non è detto che ce la facciano a realizzare l'aumento entro il terzo trimestre. Questo non è un periodo molto favorevole per i mercati”, sottolinea l'analista di Bestinver, Marco Opipari.

“Con un aumento di capitale che rappresenta circa due volte la capitalizzazione, finché non si chiuderà l'operazione, è difficile che il titolo si distacchi dal livello di 1 euro. Si può sempre comprare il titolo sotto aumento, diciamo che non c'è incentivo a investire adesso in Saipem”, aggiunge Opipari.

Anche secondo un trader intervistato dalla Reuters, “quando c'è un aumento che si avvicina, tendenzialmente si va a realizzare, se poi si vuole proprio entrare nel titolo si possono comprare i diritti”.

La strategia di Saipem

Il primo step per l’aumento di capitale e la sua accelerazione è fissato per il 17 maggio, “con l'assemblea degli azionisti che dovrà affidare al consiglio la delega per far partire la ricapitalizzazione”, spiegava Caio al quotidiano di Confindustria.

Inoltre, il mercato si attende un segnale anche sull’annunciata vendita del drilling onshore. “Il livello di interlocuzione con una primaria società di drilling onshore a livello mondiale per la preparazione di uno Spa di mutua soddisfazione delle parti è in fase di avanzata preparazione. Credo che a fine mese arriveremo alla firma”, spiegava Alessandro Puliti, Direttore Generale Natural Resources di ENI SpA.

In generale, il pacchetto complessivo di cessioni si articola lungo il piano: “noi vedevamo nel 2022 l'azione legata all'onshore drilling che non consideriamo più strategico, mentre il resto delle attività erano previste dare effetto nel 2023-2024 e facevano leva su valorizzazione ed estrazione di valore dai nostri mezzi di perforazione e delle nostre navi di installazione. Anche qui stiamo lavorando in questa direzione, ma i risultati ce li aspettiamo, come da programma nel prossimo biennio”, ha aggiunto Puliti.

Sul tema della diversificazione energetica, su cui il governo è al lavoro, secondo Caio ci sono “molte opportunità, che possono vederci in prima linea”, facendo riferimento alle possibilità legate alle tecnologie di rigassificazione per l’utilizzo del gas che non arriva dai metanodotti.

“Saipem sviluppa già questa attività in giro per il mondo sul fronte della rigassificazione, della liquefazione e delle condotte. L'opportunità che identifichiamo è di avere la possibilità di sviluppare dei rigassificatori di taglio più piccolo e facilmente implementabili, realizzabili in tempi più rapidi - la metà di quello di un tradizionale impianto a terra in numerosità diversa per consentire all'Italia e agli altri paesi di potersi approvvigionare e di avere accesso a fonti alternative”, concludeva il manager.

La view degli analisti

Quando dichiarato da Caio sembra piacere agli analisti. “Il management ha confermato la strategia presentata dalla società con il piano strategico 2022-2025. Crediamo che l'attuale livello dei prezzi di petrolio e gas e la spinta del governo sulla transizione energetica siano in linea con la ripresa di ricavi e margini”, sottolineano da Banca Akros.

Secondo Equita Sim, infine, “l'accelerazione della manovra finanziaria può avere implicazioni positive per il titolo in quanto eliminerebbe un elemento di incertezza in una fase di mercati finanziari instabili”.

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